coronavirus - terapia intensiva 4 italia covid

PENSANO DI ESSERE I PIÙ FURBI, MA COL TRUCCO DEI POSTI LETTO FANNO SOLO GUAI - LE REGIONI, PER EVITARE O RITARDARE LA ZONA GIALLA, AUMENTANO LA DOTAZIONE DEGLI OSPEDALI, SOPRATTUTTO IN TERAPIA INTENSIVA: LO HANNO GIÀ FATTO LOMBARDIA, FRIULI E TRENTINO, E ORA SI PREPARA ANCHE IL LAZIO - PECCATO CHE STIANO SOLO SPOSTANDO I LETTI DAI REPARTI DESTINATI ALLA CURA DEI PAZIENTI NON COVID. E A RIMANERE SCOPERTI FINISCONO PER ESSERE I MALATI COMUNI...

Paolo Russo per "La Stampa"

 

reparto di terapia intensiva brescia 18

Lentamente, ma il tasso di occupazione dei letti ospedalieri riservati ai pazienti Covid cresce e minaccia di portare mezza Italia in giallo già per Natale. Il prossimo lunedì, salvo improbabili inversioni di rotta della pandemia, Liguria e Trentino andranno a far compagnia a Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, che nella fascia delle prime restrizioni ci sono già.

 

terapia intensiva covid 4

Ma a sfiorare la prima soglia di sicurezza dei letti occupati sono anche Lombardia, Lazio e Veneto, con quest'ultima che ha il 13,3% dei posti presi in terapia intensiva, dove il limite per non tingersi di giallo sarebbe il 10%, mentre sfiora di due soli decimali, con il 14,8%, l'asticella fissata per i reparti ordinari.

 

terapia intensiva covid 3

Lombardia e Lazio potrebbero invece aggiungersi al quintetto proprio nell'antivigilia di Natale, visto che il monitoraggio settimanale che decreta i passaggi di colore la prossima settimana verrà anticipato di un giorno a giovedì 23 dicembre.

 

reparto di terapia intensiva brescia 9

Il rischio restrizioni

Ma anche se le regioni si dicono per la linea del rigore, all'atto pratico nessuno vuol poi rovinare vacanze e incassi natalizi con maggiori restrizioni, che a parte l'obbligo di mascherina all'aperto, ricomprendono anche la riduzione al 50% della capienza di cinema, teatri, sale da concerto e stadi.

 

CORONAVIRUS - OSPEDALE

Tutti luoghi di svago solitamente presi d'assalto durante le feste di fine anno. E così nelle tabelle sui letti ospedalieri che quotidianamente aggiorna Agenas da un po' di tempo si assiste ad una specie di miracolo, quello che quotidianamente vede i ricoverati Covid aumentare e il tasso di occupazione dei letti, almeno momentaneamente, scendere.

 

coronavirus il reparto di terapia intensiva del sant'orsola di bologna 2

Per un motivo molto semplice: le regioni per evitare o solo ritardare la retrocessione in zona gialla aumentano la dotazione dei loro letti, soprattutto quelli delle terapie intensive. Lo hanno già fatto Lombardia, Friuli e Trentino, si accinge a farlo ora anche il Lazio, che a breve sarà probabilmente seguito da altre regioni.

 

ventilatori terapie intensive

Tutto bene si dirà. Ma i medici, tanto quelli che lavorano in reparto che i camici bianchi delle terapie intensive e dei pronto soccorso non ci stanno, perché sostengono che quei letti non sono in più, ma vengono solo spostati dai reparti destinati alla cura dei pazienti non Covid e quelli dei positivi al virus.

 

reparto di terapia intensiva brescia 1

E siccome la coperta è corta, anche per le carenze in pianta organica di medici e infermieri, a rimanere scoperti finiscono per essere i malati comuni.

 

«I pronto soccorso sono in una morsa, stritolati dai contagi in aumento, mentre dall'altro lato non diminuisce come l'anno passato la pressione esercitata da anziani e fragili per le complicanze da mali di stagione», spiega Fabio De Iaco, presidente della società scientifica della medicina di emergenza e urgenza, Simeu.

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

«Il risultato - denuncia - sono gli anziani lasciati anche 4 giorni sulle barelle, che ci facciamo in quattro per assistere, ma che come dimostrano gli studi clinici, con la permanenza eccessiva nei pronto soccorso vedono poi peggiorare il loro quadro clinico e allungarsi i tempi di degenza».

 

I camici bianchi sono già in rivolta nel Lazio, dove si è deciso un aumento considerevole dei posti letto, 322 in più per i ricoveri ordinari e 83 in terapia intensiva, che porterebbero il totale rispettivamente a 1.265 e 229 letti. «Sarebbe il colpo di grazia per i pronto soccorso - spiega il primario di un ospedalone romano - e il prezzo finirebbero per pagarlo i pazienti non positivi al virus, che rischiano di rimanere ancora più a lungo parcheggiati in barella».

 

terapia intensiva coronavirus 1

«È un momento difficile - gli fa eco Vincenzo Bua, direttore del pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna - vedo arrivare la mattina i colleghi con le facce stravolte perché a differenza di un anno fa ci sono due emergenze in una che provocano un effetto domino: i ricoveri Covid aumentano e i reparti di medicina interna vengono riconvertiti per i positivi; a quel punto i pronto soccorso si ingolfano perché non riescono a trasferire i pazienti in reparto; si cercano allora letti negli ospedali della provincia, che devono ridurre a loro volta l'attività chirurgica, come già accaduto a Bentivoglio e Budrio».

 

terapia intensiva covid 2

E se i reparti ordinari sono messi male nelle terapie intensive va peggio. Perché qui è anche vero che da prima della pandemia ad oggi i letti sono passati da 5.179 a 9.054, più altri 793 attivabili, ma il personale scarseggia come prima, medici e infermieri specializzati per lavorare dove l'intensità di cura è al massimo sul mercato non ce ne sono.

 

terapia intensiva 3

Pochi specialisti

I numeri del sindacato dei camici bianchi ospedalieri Anaao parlano chiaro: calcolando che nelle terapie intensive serve un infermiere ogni due letti e un medico specializzato ogni sei, al massimo otto, si sarebbero dovuti assumere almeno 6mila infermieri e 2.500 anestesisti rianimatori. Merce rara sul mercato sanitario.

 

TERAPIA INTENSIVA CORONAVIRUS

E così, spiega De Iaco, «si fa ricorso agli anestesisti pagati a gettone per le prestazioni aggiuntive». Che si traducono in turni massacranti, magari non spezzati dal giusto riposo che serve per non commettere errori con pazienti in pericolo di vita.

 

Ma anche così le terapie intensive cominciano a non reggere più. Non a caso ieri il Veneto ha annunciato che «là dove necessario», sospenderà tutte le attività chirurgiche che prevedono un successivo ricovero in terapia intensiva. E parliamo di interventi programmabili tipo trapianto di valvola cardiaca, o per aneurisma. Situazioni già vissute prima dell'era dei vaccini, che ci si augurava di non vedere più.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…