enrico letta giorgia meloni silvio berlusconi giuseppe conte matteo salvini

IL PIANO DEGLI ANTI-MELONI - SE I 5 STELLE AL SUD SFILANO NELL'UNINOMINALE UNA DECINA DI COLLEGI AL CENTRODESTRA E IL PD NON CROLLA, MATTARELLA POTREBBE ESSERE TENTATO DI DARE L'INCARICO DI FORMARE IL GOVERNO A QUALCUNO FUORI DAL PERIMETRO DI CENTRODESTRA – NUMERI BALLERINI AL SENATO, POTREBBERO SPINGERE A UNA SANTA ALLEANZA ANTI-SOVRANISTA CON I CINQUESTELLE, IL PD (SENZA LETTA), IL TERZO POLO E I CESPUGLI FORZISTI INCALZATI DAL PPE – “LA VERITÀ”: “MELONI TEME ANCHE CHE NEL SUO CAMPO QUALCUNO SENTA IL RICHIAMO DEI POPOLARI EUROPEI, ANZI CHE GLIELO FACCIANO SENTIRE DA BRUXELLES AL COLLE…”

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN

Carlo Cambi per “la Verità”

 

Come il Covid anche il lodo Z ha infinite varianti. L'ultima prevede l'uso del pallottoliere per contare quanti saranno i seggi del centrodestra al Senato. Il lodo Z è un'invenzione per dire che Ugo Zampetti, segretario facente funzione del presidente della Repubblica, in caso di vittoria di Giorgia Meloni sarebbe costretto ad annunciare che la leader di Fratelli d'Italia ha ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo.

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

 

Un'eventualità urticante dalle parti del Colle. Così tra un sussurro di sospetta contiguità con Vladimir Putin e un'intemerata di Ursula von der Leyen - una popolare europea come Silvio Berlusconi - pronta a tutto se l'Italia fosse governata dal centrodestra, si fanno sottili e intense manovre nella speranza che l'esito delle urne scongiuri quella eventualità. Magari convincendo una parte di Forza Italia atlantista ed europeista che il condominio con Meloni e Salvini è sconveniente se si vuole stare in società.

 

MELONI SALVINI 45

Indizi ce ne sono. Serpeggiano nei talk show, vengono sussurrati con la tecnica del vedo non vedo dai sondaggisti - quasi tutti antipatizzanti verso il centrodestra - che pur non potendo dare le percentuali si trasformano in tanti Paolo Fox e fanno l'oroscopo delle urne. Fabrizio Masia, dagli studi di La 7, ha fatto sapere che «ci sarà un esito sorprendente», illustrando: «Un conto è avere delle maggioranze un po' più ampie, che vadano oltre i 120 seggi, un conto invece è avere delle maggioranze più risicate che magari superano di poco i 100 seggi, basta un raffreddore di cinque senatori per non poter governare».

CONTE LETTA

 

È la variante «S», dove S sta per Senato e per Sud. È la speranza di chi ha l'orticaria al solo pensiero di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Il ragionamento è: se i 5 stelle di Giuseppe Conte al Sud sfilano nell'uninominale una decina di collegi al centrodestra e il Pd non crolla il gioco è fatto. Sergio Mattarella potrebbe essere perfino tentato di esperire subito un incarico fuori da centrodestra. La prudenza però consiglia di aspettare. Cosa?

Che Giuseppe Conte scelga il nuovo segretario del Pd. Di lui Nicola Zingaretti, il predecessore del già giubilato Enrico Letta, aveva detto «è un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste».

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

La variante S la stanno coltivando a villa Nazareth, la parte vaticana progressista pronta a immolare Letta per l'ex loro «seminarista laico» di Volturara Appula e Goffredo Bettini, il cerimoniere rosso del Pd romano, da sempre in ampie intese con i pentastellati. Ha già fatto proficui sondaggi tra i contiani che pongono una pregiudiziale: via tutto il vertice del Pd che ha dato ospitalità a Luigi Di Maio, di cui Conte & C. chiedono lo scalpo. Stefano Bonaccini, il presidente dell'Emilia Romagna che da tempo si scalda a bordo campo per conquistare la segreteria del Pd, una settimana fa alla festa di Tpi è stato chiarissimo: «Dopo le elezioni bisogna riprendere il dialogo con i 5 stelle». Ne ha data una conferma indiretta Chiara Appendino.

 

letta conte calenda

L'ex sindaco di Torino è oggi la stratega dei pentastellati, rinvigoriti nel meridione dai sondaggi in forza del voto di cittadinanza, pardon del reddito di cittadinanza, e a domanda risponde: «Alleanze strutturali con questa dirigenza del Pd mi sento di escluderlo. Poi, se in Parlamento ci saranno delle battaglie dove ci saranno altre forze politiche che ci seguiranno ben venga». Due notizie in una risposta: Enrico Letta sarà dimesso il 26 settembre; ad applicare il lodo Z i pentastellati ci stanno. Se al Senato il centrodestra ha numeri risicati si tenta questo schieramento: Pd, 5 stelle con Calenda-Renzi e si cerca di strappare almeno un pezzo Forza Italia dal centrodestra. Con la pregiudiziale di politica estera. Molte dichiarazioni vanno in questa direzione.

giovanni grasso sergio mattarella ugo zampetti

 

Se non ci fosse questo tentativo molto sotterraneo e del pari energico, non si capirebbe perché Giorgia Meloni, giovedì sera, dal palco di piazza del Popolo, con tutto il centrodestra schierato e, apparentemente, compatto, abbia sentito la necessità di puntualizzare: «Niente inciuci». E, rivolta al campo avverso, abbia incalzato: «Dichiarino prima dell'apertura delle urne quali sono i partiti con cui sono disposti ad allearsi per andare al governo».

 

ugo zampetti 2

La Meloni teme che i «mai con i 5 stelle» di Carlo Calenda e il «mai col Pd» dei contiani si dissolvano se scatta il lodo Z. Ma teme anche che nel suo campo qualcuno possa sentire il richiamo dei popolari europei, anzi che glielo facciano sentire da Bruxelles al Colle. Perché il lodo Z è a lento rilascio. Giorgia Meloni s' accasi pure a Palazzo Chigi, ma con un affitto breve.

 

Per evitarlo, il centrodestra ha una sola opzione: stravincere. Perché se Conte fa il miracolo al Senato il lodo Z scatta. I collegi su cui si gioca sono una quindicina: bastano per andare a dama. Un po' di Forza Italia con i senatori a vita è, in quel caso, sufficiente a Palazzo Madama, dove siederanno solo in 200, per far cadere il governo. Dopo tocca a Conte-Bonaccini-Calenda-Renzi, benedetti dai popolari europei. L'unico rischio? Che qualcuno richiami Mario Draghi per cambiare aria al Colle. È la variante incontrollabile del lodo Z.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…