giuseppe conte

IL PIATTO PIANGE – L’AVVOCATO DI PADRE PIO (TUTTO) NON SI SCOLLA DALLA SEDIA PRIMA DEL VOTO SU BONAFEDE, MA I CONTI NON TORNANO PER BLINDARE UN “CONTE TER” – ORLANDO: “SERVIREBBE UN FATTO POLITICO NUOVO”. TRADOTTO: BONAFEDE DEVE ANNUNCIARE UN CAMBIO DI ROTTA SULLA GIUSTIZIA, CON UNA TORSIONE GARANTISTA O VERRÀ IMMOLATO COME AGNELLO SACRIFICALE – “QUALCOSA SI MUOVE” SUL FRONTE DI FORZA ITALIA E IV, MA “LA SITUAZIONE È DRAMMATICA” E RISCHIA DI SFUGGIRE DI MANO – E PER I DEM C’È LO SPETTRO DELLE LARGHE INTESE IN CUI RENZI VUOLE AFFOGARE IL PD, TOGLIENDO DI MEZZO CONTE…

Carlo Bertini per "La Stampa"

 

giuseppe conte esce dal quirinale

Signori, il piatto piange, sembra dire uno dei croupier incaricati di portare numeri sonanti al tavolo verde del governo. Il voto in Senato di giovedì sul Guardasigilli Alfonso Bonafede, inviso ai garantisti azzurri e renziani, incombe. Su quel nervo scoperto, difficile allargare la maggioranza. E scatta la sirena di allarme, tanto che ora pure il premier Giuseppe Conte, al pari di Nicola Zingaretti, vede le urne come rischio sempre più concreto. Gli ambasciatori più navigati, da Clemente Mastella a Bruno Tabacci, non recano buone nuove.

luigi di maio alfonso bonafede

Niente dimissioni anticipate E Conte - dicono fonti di governo - non intende dimettersi prima del voto su Bonafede. Non getterà la spugna anzitempo per ricevere un reincarico dal Colle e poter costruire un suo terzo governo: offrendo più posti e nuovi innesti di persone e cose da fare. «Ma se va male giovedì - gli fa notare Mastella - tutti saranno più deboli e costretti al compromesso».

 

giuseppe conte in auto dopo l incontro con mattarella

Niente, per ora il premier non mette sul piatto un "Conte ter", almeno fin quando non avrà i voti per blindarlo. Resta fermo nella volontà di andare in aula anche stavolta. Dove però i numeri ancora scarseggiano. «Perché non solo è difficile allargare, ma anche tenere insieme quelli che abbiamo», avverte Andrea Orlando, il vice di Zingaretti. «Servirebbe un fatto politico nuovo». Tradotto, Bonafede deve annunciare un cambio di rotta sulla Giustizia, con una torsione garantista nel suo discorso.

 

ALFONSO BONAFEDE

«Tempi rapidi per i processi civili e tempi ragionevoli, massimo sei anni, per i tre gradi del penale». Ecco la richiesta del Pd per bocca di Walter Verini. Si vedrà, certo fino a 24 ore prima del d-day, i responsabili non usciranno allo scoperto.

 

Cercasi voti disperatamente «Si va avanti nella ricerca di costruttori», allargano le braccia quelli che nell'esecutivo hanno in mano la pratica. Sapendo che se pure «qualcosa si muove» sul fronte di Forza Italia e Iv, «la situazione è drammatica» e rischia di sfuggire di mano. Da 156 voti ottenuti per la fiducia, si rischia di scendere a 151 se non ci saranno quelli di Sandra Lonardo, moglie di Mastella, dei due di Forza Italia e dei due senatori a vita.

 

matteo renzi al senato

Conte ne uscirebbe azzoppato. I partiti si spaccano su Renzi Ma un ritorno a Canossa da Renzi, per riaprire una trattativa, non lo digerisce nessuno a Palazzo Chigi, così come ai piani alti del Pd e dei 5stelle. Diversi però gli umori dei gruppi parlamentari e di alcuni ministri. «Alzi la mano chi ha il coraggio di dire che Renzi garantisce credibilità e durata ad un governo», lancia il guanto di sfida uno dei parlamentari più vicini al segretario in una delle molteplici riunioni. Zingaretti infatti è convinto che con l'ex premier non si possa fare più nulla. Per tacitare quelli che nel Pd (da Madia a Delrio, da Marcucci a Orfini, da Guerini e tanti altri) riaprirebbero le porte a Italia Viva, scendono in campo Goffredo Bettini e Andrea Orlando. Con un argomento forte: perché dobbiamo suicidarci? «Se il disegno di Renzi è l'omicidio politico del Partito Democratico, si può tornare insieme con chi cerca di ucciderti? » .

 

ANDREA ORLANDO

 Lo spettro dei Dem infatti sono le larghe intese. Un gorgo dentro il quale Renzi vuole affogare il Pd, togliendo di mezzo Conte. Il quale concorda con Orlando quando dice che «rimettere insieme i cocci ci porterebbe al punto in cui eravamo una settimana fa». La paura del gruppo dirigente del Pd è questa: «Anche se torniamo con Renzi per un Conte ter, il 3 giugno, con il semestre bianco, lui fa cadere Conte e ci schiaccia in un governo istituzionale con Salvini e Forza Italia: da dove usciremo sconfitti alle elezioni, senza avere più un'alleanza con i 5stelle guidata da Conte. Quindi no alle larghe intese».

 

renzi a porta a porta

Ma i fautori del dialogo a oltranza, Marcucci e i tanti che tifano per un Conte ter con Renzi, non disperano: il Pd sta facendo di tutto per sostenere questa operazione disperata di Conte - dicono - ma se giovedì non dovesse esserci una maggioranza, il pallino non lo avrebbe più lui, ma Sergio Mattarella e i partiti. E nei partiti, specie tra i Dem, sono decine e decine quelli pronti a tornare con Renzi. «Un partito di Conte non è un'idea geniale per la sinistra», dice Enrico Borghi. «Ma senza Conte finisce l'alleanza Pd-5Stelle», ribatte Orlando

 

meme sulla crisi di governo renzi e bellanova

giuseppe conte e i ministri durante l intervento di renzi in senatogiuseppe contegiuseppe conte roberto speranzagiuseppe conte lello ciampolillo

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…