grillo conte monti

PIÙ CHE PARLARE DI CONTICIDIO, PARLEREI DI SUICIDIO– BELPIETRO: "L'EX PREMIER, IN ROTTA CON GRILLO PADRE PADRONE DEI GRILLINI, POTREBBE RIPETERE LO STESSO ERRORE DI MARIO MONTI CONVINTO DAI SUOI CONSIGLIERI DI AVERE CONSENSI STELLARI. MA SE SI FA UN PARTITO, ANDRÀ INCONTRO A UN CROLLO PARI SOLO ALLA SUA ASSOLUTA PRESUNZIONE..."

Maurizio Belpietro per la verità

grillo conte

 

Anni fa, quand' era sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà mi rivelò che Mario Monti, in vista delle elezioni del 2013, progettava di fondare un suo partito. L' ex rettore della Bocconi gli aveva chiesto se fosse disposto a candidarsi con lui, e Antonio, con cui ero in confidenza fin dai tempi della sua presidenza all' Antitrust, mi chiese che cosa ne pensassi.

 

Gli risposi con franchezza che quello dell' allora premier era un errore frutto di un complesso di superiorità perché, se fino a prima poteva sperare di godere dell' appoggio di tutte le forze politiche e magari anche di arrivare a conquistare la poltrona di Giorgio Napolitano, una volta sceso in campo Monti si sarebbe fatto contare e si sarebbe scoperto il bluff di un consenso legato al ruolo e non alla persona. Antonio pareva perplesso, ma alla fine, non so se tenendo in conto la mia opinione, quella di altri o per un ragionamento personale, non si candidò.

 

conte grillo

In quei mesi, tuttavia, non erano in pochi a pensare che se l' ex rettore avesse fondato un partito avrebbe fatto sfracelli. I sondaggi gli attribuivano percentuali a doppia cifra, immaginando che potesse rubare voti a destra e a manca. Secondo qualcuno, addirittura con il suo nome nel simbolo si poteva andare oltre il 20%.

 

Un tipo furbo e navigato come Pier Ferdinando Casini ne pareva certo. Un giorno mi confidò: «Tu non sai come lo salutano le persone quando lo incontrano a un evento pubblico: la gente si spella le mani».

Nonostante molti fossero pronti a scommettere su un risultato importante, rimasi della mia opinione, che non dava Monti molto lontano dal 7%. Sbagliai di poco, perché a urne aperte si scoprì che Scelta civica aveva sedotto l' 8,30% degli elettori e con i vari partiti alleati, cioè Udc di Casini e Futuro e libertà di Gianfranco Fini, arrivava a malapena al 10.

conte grillo

 

Come sia finita poi è noto: in breve, il partito si squagliò e per gli onorevoli eletti con Monti cominciò una transumanza verso altri pascoli. Oggi, se si parla del professore, la gente si volta da un' altra parte e del suo governo, che pure fu appoggiato da una larga maggioranza parlamentare, nessuno si ricorda volentieri. Anzi: molti lo ritengono un errore, che ha prodotto le crisi successive, da quelle economiche a quelle politiche. Il capro espiatorio in fondo piace a tutti e io che criticai l' ex rettore della Bocconi fin dal principio, ossia da quando presentò la sua famosa manovra lacrime e sangue, preferisco non unirmi al coro.

 

Se ho ricordato il «caso Monti» non è però per parlare della preistoria, ma per affrontare un argomento di attualità, ovvero la possibile ridiscesa in campo di Giuseppe Conte il quale, dopo lo scontro con Beppe Grillo, mediterebbe di fondare un suo partito e di dare la scalata non solo ai 5 stelle, ma addirittura alla sinistra, con l' intento di diventare il leader della coalizione e di ritornare prima o poi alla guida di Palazzo Chigi. A gonfiare l' ambizione dell' ex avvocato del popolo sono i molti sondaggi che vengono fatti circolare. Anche in questo caso si parla di risultati a doppia cifra. C' è chi dice il 15%, chi addirittura immagina il 20. Voti rubati ai 5 stelle e anche al Pd. L' ex premier avrebbe già pronto il simbolo e pure la squadra del nuovo Movimento e in prima fila, ovviamente, ci sarebbe il mitico Rocco Casalino, ovvero l' ex portavoce, l' uomo che si fece ritrarre seduto al tavolo con Angela Merkel quasi fosse egli stesso un capo di governo.

 

VIGNETTA VAURO GRILLO

La verità è che la politica è una brutta bestia, e per quanto uno si sforzi di dire che è un semplice cittadino prestato alle istituzioni o, come disse Conte, che non è un uomo per tutte le stagioni, una volta assaporato il potere non si è più disposti a rinunciarvi. Si può essere stati per quasi tutta la vita rettore della Bocconi o professore universitario apprezzato, ma quando si depositano le terga sulla poltrona di capo dell' esecutivo e ci si accomoda accanto ai potenti della terra durante i vertici internazionali, ci si monta facilmente la testa ed è poi difficile, se non impossibile, smontarsela, cioè ritornare alla vita di prima, tranquilla, gratificante, ma grigia e senza le telecamere e le strette di mano. Succede a tutti, in particolare a chi non ha fatto la gavetta politica, ha cioè ricevuto la nomina dall' alto, quasi per caso. Soprattutto succede se non si è conquistato il consenso popolare, ma lo si è ottenuto in dono insieme con il ruolo istituzionale.

conte monti

 

Può darsi che mi sbagli, ma presto Conte potrebbe scoprire che i milioni di italiani che immagina pronti a seguirlo e a riportarlo a furor di popolo alla guida del Paese, sono solo nella sua testa e in quella dei cortigiani che fino a ieri lo hanno blandito, alcuni dei quali, per ideologia o miopia, non smettono di blandirlo neppure ora. Insomma, nel suo caso, più che parlare di Conticidio, parlerei di suicidio. Consumato dall' alto di troppa presunzione.

 

giuseppe conte mario monti

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…