giorgia meloni pnrr recovery fund soldi europa

SUL PNRR LA MELONI SI GIOCA L’OSSO DEL COLLO! I RITARDI SUL PIANO CI SONO E VENGONO ACCERTATI ANCHE DALLA CORTE DEI CONTI PER I NUOVI ASILI NIDO: 4,6 MILIARDI A RISCHIO - IL GOVERNO È PRONTO A VARARE UN DECRETO - E INTANTO DA BRUXELLES ARRIVANO BUONE NOTIZIE: LA COMMISSIONE HA APPROVATO LA MODIFICA DEL PNRR DEL LUSSEMBURGO E RACCOLTO LA STESSA RICHIESTA DELLA GERMANIA, SPIANANDO LA STRADA AI RITOCCHI CHE L'ITALIA HA INTENZIONE DI PRESENTARE A GENNAIO…

Da ansa.it

 

I ritardi sul Pnrr ci sono, accertati anche dalla Corte dei Conti, come quello sulla costruzione di nuovi asili nido. La task force Ue aveva invece messo in rilievo le lentezze sul codice degli appalti e sulla concorrenza, in particolare sugli appalti dei servizi pubblici locali.

GIORGIA MELONI PNRR

 

Venerdì, una cabina di regia farà il punto sugli obiettivi possibili entro fine mese, e su quelli invece poco verosimili in così poco tempo.

 

Una volta fatta la ricognizione, il governo è pronto a varare un decreto a stretto giro per assicurare tutti i 55 traguardi necessari a sbloccare la terza rata da 19 miliardi. Un provvedimento che potrebbe anche assorbire la riforma della governance del piano, finita nel mirino del nuovo governo che vuole migliorarne la performance. E intanto da Bruxelles arrivano buone notizie: la Commissione ha già approvato la modifica del Pnrr del Lussemburgo e raccolto la stessa richiesta

della Germania, spianando la strada ai ritocchi che l'Italia ha intenzione di presentare a gennaio.

 

 

Sul potenziamento degli asili nido e delle scuole dell'infanzia previsto dal Pnrr, capitolo che può contare su 4,6 miliardi di euro, la Corte dei Conti ha accertato "il mancato rispetto dell'obiettivo intermedio (milestone)" per selezionare gli interventi da ammettere a finanziamento (scaduto il 31 marzo 2022). Un ritardo che può pregiudicare un altro obiettivo, l'aggiudicazione dei lavori, "da raggiungere entro il secondo trimestre 2023". In bilico c'è la nascita di 264.480 nuovi posti negli asili pubblici italiani entro il secondo semestre del 2025, tutto per colpa "dell'inadeguata risposta degli enti locali".

SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

 

Non è una novità che i problemi si presentino a livelloterritoriale. In un rapporto sullo stato delle amministrazioni pubbliche e l'efficacia del governo in Europa, Bruxelles piazza l'Italia al quartultimo posto in Ue, dopo Bulgaria, Grecia e Romania. L'efficacia del governo italiano è in calo dal 2017, sottolinea l'analisi, e la ragione principale è la "scarsa capacità di pianificazione strategica della pubblica amministrazione", aggravata dalla "forte instabilità politica".

 

Una debolezza "amplificata dalle politiche di austerità" che non sono state adottate con un approccio strategico e questo aspetto - rileva la Commissione - sarà cruciale soprattutto nei prossimi anni, poiché la pianificazione strategica è necessaria per

l'efficacia del Piano di ripresa e resilienza.

 

GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN

Il governo ha chiare le ambizioni del Pnrr, e per questo lavora per correggerne la rotta. Non preoccupa solo il numero degli obiettivi, ma anche la lentezza della spesa: i 33,7 miliardi previsti dal governo Draghi nel Def di aprile, sono scesi a 20,5 a settembre, e l'ultima previsione è che non si vada oltre 13-15 miliardi a fine anno. Qualcosa deve cambiare e del resto, rispetto alla nascita del Pnrr due anni fa, il contesto è molto diverso: a partire dai prezzi delle opere, in alcuni casi più che raddoppiati a causa del caro-materiali e che rischiano di mandare deserti i bandi. Bruxelles non è indifferente al problema dei costi. Con il via libera alla versione rivista del Pnrr del Lussemburgo, la Commissione ha accolto i rilievi del Granducato proprio sulle spese più alte

che dovrebbe sopportare: a causa della revisione del Pil a cui sono legati i fondi europei, al Granducato andranno infatti 82,7 milioni e non più i 93,4 milioni iniziali. Anche la Germania ha chiesto di cambiare il suo piano da 28 miliardi: vuole

posticipare il completamento di uno dei sette progetti sulla digitalizzazione delle ferrovie e un emendamento al programma speciale sui vaccini anti-Covid. L'Italia presenterà il suo piano rivisto a gennaio perché, spiega il viceministro al Mit

Edoardo Rixi, "ci sono opere che sarà difficile riuscire a realizzare entro il 2026" proprio a causa "dell'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime". (ANSA).

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…