nicola zingaretti e luigi di maio

LA POLITICA CAMBIA: ECCO IL NUOVO PATTO DI MAIO-ZINGARETTI, NATO SU SPINTA DEL QUIRINALE PER ARGINARE L'AVVOCATO DI PADRE PIO (TUTTO). PIÙ COLLEGIALITÀ, BASTA DECRETI IN CUI SI INFILANO BONUS MONOPATTINI E DECRETI D'URGENZA, STOP A PALAZZO CHIGI CHE VUOLE CAMBIARE I VERTICI DI CPD ED ENI - SOLO CHE I DEM CAMMINANO SU UN FILO MOLTO SOTTILE: QUESTO GOVERNO NON PUÒ CADERE, DUNQUE COME ESERCITARE PRESSIONE SUL PREMIER? - SALUTATA QUOTA 100, ''REVISIONATO'' IL REDDITO, ORA MANCA IL MES. PRESSING SU SANCHEZ, MENTRE MERKEL SI OCCUPA DI FRUGALI E VISEGRAD

 

 

DAGONEWS

 

Da dove nasce il nuovo asse Di Maio-Zingaretti, annunciato oggi da “Repubblica”? Finora il duo inseparabile era composto da Conte e Zingaretti, patto di ferro architettato da Goffredo Bettini che tiene in piedi sia il governo che il segretario. Ma la nuova coppia si è saldata subito dopo il voto, e non solo per l'intervento di Beppe Grillo, che è intervenuto a difesa di Giggino come capo politico de facto del Movimento.  

 

NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO

Stavolta è intervenuto anche il Quirinale, attraverso i tre consiglieri politici più fidati di Mattarella (Ugo Zampetto, Pierluigi Castagnetti, Dario Franceschini). I tre, per vie diverse e con modi distinti, hanno fatto capire al premier impochettato che alcuni suoi atteggiamenti stanno creando una frattura istituzionale.

 

Innanzitutto la mancanza di collegialità nelle decisioni del governo, prese tutte a Palazzo Chigi con i ministri costretti a ratificare atti già scritti. Poi il ricorso forsennato ai decreti d'urgenza in cui infilare di tutto, dai bonus monopattino alla riforma dei servizi segreti. Infine la concentrazione eccessiva dei poteri in capo all'esecutivo, con un parlamento totalmente spogliato delle sue prerogative.

 

Infine, i segnali di ''presa'' sulle principali aziende controllate dallo Stato. Conte ha già fatto capire di voler piazzare il suo pupillo Domenico Arcuri, con cui parla ogni giorno, al vertice di Cdp, che prima controllava mezzo paese e dopo la pandemia avrà l'altro mezzo. Non solo, si parla anche di Flavio Cattaneo coniugato Ferilli all'Eni al posto di Claudio Descalzi. Una doppietta sulle due più grandi e importanti aziende italiane che farebbe dell’avvocato di Padre Pio(tutto) il deus ex machina del potere.

conte mattarella

 

L'unico modo di arginare questo premier strabordante è rafforzare i due che possono limitarlo, Di Maio e Zingaretti, e dunque rafforzare l'ala dei 5 Stelle dialogante con il Pd (e viceversa). Le elezioni hanno aiutato questo fronte, indebolendo chi voleva liberarsi in un colpo solo sia di Conte che di Zingaretti pur mantenendo la stessa maggioranza.

 

Ma nel Pd chiedere più ''collegialità'' vuol dire camminare su un filo molto sottile: Conte va rintuzzato, ma senza farlo cadere perché questo governo ha da sopravvivere fino all'arrivo dei fondi europei e poi fino all'elezione del successore di Mattarella. Lui lo sa, che insieme a lui cadrebbero tutti. Compresi i grillini, che dal basso del loro 10-15% nei sondaggi, con l'aggiunta della riduzione dei parlamentari e del vincolo dei due mandati, tornerebbero quasi tutti ai loro redditi zero.

zingaretti di maio

 

È quindi un equilibrio delicatissimo, con una pistola sul tavolo che un giorno è puntata sul Pd e quello dopo sul premier, con l'opzione nucleare che nessuno vuole veramente attivare ma nessuno può in fondo davvero escludere.

 

Di Maio è uscito felice e indenne dal conclave grillino, non essendo più il capo politico non ha dovuto intestarsi la sconfitta alle regionali, lasciando il macigno in testa al povero Crimi. Dopo le ambasciate del Colle, Zingaretti ha capito l'antifona e ha preso le distanze da Conte, che comunque resta un grande equilibrista e mantiene i rapporti nel Pd soprattutto con Boccia, Gualtieri e Bettini.

 

Gli effetti di questa maggiore esigenza di collegialità si sono visti subito, con l'abbandono di Quota 100 e Di Maio che non obbietta nulla al ''tagliando'' sul Reddito di Cittadinanza. I due si sono messi d'accordo anche sul MES, anche se ovviamente in pubblico Conte non pronuncia quell'acronimo a meno di esserne costretto.

 

ANGELA MERKEL E MARITO IN SPAGNA CON PEDRO SANCHEZ E MOGLIE

Certo, in Senato i numeri sono davvero risicati (una maggioranza da +2), ma il soccorso azzurro di Forza Italia ormai è dato per scontato. Cosa che potrebbe convincere anche i più riottosi grillini a votare per l'odiato Salva-Stati: meglio il MES o Silvio che di fatto entra in maggioranza?

 

Sul tema Mes è stato fatto presente a Conte che non deve concentrarsi tanto sul convincere i parlamentari italiani, quanto gli altri paesi europei, tipo la Spagna, che dovrebbero fare da apripista così da non fargli perdere la faccia.

 

Conte dovrebbe riprendere la moral suasion che aveva provato a esercitare (senza successo) prima dell'estate. Sanchez ha un bisogno disperato di quei miliarducci ma è messo pure peggio del suo omologo italiano. Ha un governo che si tiene con lo sputo e viene contestato anche a livello locale. Ha imposto un lockdown parziale a Madrid, e il sindaco (del Partido Popular) lo ha attaccato: ''basta stigmatizzarci, se chiudiamo noi dovrebbero chiudere anche gli altri''.

 

Arcuri Conte

Ma il premier spagnolo non ha rinnovato lo stato di emergenza, a differenza del nostro, perché teme che possa essere impallinato in parlamento. È così in difficoltà che per domani è in programma una telefonata con la Merkel, sua grande alleata, per provare a ottenere qualcosa di più dall'Europa. D'altronde Angelona è ormai una vera ''difensora'' dei paesi del Sud Europa, tanto da aver esortato i tedeschi a venire in Italia, paese a basso rischio.

 

Oltre al sostegno in pubblico, c'è anche quello dietro le quinte: la cancelliera sta lavorando con i paesi frugali affinché non pretendano delle clausole troppo stringenti sul Recovery Fund, e pure su quelli di Visegrad, convincendoli ad accettare la clausola dello ''stato di diritto'', cioè una specie di ''poison pill'' dedicata al governo semi dittatoriale di Orban: se vuoi i soldi, devi stare alle nostre regole democratiche.

sabrina ferilli flavio Cattaneo

 

 

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…