mattarella conte zingaretti di maio

UNA POLTRONA PER TROPPI: ASSALTO DI 200 ASPIRANTI AI POSTI DI SOTTOSEGRETARIO, M5S E DEM SI AZZUFFANO SU EDITORIA, TELECOMUNICAZIONI E RIFORME – IN CASA 5 STELLE DUELLO TRA LAURA CASTELLI E STEFANO BUFFAGNI, SU CHI DOVRÀ «TALLONARE» IN VIA XX SETTEMBRE IL MINISTRO DELL' ECONOMIA GUALTIERI – NEL PD MARTINA HA CHIESTO 4 INCARICHI PER I SUOI –CONTE SI E’ STANCATO: FATE PRESTO – TUTTI I NOMI

Monica Guerzoni per il Corriere della Sera

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

L' ultima smentita cala giù da Palazzo Chigi venti minuti dopo la mezzanotte: «Di Maio non ha partecipato ad alcun vertice». Ma se il ministro degli Esteri all' ora di cena era lontano dalle stanze del governo, ai piani alti c' era un tavolo apparecchiato per il premier Giuseppe Conte, rientrato alle sette da Bruxelles. Tra i commensali, i ministri Riccardo Fraccaro e Stefano Patuanelli e, nel menù, la patata rovente dei sottosegretari, che i 5 Stelle non riescono a pelare.

 

Si litiga per ogni casella, o quasi. Conte ha spronato a chiudere entro oggi(«Sarebbe buono riuscire a completare la lista della squadra per poter partire») e ha convocato alle 15 il Consiglio dei ministri per il via libera. «Noi siamo pronti», hanno fatto filtrare dal Nazareno i dem, per non farsi sfuggire la medaglietta di primi della classe. I 5 Stelle invece hanno chiesto altre 24 ore e, raccontano gli alleati, «sono spariti». Insomma, l' intesa non c' è ancora e non è detto che Conte, pur pressato dal Quirinale, riesca a chiudere la partita oggi stesso, magari dopo un ultimo vertice con i quattro ambasciatori, Patuanelli, Spadafora, Franceschini e Orlando.

 

SIMONE VALENTE STEFANO BUFFAGNI

Il quartetto è preso d' assalto, candidature e autopromozioni sono oltre 200. Al Pd devono districarsi tra 120 aspiranti, mentre i vertici del M5S hanno avuto 14 richieste dalla sola commissione Agricoltura. E pazienza se Di Maio voleva «rose» di cinque petali.

Durissimo il braccio di ferro allo Sviluppo. Il Pd alza la voce, chiede per Antonello Giacomelli le deleghe sulle telecomunicazioni e per Gian Paolo Manzella quelle dell' energia. Scontro anche sull' editoria, che Emilio Carelli contende ad Andrea Martella. I 5 Stelle vogliono sfilare a Franceschini le deleghe sul turismo e Riccardo Fraccaro punta alle Riforme, che il Pd chiede per Roberto Cociancih.

 

L' attuazione del programma, poi, piacerebbe al ministro Federico D' Incà.

laura castelli

La trovata di Di Maio di scaricare i pezzi del puzzle sui tavoli delle commissioni ha scatenato gelosie, veleni, invidie.

 

 

«La storia delle rose di nomi è una presa in giro», si sfoga un deputato silurato. E una fronda di oltre dieci onorevoli sta scrivendo un documento contro le rendicontazioni: «Basta con il caos degli scontrini, vogliamo pagare, ma a forfait».Dopo risse verbali diurne e notturne, i presidenti delle commissioni hanno compilato le liste dei papabili da consegnare a Di Maio. Il duello tra Laura Castelli e Stefano Buffagni, su chi dovrà «tallonare» in via XX Settembre il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri e il vice in pectore Antonio Misiani, è finito in parità.

zingaretti di maio

Lei sarà viceministro e lui, che ieri ha parlato con il presidente Fico, sottosegretario: Contano le deleghe, non le qualifiche».

 

Nel Pd, dove vanno forte Lele Fiano all' Interno e Marina Sereni agli Esteri, c' è stata tensione su quanti posti assegnare ai renziani, che hanno indicato Ascani, Marattin, Malpezzi, Cocianchich, Fiano e Margiotta. Maurizio Martina ha chiesto quattro incarichi per i suoi, ma rischia di averne uno solo se accetterà di andare all' Interno come vice di Luciana Lamorgese. Per la Giustizia il M5S conferma Vittorio Ferraresi e il Pd pensa a Giovanni Legnini. In corsa anche due ex del governo Conte I, Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi.

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?