giuseppe conte

POLTRONARI A CINQUE STELLE – CONTE POTRÀ ANCHE AVERE DUBBI SULLA PERMANENZA AL GOVERNO, MA SIETE SICURI CHE DEPUTATI E SENATORI DEL MOVIMENTO METTERANNO A RISCHIO IL LORO FUTURO PER PEPPINIELLO? – SEBASTIANO MESSINA TWEET: “IL VERO DILEMMA DEI 168 PARLAMENTARI RIMASTI NEL M5S È QUESTO: È MEGLIO ANDARE ALLE URNE ACCONTENTANDOSI DEL DIRITTO A UNA FUTURA PENSIONE CHE SCATTA IL 24 SETTEMBRE O RESTARE CON DRAGHI ASSICURANDOSI ALTRI 9 MESI DI UNO STIPENDIO DA 14 MILA EURO CHE FORSE NON RIVEDRANNO PIÙ?”

 

Il timore è che, in caso di uscita dalla maggioranza, in molti decidano di andare a ingrossare le file dei dimaiani. Conte ne è consapevole, non vuole alimentare spaccature e non esclude del tutto nemmeno l'ipotesi di lanciare una consultazione

<blockquote class="twitter-tweet"><p lang="it" dir="ltr">Il vero dilemma dei 168 parlamentari rimasti nel M5S è questo:<br>- È meglio andare alle urne accontentandosi del diritto a una futura pensione che scatta il 24 settembre<br>- o restare con Draghi assicurandosi altri 9 mesi di uno stipendio da 14 mila euro che forse non rivedranno più?</p>&mdash; Sebastiano Messina (@sebmes) <a href="https://twitter.com/sebmes/status/1543327247221854211?ref_src=twsrc%5Etfw">July 2, 2022</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

GIUSEPPE CONTE, DALLA POCHETTE ALLA POCHADE - VIGNETTA ELLEKAPPA

Giuseppe Conte non sa davvero cosa fare. A chi gli ha parlato nelle ultime ore ha trasmesso tutto il tormento per un decisione difficile, quella di uscire dal governo, che resta sul tavolo. Nonostante le rassicurazioni offerte pochi giorni fa a Sergio Mattarella e la moral suasion di Enrico Letta, il presidente del Movimento 5 stelle ci sta ancora pensando. Pur sapendo che verrebbe accusato di far precipitare il Paese verso le elezioni anticipate, mettendo a rischio i fondi del Pnrr e la legge di bilancio.

 

Oltre che l'alleanza con il Partito democratico. Eppure, domani si presenterà a palazzo Chigi, per l'atteso confronto con Mario Draghi, ancora pronto allo strappo, se lo riterrà inevitabile. Molto dipenderà da quello che gli dirà il premier.

 

giuseppe conte enrico letta

Per domani mattina ha convocato il Consiglio nazionale M5s, vuole ricevere un mandato chiaro, un documento in cui esplicitare i temi da sottoporre a Draghi. Ad esempio, la questione dell'invio di armi in Ucraina, su cui ottenere un segnale concreto, almeno un'informativa in Parlamento prima di chiudere il nuovo decreto sulla fornitura di materiale bellico a Kiev.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

In generale, Conte vuole mostrare che il problema tra lui e il premier non è personale, ma politico. Ben oltre le polemiche per le presunte interferenze di Draghi e la richiesta a Grillo di rimuoverlo dalla guida del Movimento. Circostanza smentita dal presidente del Consiglio, anche se i sospetti restano, come sull'eventuale supporto del premier alla scissione compiuta da Luigi Di Maio.

 

«Non scherziamo su queste cose», ha commentato ieri il ministro degli Esteri. Ma per i suoi ex compagni la faccenda è seria: ritirare i ministri dal governo, uscire dalla maggioranza, significa chiudere la legislatura. Tra l'altro, i ministri M5s sono i primi a sconsigliare mosse azzardate. Fabiana Dadone, titolare delle Politiche giovanili, lo ha detto apertamente: «L'ipotesi di appoggio esterno non è percorribile, credo che la permanenza nel governo sia la scelta giusta».

conte draghi grillo 4

 

Il collega dei Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, la pensa allo stesso modo, mentre il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, è più fatalista e considera l'uscita dal governo come un'opzione.

 

È un senatore, a conferma che a palazzo Madama i 5 stelle sono tutti o quasi pronti al grande passo, dal vice capogruppo Gianluca Ferrara a un volto noto come Alberto Airola, che ha scritto su Twitter un messaggio eloquente: «Le fragole sono marce». Poi c'è Paola Taverna, che in pubblico si mantiene cauta, ma nelle riunioni riservate non ha risparmiato critiche a Draghi.

VIGNETTA GIANNELLI - GIUSEPPE CONTE

 

Tra i vice di Conte non è l'unica a spingere per lasciare il governo. Il più convinto è Riccardo Ricciardi, ma anche Michele Gubitosa è favorevole: proprio lui aveva definito il progetto per il nuovo termovalorizzatore a Roma la "linea rossa" del Movimento e non ha preso bene la bocciatura, in commissione Finanze alla Camera, dell'emendamento 5 stelle al decreto Aiuti, che avrebbe impedito la realizzazione dell'impianto.

 

C'è chi auspica l'addio a Draghi già in settimana, quando il governo potrebbe mettere la fiducia sul provvedimento. Non succederà, ma anche a Montecitorio sono in tanti in pressing, visto che i deputati "governisti" hanno in gran parte seguito Di Maio nel nuovo gruppo parlamentare. Chi è rimasto soffre in silenzio, come l'ex ministro Alfonso Bonafede o l'ex sottosegretario Riccardo Fraccaro. Tra i più prudenti, ma in minoranza, il capogruppo Davide Crippa, che interpreta le preoccupazioni di quelli che non vogliono chiudere anzitempo la loro (forse ultima) esperienza in Parlamento.

mario turco giuseppe conte paola taverna

 

Il timore è che, in caso di uscita dalla maggioranza, in molti decidano di andare a ingrossare le file dei dimaiani. Conte ne è consapevole, non vuole alimentare spaccature e non esclude del tutto nemmeno l'ipotesi di lanciare una consultazione online tra gli iscritti M5s, come più d'uno gli ha suggerito in questi giorni. Se alla fine romperà, almeno troverà Michele Santoro ad aspettarlo: «Se Conte lasciasse il governo di Draghi per mettersi in gioco a sinistra e rischiare - ha detto il giornalista - allora sarei disposto a dare una mano».

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI giuseppe conte mario draghialessandra todde mario turco giuseppe conte paola taverna michele gubitosi alessandra todde mario turco giuseppe conte paola taverna michele gubitosi riccardo ricciardi MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO