beppe grillo luigi di maio davide casaleggio

POLVERE DI CINQUE STELLE – GIRA CHE TI RIGIRA IL PROBLEMA SO’ SEMPRE I SOLDI: MENTRE CASALEGGIO PRESENTA LA NUOVA APP CHE SOSTITUIRÀ IL VBLOG, GIGGINO ALZA LA TESTA FRIGNANDO CHE “AGLI ATTIVISTI E AI TERRITORI NON ARRIVA UN EURO. LA CASSA DEVE GESTIRLA IL MOVIMENTO” – TORNA LA LINEA DURA CON L'ESPULSIONE DELLA SENATRICE MARINELLA PACIFICO E DEL DEPUTATO PAOLO NICOLÒ ROMANO. UNA MOSSA CHE ASSOTTIGLIA LA MAGGIORANZA IN SENATO…

Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

 

giuseppe conte e luigi di maio

A guardar bene, quella dentro il Movimento 5 stelle non è più una battaglia tra la struttura partito e l' algoritmo. Non è uno scontro tra chi vuole un capo politico e chi una segreteria. Tra chi pretende di fare più di due mandati in Parlamento e chi vuole costringere gli eletti a passare la mano. È invece, prima di ogni cosa, una battaglia per i soldi.

 

Così, mentre ieri Davide Casaleggio, Enrica Sabatini e Pietro Dettori i soci di Rousseau - presentavano la nuova App che di fatto sostituirà il blog permettendo di votare, conoscere gli eletti, informarsi sul loro operato, Luigi Di Maio registrava una trasmissione televisiva ( Accordi e Disaccordi ) dicendo: «Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento, dando parte delle risorse alle piattaforme informatiche e l' altra alla base ».

 

casaleggio di maio

Aggiungere «Di Davide mi fido ciecamente» non cambia la sostanza. Perché "Davide" è colui che ha sospeso molte funzioni della piattaforma Rousseau a causa di alcuni parlamentari che non versano i 300 euro dovuti per regolamento. Ed è il presidente dell' associazione alla quale arrivano tutte le microdonazioni chieste a nome dei 5 stelle, oltre che altri contributi degli eletti come quelli raccolti dal comitato eventi.

 

Quest' ultimo, si è visto recapitare una richiesta dal gruppo che sta organizzando gli Stati generali in presenza a Roma, Covid permettendo. Il reggente Vito Crimi pretende i fondi messi da parte proprio per iniziative di questo tipo. Una prima riunione si è svolta lunedì scorso. Si tratta di 200mila euro e per gestirli dovrebbe nascere un comitato apposito. E soprattutto, un nuovo conto corrente.

 

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

«Se Rousseau è davvero l' ecosistema del Movimento come dice Casaleggio - chiede provocatorio un ministro - allora perché a settembre ha chiesto 1,2 milioni di euro l' anno per gestirlo come fornitore esterno?

Avrebbe dovuto dire no, a nessuna cifra permetterò che il Movimento diventi qualcos' altro, e invece».

 

Il clima è indurito da dichiarazioni sempre più sferzanti: Casaleggio propone - in diretta su Zoom - che la app di Rousseau si usi anche per i voti in Parlamento, senza rendersi conto di dire un' eresia.

 

Le persone collegate fanno domande come: «Voteremo su Rousseau gli attivisti che andranno agli Stati generali? ». La risposta di Casaleggio è: «Non so ancora come saranno organizzati, ma non credo che in questo prima fase ci saranno voti on line».

LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI

La maggior parte delle questioni poste riguarda però il controllo degli eletti, la possibilità di dar loro dei voti o di sottoporre questioni da risolvere. La promessa ripetuta è sempre la stessa: «Buona idea, si può fare». Tutto sarà implementato grazie all'«open engineering», nuove «features » saranno aggiunte dopo che la prima versione della app sarà testata. Il manager tiene a ringraziare le «migliaia di attivisti» che gli hanno scritto «soprattutto nell' ultimo periodo».

 

E ormai senza nascondersi, tenta di scalare il Movimento stupendolo con effetti speciali insieme ad Alessandro Di Battista. L' ex deputato, negli ultimi giorni, si sta muovendo molto. Non solo per portare dalla sua parte la maggiora parte di parlamentari e consiglieri regionali o comunali possibili, ma anche per tentare di avere dei fedelissimi all' interno del goveno.

 

davide casaleggio luigi di maio

L'offerta più diretta è arrivata al sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, che pur non essendo mai stato particolarmente legato a lui in passato, negli ultimi tempi ha mantenuto vivi i contatti. Come Fabiana Dadone, la ministra della Pubblica amministrazione, molto amica di Di Battista dai tempi della prima legislatura.

 

Su di lui ieri Di Maio non ha affondato il colpo, ma ha fatto capire quanto ritenga ingiusta la sua posizione: «Sono contento del suo dinamismo - dice il ministro degli Esteri - contento che sia tornato dopo due anni e mezzo e dopo aver interrotto un percorso che avevamo iniziato insieme. Ma gli attacchi fanno male, perché la nuova sfida del Movimento non è sul cosa fare, i punti che elenca sono già nel programma, ma sul come farlo.

 

DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA

Su come arrivarci. Vorrei tanto ritirare i soldati dall' Afghanistan, che è stata una guerra ingiusta. Ma avere lì i nostri militari contribuisce alla credibilità internazionale che ci ha consentito di ottenere il Recovery fund». L' invito è sempre quello di tararsi sul presente, di capire cosa significhi essere forza di maggioranza e non di opposizione. Ma le cautele nelle dichiarazioni dei vari big tradiscono il timore che l' assalto dell' ex deputato possa spaccare i 5S fino al punto di non ritorno.

 

Non a caso, Di Maio fa una delle cose che Dibba ha chiesto prima di ogni altra: blinda la sindaca di Roma Virginia Raggi, «ha il pieno sostegno di tutto il Movimento» . Il ministro e il manager Luigi Di Maio, titolare degli Esteri, e Davide Casaleggio,presidente dell' associazione Rousseau.

 

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

davide casaleggio e luigi di maio a sum #03

Torna la linea dura nel Movimento e si continua a discutere sul ruolo di Davide Casaleggio, mentre Luigi Di Maio fa un passo di lato sull'alleanza strutturale con i dem. Ieri con un post scriptum in calce a un articolo sul blog il collegio dei probiviri ha annunciato l'espulsione della senatrice Marinella Pacifico e del deputato Paolo Nicolò Romano (si vocifera anche di decine di richiami ai parlamentari): i due erano nella lista dei ritardatari con le rendicontazioni.

 

Marinella Pacifico

Secondo il sito di riferimento del M5S, Pacifico era ferma con le restituzioni a maggio 2019, Romano ad agosto dello stesso anno. A preoccupare l'esecutivo è soprattutto il caso di Pacifico: la maggioranza di governo perde un voto certo al Senato dove i numeri sono già risicati. La senatrice, intanto, replica all'espulsione, citando Gianroberto Casaleggio «tradito da una classe dirigente autoreferenziale, inefficiente ed affaristica». Ma far discutere nel M5S sono le parole del figlio Davide, in particolare l'idea lanciata sul Corriere di ratificare le prossime nomine pubbliche con una votazione su Rousseau.

 

«Qualsiasi nomina pubblica deve passare per una cosa sola: la competenza», commenta la ministra Lucia Azzolina. «È chiaro che Casaleggio voglia concentrare tutto il potere su di sé», dice all'Adnkronos il deputato Fabio Berardini. Luigi Di Maio, invece, sembra volere attenuare la tensione: «Io di Davide Casaleggio continuo a fidarmi: è una persona su cui metto la mano sul fuoco», dichiara ad Accordi & Disaccordi .

ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

 

L'ex capo politico poi però reclama la gestione dei fondi: «Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento, dando parte delle risorse alle piattaforme informatiche e l'altra ai territori». Poi il ministro punge Di Battista: «Gli attacchi al Movimento mi fanno male, ma sono contento che Alessandro sia tornato a esprimere questo dinamismo.

 

I rapporti personali non devono essere toccati da quelli politici» e rallenta sull'idea dell'asse con i dem: «Non ho mai parlato di alleanza strutturale, ma neanche Nicola Zingaretti». Infine chiude la polemica sul Campidoglio: «Virginia Raggi ha il pieno sostegno del Movimento, ma al momento abbiamo bisogno di un grande confronto sui temi, non sulle persone». Intanto nel Movimento qualcosa si muove in vista degli Stato generali.

 

di maio grillo casaleggio

Sta prendendo quota un documento trasversale, che punta a una strada unitaria e che ha tra i promotori gruppi riconducibili anche a Stefano Buffagni. Il testo ha già raccolto l'adesione di 200 pentastellati, dai parlamentari ai consiglieri comunali. Si tratta di un manifesto di idee - spiega Giovanni Currò - «che vanno oltre alle suddivisioni territoriali, spunti che vogliono essere un contributo tematico per la discussione». E tra i punti proposti salta all'occhio una priorità nuova per il Movimento, una nuova stella: il lavoro. Un cambio di passo, uno sguardo complementare, per un M5S che ha fatto per anni del reddito di cittadinanza la bandiera principale.

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTAdi maio di battista funerali di gianroberto casaleggio 8LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...