luigi di maio

POLVERE DI CINQUE STELLE – MA SI ERA MAI VISTA UNA CRISI DI GOVERNO CON IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA A FARE DA SPETTATORE, ED È PURE FELICE DI FARLO? – IL MOVIMENTO 5 STELLE STA SVANENDO NELL’IRRILEVANZA. DI MAIO-NESE HA IL CARISMA DI UNA POMPA DI BENZINA, LA TAVERNA VA IN GIRO CON LA LOUIS VUITTON E NON C’È PIÙ ALCUNA VISIONE, SE NON QUELLA DELLA POLTRONA DA CUI NON VOGLIONO ALZARSI DOPO AVER VINTO LA LOTTERIA DELLE ELEZIONI 2018

luigi di maio giuseppe conte by osho

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

Non si era mai vista una crisi di governo con il partito di maggioranza relativa ben contento di fare da spettatore. Il Movimento Cinque Stelle siede al tavolo delle trattative, ma ha poco in mano, ancora meno da dire.

 

beppe grillo luigi di maio

Il Movimento che nel marzo del 2018 aveva preso il 32,7% alle elezioni politiche, scegliendo il futuro presidente del Consiglio, è diventato una presenza impalpabile e silente. La strategia del «fingersi morto», che spesso viene rimproverata al Partito democratico, dello stare fermo per lasciare passare la piena, per i Cinque Stelle non è più una semplice tattica.

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

 

Sta diventando piuttosto un modo d' essere, l' unico. Non sono previste deroghe, neppure per il cofondatore nonché padre nobile Beppe Grillo, che pochi giorni fa è stato per la prima volta invitato a rettificare un suo post apparso sul blog che porta il suo nome, perché lasciava intravedere la possibilità di una maggioranza allargata, qualcosa di diverso dal mantenimento dello status quo, che sembra essere l' unico orizzonte rimasto al Movimento 5 Stelle. Non c' è respiro, non c' è più visione.

 

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

C' è solo il qui e ora. Ne è la prova anche l' appoggio incondizionato a Giuseppe Conte, più forte di ogni dubbio. La soluzione per rimanere in vita oggi potrebbe rappresentare un danno domani.

 

Se il premier dovesse fondare un suo partito, l' elettore dei Cinque Stelle potrebbe scegliere tra una novità corredata dalla popolarità di Conte, e quel che resta di una nomenklatura pentastellata che si è bruciata ingoiando ogni possibile rospo, nonostante la posizione di forza dovuta al risultato elettorale del 2018.

LUIGI DI MAIO CON MASCHERINA TRICOLORE

 

Ma non importa, avanti così. Neppure Davide Casaleggio, negli ultimi mesi molto critico con l' immobilismo di M5S, prende posizione. Non vuole responsabilità nella crisi e nel suo scioglimento, preferisce che sia gestita da chi lo ha messo ai margini.

 

L' accettazione supina del proprio destino da comprimario non è solo effetto dell' istinto di sopravvivenza, ma anche dell' assenza completa di discussione sulla propria identità. Cos'è oggi il Movimento 5 Stelle? Non lo sa nessuno. E forse, ai diretti interessati non interessa neppure saperlo.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA VITO CRIMI

Luigi Di Maio si è dimesso da capo politico un anno fa, era il 22 gennaio del 2020. Grillo stesso fissò paletti molto distanti, imponendo la nomina di un nuovo leader «entro l'anno in corso». Siamo nel 2021, c' è una crisi che riguarda il governo di cui M5S è il maggiore azionista, e il nuovo capo ancora non c' è. Il tempo è trascorso in un ingarbugliarsi di regole vecchie e nuove, di reggenti a lungo termine e di cavilli utili solo ad allontanare il momento in cui M5S riuscirà a darsi una guida, e di conseguenza una direzione.

 

di maio lombardi di battista

Anche l' attuale travaglio governativo viene buono per congelare le tensioni interne, e ce ne sono molte, a cominciare dall' insoddisfazione del gruppo parlamentare verso un capo delegazione e un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, quest' ultimo in teoria il Gianni Letta di M5S, anch' essi evanescenti. Non si tratta di un ricompattamento, perché quello si fa intorno a un tavolo, discutendo. È solo una questione di forza maggiore, in definitiva un' altra occasione per prendere tempo, che poi è la cifra reale di questa versione del Movimento.

 

Alberto Airola, Barbara Lezzi, Beppe Grillo, Giorgio Sorial, Laura Castelli - referendum contro l euro - 2014 1

Il reggente Vito Crimi è stato prorogato, l' unica condizione imposta da Beppe Grillo al suo inerte interregno è l' indicazione di una data per la composizione del direttorio, l' organo collegiale di autogoverno, del quale non sembra vi sia grande bisogno, data la calma con la quale viene affrontata la questione.

 

Tutto per non decidere, per restare fermi. Un partito pesante come il voto di quasi un italiano su tre è diventato leggero come una piuma, senza alcun peso, quasi sollevato dalla sua irrilevanza. Questa sarà anche una crisi di governo indotta da un partito che i sondaggi stimano intorno al 2-3 per cento. Ma la vera anomalia del sistema politico italiano è un' altra.

giuseppe conte e luigi di maiobeppe grillo giuseppe conte luigi di maioluigi di maio vito crimifico grillo di maioLUIGI DI MAIO SI ASSEMBRA SENZA MASCHERINA CON ANDREA SCANZI AND FRIENDSVITO CRIMI GIUSEPPE CONTEvito crimi reggente del m5s by oshovito crimiLUIGI DI MAIO STATI GENERALI M5Sconte di maio grillo casaleggiocarlo sibilia luigi di maio federico dinca

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."