appendino di maio

POLVERE DI 5 STELLE! DI MAIO ARCHIVIA GRILLO E CAMBIA LA CARTA DI FIRENZE SCRITTA NEL 2009 DAL FONDATORE - DOPO LA BUFERA TORINESE LUIGINO HA DECISO DI CORREGGERE LA LINEA POLITICA: "VOGLIO MENO NO. NON HO MAI VISTO UNA FORZA POLITICA CHE PIÙ SI CHIUDE TRA I PURI E PIÙ VA AVANTI" - MA AD ALLARMARE IL VICEPREMIER SONO LE TRAME DI FICO: C’E’ LA SUA MANINA DIETRO IL PASSAGGIO DI ALCUNI PARLAMENTARI GRILLINI AL GRUPPO MISTO?

ILARIO LOMBARDO per la Stampa

 

appendino di maio

Il tempo dei sogni è finito, Luigi Di Maio mette il M5S di fronte alla realtà, quella brutta sporca e cattiva del governo del Paese e senza troppo farsi travolgere dagli eventi decide di pensionare la creatura di Beppe Grillo. Il capo politico ha annunciato che verrà cambiata la Carta di Firenze, datata 8 marzo 2009. È lì che tutto cominciò, da quei 12 punti che il comico genovese definì come comandamenti attorno ai quali costruire le Liste Civiche a Cinque Stelle candidate nei comuni italiani. Il M5S sarebbe nato sette mesi dopo, il 4 ottobre di quell' anno. «I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi.

 

Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata (. . .) Dai Comuni a Cinque Stelle si deve ripartire a fare politica con le liste civiche per Acqua, Ambiente, Trasporti, Sviluppo e Energia». Questa era la presentazione della Carta costituzionale del futuro Movimento. Tra i 12 punti c' erano l' acqua pubblica, il piano di mobilità per i disabili, sviluppo di fonti rinnovabili, piano di trasporti pubblici non inquinanti, espansione del verde urbano e altro.

LUIGI DI MAIO

 

La svolta Dieci anni dopo, all' indomani della sconfitta elettorale più dolorosa e con addosso un anno di esperienza di governo, Di Maio ha avviato un tour per riorganizzare il M5S. Ma il suo piano, ancora confessato a pochi e condiviso con alcuni territori, è di rifondarlo. Su nuove basi, nuovi principi, nuove prospettive. La tappa di Torino è stata cruciale, preparata da quella di Milano e seguita dal passaggio a La Spezia.

 

In quel Nord produttivo e diffidente verso i grillini, Di Maio ha voluto lasciare i semi della sua imminente rivoluzione con un' idea fissa che nega la visione di Grillo che ha ricordato che il M5S deve rimanere «biodegradabile». «Lo sarà sempre» ha risposto Di Maio intervistato dal Fatto. In realtà nei suoi recenti incontri con le basi cittadine ha detto altro. Ha detto: «Noi ci poniamo per governare e restare vivi a lungo». Di Maio ha l' urgenza di consolidare il M5S, di dargli un futuro come partito, radicato nel territorio e al governo il più possibile.

 

Che significa anche costruire carriere e dare prospettive. La struttura, di fatto una segreteria politica di 16-18 membri, arriverà a breve. Ci saranno i «facilitatori», come li ha definiti, responsabili di aree tematiche che si relazioneranno a referenti regionali. Tutti di nomina elettiva.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

 

Ogni cambiamento passerà dalla piattaforma Rousseau. Ma prima ancora della struttura, l' ossessione di Di Maio è l' anima del nuovo M5S, la sua ragione sociale, perché quella che c' è è stata plasmata nella carta di Firenze. «Servono nuovi spunti programmatici per andare avanti» è l' indicazione che ha dato Di Maio. Ma per andare avanti bisogna anche sapere rileggere il passato.

 

Disancorarsi dalla purezza originaria. «Non ho mai visto una forza politica che più si chiude tra i puri e più va avanti» ha detto ai militanti di Milano. «Non condivido tutto questo clima di nostalgia: torniamo ma dove? Andiamo avanti». Frasi che a Torino, nella città della lotta alla Tav, sono state sintetizzate in quell' attacco ai «nemici della contentezza» che mettono in difficoltà la sindaca Chiara Appendino, il volto governista che il capo politica vuole al suo fianco nella rifondazione.

di maio

 

Lo scontro interno Per farlo il leader è pronto ad affrontare il fuoco dello scontro interno con chi incarna quella purezza. Fare i conti con la fronda che i suoi uomini ormai esplicitamente chiamano «la minoranza dei No». Sì, perché Di Maio ha capito che può far leva sulla maggioranza degli eletti, soprattutto chi è passato dall' uninominale, che ne ha abbastanza delle fatwe di Alessandro Di Battista come delle aspirazioni di Roberto Fico. Anche questo è uno scoglio che il vicepremier è pronto ad affrontare: perché sa che il superamento del Movimento di Grillo è anche e soprattutto il superamento del Movimento di Fico.

 

fico di maio

A partire dall' Ambiente. «Non possiamo limitarci alle battaglie del 2005» ha ripetuto in questi giorni. È la sua pietra tombale sui girotondi contro le grandi opere, i cultori della decrescita felice. L' Ambiente Di Maio lo vorrebbe declinato nei miliardi di investimenti della green economy e del 5 G. Un modo anche per far dimenticare il sì obbligato alla Tav.

 

LE TRAME DI FICO

Pasquale Napolitano per il Giornale

 

Un sospetto da settimane tormenta il capo politico dei Cinque stelle Luigi Di Maio: dietro il passaggio al gruppo misto di alcuni parlamentari grillini c'è la manina del presidente della Camera Roberto FIco...

Di Battista Di Maio Fico fico di maioLUIGI DI MAIO ROBERTO FICODI BATTISTA DI MAIO

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?