POLVERE DI 5 STELLE – SUL MES VOTANO CONTRO IN 4, DI MAIO ACCUSA LA LEGA E CHIEDE DI FERMARE I SEDIZIOSI – POI SGANCIA LA BOMBA: “MERCATO DELLE VACCHE” (COSA INTENDE DIRE? QUALCUNO HA COMPRATO I SENATORI M5s?) – L’ADDIO DI UGO GRASSI AI PENTASTELLATI: ”NON MI RICONOSCO PIÙ IN VOI”

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Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

ugo grassi luigi di maio ugo grassi luigi di maio

Il capogruppo Gianluca Perilli sembra indemoniato. Va avanti e indietro e parla con chiunque. Gesticola, si accalora, si appoggia sconfortato allo scranno. Fuori si fa la conta: se ne vanno in due, anzi tre, forse in cinque. Il più nominato è Ugo Grassi.

 

Gianluca Castaldi si alza e gli si siede quasi in braccio, tartassandolo di domande. Più in là c' è Stefano Lucidi: si avvicina al premier Conte e gli stringe la mano. Quasi un commiato. Poi esce dall' Aula, inseguito dagli affannati Andrea Cioffi e Perilli. Ma non si può stare dietro a tutti. A rischio defezione ci sono anche Francesco Urraro e Luigi Di Marzio. Il gruppo sembra sul punto di implodere. È il caos.

 

LUIGI DI MAIO LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio, dall' Albania, invia un dispaccio segreto ai suoi due uomini più fidati (nonché compaesani di Pomigliano), Dario De Falco e Luigi Di Falco: convincete i sediziosi a rientrare. Nel frattempo, il voto su Rousseau dice sì al candidato per la Calabria Vincenzo Aiello. Ma passa con il 53,1 per cento, un niente che fa esplodere i favorevoli al dem Pippo Callipo.

 

perilli perilli

Gianluigi Paragone scavalca l' obsoleto Rousseau e usa Facebook per farsi dire dai suoi fan cosa votare, con domanda «pilotata»: vince di misura il no al Mes.

Di Maio, esasperato, parla di «mercato delle vacche».

Però è evidente che, più che voler entrare in qualche gruppo, in diversi se ne vogliono solo andare dai 5 Stelle. «Voglio uscire dalla ruota del criceto», sentenzia immaginifico Lucidi. Grassi scherza amabilmente, davanti ai suoi sbigottiti, con i leghisti Roberto Calderoli e Massimiliano Romeo. Salvini parla e Grassi, nel gelo, alza le mani e scandisce un applauso ritmato.

 

Poi tira su un foglietto tremolante, sotto lo sguardo affranto di Perilli, e annuncia: «Constato di non riconoscermi più nelle politiche del M5S».

 

salvini salvini

Un addio. Molto educato, ma pur sempre un addio. Lui e Urraro veleggiano verso la Lega. Il capogruppo Romeo sorride, ma non conferma: «Voci». Lucidi, invece, non si capisce. Fino a qualche giorno fa sembrava vicino al Pd, poi nei giorni scorsi non ha escluso un passaggio alla Lega. Ieri, invece, lo ha escluso con una certa veemenza («non salgo sul carro dei perdenti») per poi rimetterlo in dubbio: «Non so se vado nella Lega». Grande è la confusione nel firmamento 5 Stelle.

 

Il più defilato è un signore molisano di una certa età, con panciotto e bastone di legno.

il senatore Luigi Di Marzio se ne sta tutto solo in Transatlantico e spiega: «Sono un anziano, alla mia età ho bisogno di una weltanschauung, di una visione del mondo.

 

Non si può cambiare idea così, come si è fatto sul Mes.Non c' è più il senso della complessità, solo chiacchiericcio». Si dice che vada nel gruppo Misto: «Non è ancora detto, non è escluso che possano convincermi, che possa esserci un momento catartico. In tutti i casi devo potermi presentare al mio direttore generale (guarda verso l' alto, ndr), con qualche credenziale. In modo che mi possa dire: non hai capito proprio tutto, ma almeno ti sei applicato».

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