mike pompeo conte di maio

POMPEO ARRIVA A ROMA E VUOLE LA PROVA D'AMORE SUL 5G CINESE: L'AMERICA INTENDE USARE L'ITALIA COME ARMA IN PIÙ NELLA GUERRA COMMERCIALE. MA CASALEGGIO SPINGE SU DI MAIO IN FAVORE DI PECHINO, E I CONSIGLIERI DIPLOMATICI CONCORDANO - REGNO UNITO E GERMANIA HANNO POTUTO USARE LA TECNOLOGIA CINESE SENZA CHE TRUMP LI BULLIZZASSE TROPPO PERCHÉ…

1. POMPEO ARRIVA A ROMA E VUOLE LA PROVA D'AMORE SUL 5G CINESE

DAGONEWS

 

mike pompeo

Una domanda sorge spontanea quando si leggono le pressioni delicatissime che gli USA stanno facendo sull'Italia nel campo delicatissimo del 5G, soprattutto alla vigilia della visita del segretario di Stato Mike Pompeo a Roma. Come mai Regno Unito e Germania hanno potuto adottare le tecnologie cinesi senza grossi strepiti americani?

 

Innanzitutto, dei servizi segreti inglesi si fidano, c'è una collaborazione strettissima che risale alla Seconda Guerra Mondiale e non si è mai interrotta. Collaborano nel primo grande orecchio globale, cioè Echelon, che ha base in Australia e riunisce gli altri paesi del Commonwealth Canada e Nuova Zelanda.

 

5g

La Germania invece va abbastanza per conto suo, con la Merkel che ha una special relationship con Xi Jinping da molto tempo, roba che Trump ancora presentava The Apprentice. Berlino ha rassicurato Washington sui dispositivi di sicurezza messi in campo per evitare che la Cina possa prendere in mano la sua infrastruttura tecnologica, e comunque è un sistema politico-istituzionale troppo forte per farsi bullizzare da Donald (che infatti ha un pessimo rapporto con Angelona e la punisce coi dazi).

 

Invece indovinate quale paese è considerato sia inaffidabile che malleabile? Of course, good old Italy. Non solo siamo percepiti come potenziali vittime (politiche e tecnologiche) del gigante cinese, ma aver firmato il protocollo della Via della Seta ci ha trasformato in un'arma impropria da usare nella guerra commerciale USA-Cina. Trump, se riuscisse a incassare l'embargo a Huawei e Zte da Conte, potrebbe metterlo sul tavolo dei negoziati.

 

SALVINI E MIKE POMPEO

Solo che da noi c'è un certo Gianroberto Casaleggio che ha un ottimo rapporto con le aziende cinesi, e un ministro degli Esteri che fino all'altroieri era un grande fan di ''Ping''. Oggi Di Maio, si è ri-girato verso le sponde atlantiche e non gli dispiacerebbe di liberarsi dell'influenza del guru junior, ma non può. Così i suoi consiglieri diplomatici (come quelli di Conte) gli suggeriscono di tenere duro, o meglio di temporeggiare, convinti (giustamente) che prima o poi Trump e Xi troveranno la quadra, e tranciare di netto i rapporti con Pechino sarebbe un suicidio inutile.

 

Vedremo se Pompeo lascerà che l'Italia continui nel suo sport preferito, il cerchiobottismo, di sicuro durante la sua visita parlerà molto di Medioriente e Libia.

 

 

2. POMPEO «SBARCA» IN ITALIA BRACCIO DI FERRO SUI DAZI UE

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della sera

5g 1

 

Mike Pompeo arriva in Italia per sondare il nuovo governo su Cina e Russia. Ma saranno i dazi a tenere banco negli incontri con il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La visita del Segretario di Stato americano cade proprio in giorni di grande tensione nei rapporti commerciali tra Stati Uniti ed Europa. E quindi anche Bruxelles seguirà con attenzione i segnali in arrivo da Roma.

 

Oggi il Wto, l' Organizzazione mondiale del Commercio, decide qual è l' importo dei dazi che gli Stati Uniti potranno imporre all' Unione Europea, come compensazione dei danni subiti per la concorrenza sleale di Airbus. Il contenzioso era iniziato nel 2004, con un ricorso anche della Ue contro i sussidi pubblici ricevuti dall' americana Boeing. Secondo le indiscrezioni la penalità imposta dal Wto dovrebbe aggirarsi intorno agli 11 miliardi di dollari. La Casa Bianca, però, ne vorrebbe 20.

CONTE TRUMP

 

Robert Lightizer, rappresentante per il Commercio e consigliere di Donald Trump, ha fatto preparare due elenchi di beni da colpire: uno incide su un volume pari a 21 miliardi di dollari; l' altro comprende 89 merci, per un ammontare di 4 miliardi. I dazi potrebbero salire fino al 100% del controvalore importato.

 

Il problema è che l' agroindustria italiana pagherebbe un prezzo molto pesante. Basta scorrere le due liste di Lightizer: Parmigiano Reggiano, Grana, pasta, olio, vino. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha spiegato ieri al Corriere che i prelievi su Parmigiano e Grana, per esempio, potrebbero balzare da 2 a oltre 20 euro al chilo, «con un crollo dell' export pari al 90%».

 

Certo, il cibo non c' entra nulla con gli aerei. Ma c' è una spiegazione politica. L' intransigente Lightizer vuole mettere in difficoltà l' Unione Europea fino a che non accetterà di spalancare i mercati al «made in Usa», partendo proprio dai prodotti agricoli.

Il «verdetto» del Wto offre all' amministrazione americana uno strumento, forse inaspettato, di pressione sugli europei.

 

Conte e Di Maio proveranno a convincere Pompeo a calibrare in modo più equilibrato l' ondata di dazi, evitando quello che è, oggettivamente, un accanimento contro le produzioni più pregiate dell' agroindustria italiana (e anche francese). In cambio l' Italia si impegnerà a favorire la ripresa del negoziato più complessivo sull' interscambio tra Unione Europea e Usa. L' operazione non è facile sul piano diplomatico, perché gli aiuti ad Airbus furono decisi da Bruxelles e quindi la responsabilità politica è di tutti i partner Ue.

 

huawei a shenzhen 1

Nei mesi scorsi Pompeo è stato durissimo con quei Paesi, fossero anche degli alleati, pronti ad acquistare la tecnologia delle telecomunicazioni 5G dalla cinese Huawei: «Se lo fate vi taglieremo fuori dallo scambio di informazioni sensibili».

Il governo gialloverde fu tra i più convinti ad aderire alla «Via della Seta», il piano di investimenti in infrastrutture promosso da Pechino.

 

L' Italia ha adottato il cosidetto «golden power» per tranquillizzare Washington. In sostanza l' esecutivo può imporre alle aziende che operano in Italia di inserire clausole di sicurezza negli accordi stretti con società cinesi.

 

Ma per gli americani il discorso non è chiuso. La rete 5G, che consentirà per esempio la guida senza autista, può interferire con gli impianti satellitari del Pentagono e della Nato. Gli esperti americani verificheranno l' efficacia delle misure adottate dal governo. Pompeo vuole anche capire se siano cambiati gli equilibri politici.

sabrina weng wanzhou. 3

Nell' esecutivo precedente la diffidenza di Matteo Salvini compensava le aperture di Luigi Di Maio.

 

Pompeo verificherà la tenuta dell' Italia sulle sanzioni economiche imposte a Mosca dopo l' annessione della Crimea. È il minimo sindacale, ma finché Trump sarà alla Casa Bianca, Washington non può chiedere di più ai suoi alleati.

Il Segretario di Stato proverà anche a migliorare i rapporti in Vaticano: prevista un' udienza privata con Papa Francesco.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...