PREPARATE I POP CORN: OGGI POMERIGGIO CI SARÀ L’INCONTRO-SCONTRO DRAGHI-CONTE! – IL PROBLEMA PER “MARIOPIO” È PIÙ CHE ALTRO CAPIRE COSA VUOLE PEPPINIELLO APPULO: STREPITA, SI AGITA, MA NON FA RICHIESTE SPECIFICHE. DI SICURO IL PREMIER PROVERÀ A DISINNESCARE LA RETORICA SUI DOSSIER SOCIALI: DRAGHI È DISPOSTO A RIVEDERE L’EMENDAMENTO SUL REDDITO DI CITTADINANZA, E A MUOVERSI CONCRETAMENTE CONTRO L’INFLAZIONE. L’UNICA COSA SUI CUI NON ARRETRERÀ SONO LE ARMI ALL’UCRAINA E LA POSIZIONE INTERNAZIONALE DELL’ITALIA…

-

Condividi questo articolo


Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

INCONTRO DRAGHI CONTE - VIGNETTA BY ROLLI INCONTRO DRAGHI CONTE - VIGNETTA BY ROLLI

Offrirà ascolto. Disponibilità a impegnarsi al massimo sui dossier sociali, a partire dal reddito di cittadinanza e dalle prossime, imminenti misure di contrasto all'inflazione. Mario Draghi ha nuovi interventi in cantiere nelle prossime settimane. E garantirà a Giuseppe Conte - come al Pd e alla Lega - uno sforzo del governo per sostenere i più deboli e spezzare la catena dell'aumento dei prezzi.

 

Allo stesso tempo, chiarirà all'avvocato che sugli impegni internazionali dell'Italia l'esecutivo non arretrerà di un millimetro. Le armi a Kiev, continueranno ad arrivare. Il decreto interministeriale, il quarto, sarà pubblicato tra mercoledì e giovedì. L'ombrello del Parlamento c'è, ribadito anche di recente. Ecco, se il Movimento cerca una scusa per una crisi di governo, questo è il terreno su cui incontrerà intransigenza da parte di Palazzo Chigi.

GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

 

Un primo, grande risultato per il capo dell'esecutivo sarebbe questo: capire cosa vuole davvero Conte. Non ha chiaro - non ha mai avuto chiaro - quale sia il punto di caduta del leader 5S. L'avvocato si comporta spesso come se volesse mettersi all'opposizione, poi però resta nel governo. E soprattutto: non chiede. Non propone.

 

Non rilancia, come fanno tutti, per poi tentare di accordarsi. Non c'è dunque rabbia, quando Draghi si confronta con la resistenza di Conte: semmai stupore e scarsa comprensione delle ragioni che guidano il pentastellato nel conflitto con Palazzo Chigi.

Non tutto, però, sembra sotto controllo.

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

Durante il vertice tra Enrico Letta, Roberto Speranza e Conte si è avvertita netta la sensazione di trovarsi su un piano inclinato, con il grillino davvero in bilico. È come se l'avvocato sapesse di non avere ormai altra scelta che rompere, ma non avesse il coraggio (la spregiudicatezza, la convinzione) di arrivare fino in fondo.

 

Una cosa, almeno, sembra guidare le mosse del leader 5S: se opposizione deve essere, che sia cavalcando un tema sociale. Ma è proprio per questo motivo che Draghi non sembra disposto a regalare al Movimento questa possibilità. Il presidente del Consiglio è pronto ad esempio a mostrare massima disponibilità sui dossier sociali, nei limiti del possibile e del bilancio.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

L'emendamento che ha modificato il meccanismo del reddito di cittadinanza, per iniziare, potrà nuovamente essere rivisto: stralciato dal decreto, oppure cambiato in sede di attuazione del provvedimento. Ma non è tutto. Bisogna muoversi per contenere l'inflazione. Quella europea, a differenza degli Stati Uniti, non è figlia di un'economia dopata da misure per la ripresa. Non è necessario, dunque, raffreddarla con una politica dei tassi, piuttosto incidendo sulla scintilla che ha provocato l'impennata: il costo dell'energia.

 

MARIO DRAGHI 2 MARIO DRAGHI 2

Con un tetto al prezzo del gas, per il quale l'ex banchiere chiede unità d'intenti tra le forze politiche in modo da condurre una battaglia a Bruxelles. E attraverso interventi mirati prima dell'estate: non solo per il contenimento del prezzo della benzina e delle bollette, ma per il sostegno ai deboli e alle imprese in crisi. Ricercando un patto con le parti sociali, in modo da garantire il potere d'acquisto dei salari più bassi ed evitare allo stesso tempo un rialzo degli altri stipendi, che favorirebbe una spirale inflazionistica generalizzata.

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

Una mediazione sul termovalorizzatore di Roma, inoltre, è considerata alla portata. E comunque, nessuno ritiene che Conte voglia uscire dal governo su questo punto, per di più nei giorni in cui Roma sembra travolta dai rifiuti e dai miasmi nelle strade piene di turisti.

 

Se l'avvocato vorrà discutere di tutto questo, troverà in Draghi un interlocutore disponibile. Se invece porrà condizioni inaccettabili - ricatti, veti, richieste di rimpasto a scapito dell'ex grillino Luigi Di Maio - incontrerà la resistenza del presidente del Consiglio.

 

mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev mario draghi olaf scholz emmanuel macron sul treno per kiev

Da capire inoltre se il grillino solleverà il nodo della rappresentanza del Movimento al ministero dell'Economia, adesso sguarnita. Tutto, comunque, va interpretato partendo da una premessa: il premier resterà a Palazzo Chigi soltanto a condizione di poter incidere. E in un quadro di unità nazionale: se i cinquestelle si sfileranno, o ipotizzeranno appoggi esterni, allora la crisi sarebbe immediata.

 

Esiste però un solo dossier su cui Palazzo Chigi ha già fatto sapere ai grillini che non arretrerà: le armi a Kiev e la posizione internazionale dell'Italia nella crisi. Su questo punto, non esiste discussione. Anche perché domani Draghi volerà ad Ankara. E tratterà con Erdogan i dettagli di un patto per il grano - reclamato per primo - che è esempio di quella volontà di non trascurare gli spiragli di diplomazia. Se neanche questo dovesse bastare a Conte, allora ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI AL TELEFONO AL MUSEO DEL PRADO DI MADRID MARIO DRAGHI AL TELEFONO AL MUSEO DEL PRADO DI MADRID conte draghi grillo 4 conte draghi grillo 4 draghi conte draghi conte GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...