giuseppe conte rocco casalino

IL PROBABILE BIG BANG DEI 5 STELLE ALLARMA IL CONTE-CASALINO - CON QUESTA MAGGIORANZA, "GIUSEPPI" NON CORRE RISCHI MA NEL CASO DI UNA SPACCATURA GRILLINA AL SENATO NON CI SAREBBERO PIÙ I NUMERI - A QUEL PUNTO TOCCA IMBARCARE I CENTRISTI E ALCUNI DEI SENATORI IN USCITA DA FORZA ITALIA - GLI "ADDETTI AI LIVORI": "QUANDO CAMBIA IL QUADRO POLITICO, SPESSO CAMBIA ANCHE IL PREMIER…"

MARCO ANTONELLIS per Italia Oggi

 

conte casalino

Non dite a Silvio Berlusconi che forse un domani dovrà sottostare alla volontà di Matteo Salvini, uno che un tempo era soltanto uno dei suoi tanti «peones» parlamentari, seppur di sponda leghista: «L'ha visto "crescere" come potrebbe ora il cavaliere riconoscere leader il capitano leghista?» Questa la domanda che si fanno in transatlantico i fedelissimi del Cav, che di sottostare alla leadership di Matteo Salvini non ne vogliono proprio sapere.

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Anzi vedono la cosa come una vera e propria eresia. Non per niente, spiegano soddisfatti, l'incontro tra Salvini, Berlusconi e Meloni che si sarebbe dovuto tenere nelle scorse ore è saltato prima ancora di essere ufficialmente annunciato. Insomma, in attesa che il 30 settembre ci sia una riunione di gruppo alla camera, i big di Forza Italia cominciano ad interrogarsi sul futuro del partito. Il tratto comune però che sembra unire tutti quanti è quello di voler fare a meno di Matteo Salvini.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

Altro che centro-destra unito e leadership comune. Matteo non può assolutamente rappresentare il futuro dei moderati italiani, non è questo il profilo che serve al centrodestra per tornare al governo, il refrain che va per la maggiore. Non per niente a scendere in campo e dare l'altolà al capitano leghista è stato Renato Brunetta, uno dei pochi che può vantare un filo diretto con il cavaliere. Il segretario del partito di via Bellerio, per Brunetta «ha preso decisioni unilaterali, parlando solo per la Lega.

 

Non ha mai seguito lo stile di Silvio Berlusconi e, ha ragione oggi Giovanni Toti, non si è mai fatto carico di fare la sintesi di un centrodestra plurale». Anche Mara Carfagna, leader molto ascoltata all'interno di Forza Italia, non usa perifrasi: «Il centrodestra, in tutte le sue componenti, è a un bivio.

 

conte casalino

Può continuare a inseguire il progetto sovranista oppure ammettere che il quinquennio d'oro del populismo è finito spaventa i moderati e quindi chiude la via del governo». Insomma, da un lato c'è il riconoscimento del fatto che bisognerà fare qualcosa per unire il centro-destra dall'altro lato però di farsi guidare da Salvini in veste di leader di coalizione in FI non ne vogliono proprio sentir parlare.

 

Nel frattempo però si rischiano di ripetere spartizioni, riti ed errori del passato anche in vista delle amministrative del prossimo anno, ovvero che il centrodestra ci arrivi senza alcuna reale condivisione di nomi e soprattutto di campagne elettorali. L'intesa sulle prossime amministrative tra Salvini, Meloni e Berlusconi, a quanto si apprende, prevederebbe che il candidato su Roma venga scelto da Fratelli d'Italia, quello per Milano dalla Lega e per Torino da Forza Italia. Il solito «ognun per sé e Dio per tutti» senza un vero gioco di squadra.

berlusconi letta

 

Esattamente lo stesso schema della spallata appena fallita. Intanto, passata la bonaccia della vittoria elettorale anche dalle parti di Palazzo Chigi si ricomincia a fare i conti con la realpolitik. Il probabile big bang dei 5 Stelle preoccupa molto gli uomini del premier. E al Nazareno qualcuno già parla di probabile scissione dentro il Movimento. Comunque il più preoccupato di tutti resta Conte: con questa maggioranza il premier non corre rischi, mentre diverso sarebbe il caso di una spaccatura grillina.

 

A quel punto, soprattutto al Senato, il premier non avrebbe più i numeri. E bisognerebbe imbarcare dei centristi, e alcuni dei senatori in rotta di Forza Italia. Un cambio di quadro politico, quindi, al quale stando ad autorevoli indiscrezioni, nemmeno Silvio Berlusconi e Gianni Letta sarebbero insensibili. E quando cambia il quadro, spesso cambia anche il premier. Ecco perché Conte ed il suo Casalino sono molto preoccupati.

giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte rocco casalino emmanuel macron

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