giorgia meloni giancarlo giorgetti

PRONTI PER IL MEGA-CONDONO? – IL GOVERNO STA LAVORANDO AL PACCHETTO DI NORME FISCALI CHE SARÀ APPROVATO TRA QUALCHE GIORNO A PALAZZO CHIGI: LA PARTE NOTA È LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI, MA QUELLA PIÙ IMPORTANTE E FINORA IGNOTA È UN’ALTRA: UN COLPO DI SPUGNA SU TUTTI I REATI DI NATURA TRIBUTARIA, CIVILI E PENALI. CHI DECIDE DI PAGARE, A RATE, NON FINIRÀ A PROCESSO

1 - IL GOVERNO VUOLE GRAZIARE GLI EVASORI FISCALI CHI PAGA A RATE EVITA DI FINIRE A PROCESSO

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

maurizio leo giorgia meloni

«Non faremo condoni, noi la chiamiamo tregua fiscale». Negli ultimi giorni Maurizio Leo, vice al Tesoro ma nei fatti ministro delle Finanze del governo Meloni, moltiplica le presenze televisive. C'è da preparare l'opinione pubblica al pacchetto di norme fiscali che tempo qualche giorno verrà approvato a Palazzo Chigi. La parte nota del provvedimento è sulla rottamazione delle cartelle esattoriali.

 

Quella più importante e fin qui ignota è però un'altra: un colpo di spugna su tutti i reati di natura tributaria, civili e penali. Secondo quanto risulta a La Stampa da fonti concordanti, se ne è discusso due giorni fa in una riunione tecnica mentre la premier saliva sul volo per l'Indonesia dove era attesa al vertice G20.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il pacchetto, che conterrà una trentina di norme, si può sintetizzare così: chi deciderà di pagare il dovuto al fisco perché evaso e oggetto di procedimento giudiziario sarà sollevato da qualunque pendenza. Il piano del governo permetterà di fermare i processi in corso, purché si paghi il dovuto, senza sanzioni e interessi.

 

A ieri le norme ipotizzate non escludevano nessun tipo di reato connesso, mafia o riciclaggio, per citare due casi estremi. L'importante è pagare, e liberarsi dei capi di imputazione in materia tributaria.

 

«Ci sarà una riduzione delle sanzioni perché il nostro sistema oggi è fuori linea rispetto all'Europa», spiegava ieri Leo a SkyTg24. Più che una riduzione delle sanzioni, ciò a cui lavora il tributarista di Fratelli d'Italia è una vera e propria depenalizzazione. Molti dettagli sono ancora in discussione. Il più importante di tutti: l'evasore che paga otterrà l'estinzione del reato o la sua non punibilità?

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

La questione non ha solo un valore simbolico, poiché nella bozza del governo è prevista anche la rateizzazione delle somme evase. Ipotizziamo una frode Iva da un milione di euro: una volta sottoscritto l'impegno a pagare l'intero, l'evasore potrà restituire il dovuto in dieci versamenti. Ma che accadrebbe se nel frattempo dovesse interrompere la restituzione del dovuto?

 

Se prevarrà l'ipotesi restrittiva, il processo, fino a quel momento sospeso, dovrebbe ripartire senza che siano nel frattempo decorsi i termini della prescrizione. Ogni decisione sarà sul tavolo della Meloni al rientro da Bali, perché promette di alimentare i pregiudizi della Commissione di Bruxelles verso un Paese in cui il tasso di evasione è fra i più alti dell'Unione. Nelle bozze che circolano c'è anche un'ipotesi di «voluntary disclosure» per l'emersione di somme depositate all'estero, e con diverse soglie.

 

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

L'unico condono fin qui escluso (ma a lungo discusso) è quello sulle somme in contanti, già oggetto di un duro scontro nella maggioranza che sosteneva il governo Renzi.

Il colpo di spugna sui reati tributari non è tecnicamente un condono perché le somme dovute sono quelle oggetto dei mancati versamenti.

 

Ma la sostanza non cambia: per l'ennesima volta l'Italia sceglierà di cancellare ogni pendenza fino a mille euro e la punibilità per gravi reati tributari e senza soglia, già esclusa per le somme inferiori ai centomila euro.

 

Secondo le ricostruzioni con fonti di governo, uno dei ministri più in difficoltà in questo momento è il vicepremier Antonio Tajani, il quale nei mesi scorsi al Parlamento di Strasburgo si è speso per l'approvazione di una direttiva per il contrasto alle frodi fiscali.

giorgia meloni parla con giancarlo giorgetti alla camera

 

La direzione però è decisa, e nessuno nella maggioranza sembra contrario alla cosiddetta «tregua fiscale», uno dei tanti eufemismi usati dalla politica per giustificare il perdono verso chi froda il sistema fiscale. La maggioranza replica che occorre dare risposte a chi durante la pandemia «non ce l'ha fatta» e aggredire un contenzioso da quasi mille miliardi di euro. E poco importa se dentro ci sono somme non riscosse da defunti o la punizione dei grandi evasori.-

 

 

2 - ECCO IL PIANO DEL GOVERNO PER ROTTAMARE LE CARTELLE

Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

 

Meglio dare la caccia inutilmente ai microcrediti della Riscossione nel nome della lotta senza quartiere all'evasione o evitare di buttare i soldi dei contribuenti onesti che le tasse le pagano? Messa così, il dilemma morale che avvolge la cosiddetta pace fiscale non sembra così complicato da sciogliere.

 

È una questione di numeri. Lo stock complessivo di cartelle esattoriali non riscosse, ha spiegato lunedì sera al programma di Nicola Porro Quarta Repubblica il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, è arrivato alla cifra mostruosa di 1.132 miliardi.

 

GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA

Di questa assurda montagna di crediti (anomalia tutta italiana che non ha eguali all'estero) solo il 6-7% ha una speranza di essere incassato. Ma il tentativo costa. E quando gli importi sono sotto i 1.000 euro il gioco non vale più la candela: la Riscossione spende più soldi di quelli che riuscirebbe a portare in cassa.

 

Nasce da qui, da una valutazione economica e da un po' di buon senso, il primo tassello del corposo pacchetto fiscale che il governo sta mettendo a punto. Quello che alcuni chiamano condono, ha spiegato Leo, è «una tregua fiscale» che riguarderà solo le somme sotto la soglia di "convenienza" iscritte a ruolo prima del 2015, esattamente come è stato fatto per quelle dal 2000 al 2010.

 

ROTTAMAZIONE TER

CARTELLE ESATTORIALI

 Questo è l'unico caso in cui i contribuenti, ammesso che ne siano a conoscenza, visto che nella maggior parte dei casi si tratta di piccolissime somme lievitate nel tempo, vedranno estinto il proprio debito. Per il resto l'esecutivo sta studiando una serie di interventi che hanno come finalità, più che altro, quella di dare una mano a chi è indietro con i pagamenti a mettersi in regola.

 

Anche sulla tagliola del 30 novembre potrebbe esserci qualche novità. Per quella data chi non ha eseguito i versamenti del 2022 della rottamazione ter dovrebbe pagare tutto quanto in un'unica soluzione. Ebbene, secondo il viceministro «anche questa situazione potrà in qualche modo essere risolta». Più in generale, invece, lo schema messo a punto da Leo prevede che per le cartelle iscritte a ruolo entro lo scorso settembre/ottobre da 1.000 a 3.000 euro gli interessi e gli aggi saranno azzerati e le sanzioni diminuite, mentre il dovuto potrebbe ridursi del 50%. Ma sulla percentuale, ha precisato l'esponente di Fdi, «stiamo ancora ragionando e facendo i conti».

 

Sopra i 3.000 euro, invece, l'imposta si pagherà per intero e la sanzione sarà ridotta al 5%, sempre con lo stralcio di aggi e interessi. Allo studio anche la possibilità di dilazionare gli importi, spalmandoli su un periodo che dovrebbe essere di cinque anni. Pure in questo caso l'arco temporale esatto è ancora in fase di definizione.

giorgia meloni parla con giancarlo giorgetti alla camera

 

Il governo, infine, è al lavoro anche su chi negli ultimi anni non ce l'ha fatta a pagare per Covid, bollette e difficoltà economiche. Non cartelle, dunque, ma omessi versamenti: il contribuente dovrà versare l'imposta, ma saranno tolte le sanzioni e sarà concesso più tempo per saldare il debito.

 

Capitolo a parte è quello che riguarda un alleggerimento del sistema sanzionatorio, che rientrerà nella riforma fiscale vera e propria. Qui la logica può sembrare ancora una volta finalizzata ad aiutare i furbetti.

 

MENO SANZIONI

giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto giachetti

In realtà si tratta di un intervento rivoluzionario per il sistema tributario italiano, che mentre dice di voler far vedere i sorci verdi a chi si nasconde al fisco, continua invece ad accanirsi regolarmente contro i contribuenti che non saranno proprio modello, ma la buona volontà almeno ce la mettono. «Il vero problema del fisco italiano oltre al carico che è estremamente rilevante», ha detto Leo, «è il sistema sanzionatorio.

 

Se un soggetto ha presentato la dichiarazione iva e non ha onorato il suo debito tributario o non ha dichiarato correttamente, è giusto che paghi una sanzione per infedele dichiarazione però a questa si aggiunge anche una sanzione per omesso versamento. E queste sanzioni cubano dal 110 al 220%».

 

CARTELLE ESATTORIALI

Quanto alla flat tax, Leo sembra escludere, almeno per ora, quella incrementale rivolta ai dipendenti, per i quali si interverrà più probabilmente sulla detassazione dei premi di produttività. Mentre per quella relativa alle partite Iva l'asticella difficilmente potrà salire sopra gli 85mila euro di reddito: «Ci sono delle regole europee che consentono di arrivare solo a quel tetto».

 

E sempre la Ue potrebbe dare la linea sugli extraprofitti. «La misura che si applica oggi», ha spiegato Leo a SkyTg24, «è del 25%, il regolamento europeo a cui dobbiamo fare riferimento parla del 33%, potremmo attestarci su quella misura o andare anche oltre». Per risolvere il problema dei crediti incagliati del superbonus, infine, il viceministro ha annunciato che è stato già avviato un tavolo tecnico. La soluzione più gettonata è quella proposta da Abi e Ance di consentire alle banche di usare i pagamenti degli F24 presi in carico per aumentare la capienza fiscale.

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