matteo salvini giorgia meloni

PROSCIUTTO E MELONI – LA DUCETTA DI “FRATELLI D’ITALIA” OSTENTA SINTONIA CON SALVINI: “C’È UN DISEGNO PER SEPARARCI E METTERCI CONTRO. LA REALTÀ È CHE INSIEME FACCIAMO PAURA. LE FRIZIONI CI SONO MA IL LEGAME È FORTE” - “LE SPONDE INTERNAZIONALI? VADO DA CHI PUÒ AIUTARE L’ITALIA. SU “GIUSEPPI” TRUMP È STATO MAL CONSIGLIATO. CONTE È ESPRESSIONE DEL M5S, CHE HA CONCESSO ALLA CINA IL PASSEPARTOUT SU ALCUNI ASSET STRATEGICI…”

 

Federico Novella per “la Verità”

 

giorgia meloni ospite di fuori dal coro 3

Onorevole Giorgia Meloni, sulla prescrizione i partiti di governo si scambiano accuse reciproche di «minacce e ricatti».

«L' Italia non può più permettersi un governo spaccato e diviso su tutto, senza una visione e un programma, tenuto insieme solo dall' amore profondo per la poltrona. Basta giocare sulla pelle degli italiani: elezioni subito per dare alla nazione un governo che difenda i suoi interessi».

 

E nel merito del provvedimento?

salvini bonafede

«Le norme del ministro Alfonso Bonafede sono degne del regime comunista cinese. Noi l' abbiamo sempre detto: puoi anche mettere mano alla prescrizione, ma prima devi intervenire sulla durata dei processi».

 

GIORGIA MELONI INSULTATA DALLE SARDINE

Immaginiamo che un giorno Matteo Salvini le telefoni, proponendole un governo istituzionale per traghettare il Paese alle elezioni, imbarcando necessariamente anche Matteo Renzi. Lei che fa?

«Non me lo chiederà mai. Anche perché non sarebbe una proposta intelligente. Questi governi nati in Parlamento non hanno nessun tipo di visione per il Paese. Servono soltanto a mantenere in vita una certa classe politica. Occorre un governo compatto, scelto dai cittadini».

SALVINI E RENZI

 

Intanto, mentre parliamo di prescrizione, l' Italia è fanalino di coda in Europa in termini di crescita.

«È vero che tutto va inserito nello scenario internazionale. Ma quando tutti gli altri crescono e noi restiamo in coda al gruppo, allora dietro ci sono scelte sbagliate. Renzi, Enrico Letta, Paolo Gentiloni, Conte uno e due: le politiche sono sempre le stesse. Aumentano burocrazia e pressione fiscale, spendono in deficit e fanno miliardi di marchette elettorali. Non funziona, ma continuano a battere la testa sullo stesso muro».

 

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

In realtà entro la primavera dovrebbe arrivare sul tavolo un progetto di legge delega sulla riforma dell' Irpef. Potrebbe essere la volta buona?

«Sono discorsi bellissimi, ma intanto le tasse le hanno aumentate, mentre le imprese chiudono. Non hanno ancora capito che i soldi impiegati nella spesa pubblica producono zero, mentre quelli impiegati negli investimenti ti tornano indietro due volte. Invece nell' ultima manovra avevamo 16 miliardi in deficit e sugli investimenti meno di 2».

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

 

Serve anche un tagliando alla quota 100, ripetono a Palazzo Chigi

«Quota 100 è un' iniziativa sensata. Loro dicono che non ha creato posti di lavoro? Ma che c' entra la previdenza con la crescita economica? Solo uno sprovveduto può pensare che quando liberi un posto di lavoro se ne crea in automatico un altro. Quello dipende soltanto dalla salute dell' economia».

 

Da una parte, con il taglio del cuneo fiscale, si strizza l' occhio ai lavoratori dipendenti. Dall' altra si continua a bastonare il popolo delle partite Iva, che tra un mese scenderà in piazza a Roma. Sarà al loro fianco, come leader di un partito liberalconservatore attento alla parte produttiva del Paese?

matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo 1

«Certo, scenderò in piazza. Le partite Iva hanno assolutamente ragione. I provvedimenti del governo lasciano esposte alle intemperie della crisi milioni di persone. Avevamo proposto di consentire agli autonomi di accedere agli assegni familiari: i loro figli hanno la stessa dignità dei figli dei lavoratori dipendenti».

 

Il premier dice che il sostegno alla famiglia è la priorità del 2020. Se i 7 miliardi del reddito di cittadinanza li dirottassimo sull' aiuto alla natalità, ci metterebbe la firma?

salvini orban

«Assolutamente sì. Il reddito di cittadinanza è sbagliato in via di principio: l'assistenzialismo si fa verso i bambini, i disabili, gli anziani. Per gli altri si devono creare le condizioni per moltiplicare i posti di lavoro. Se invece mi dai 780 euro per stare a casa a far nulla, lavorare per molti non conviene più. Per non parlare di spacciatori, mafiosi, nomadi, parcheggiatori abusivi: davvero ha senso dare soldi pubblici a questa gente?».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

A proposito di natalità: alla conferenza internazionale dei conservatori di qualche giorno fa, ha elogiato il premier ungherese, Viktor Orbán, per le sue politiche familiari. Lo stesso Orbán che ha appena reso gratuita la fecondazione assistita?

«Risponderò su quest' ultimo punto quando ne saprò di più: troppo spesso il pensiero di Orbán viene raccontato in maniera scorretta. Certamente quello ungherese è un sistema di welfare familiare assolutamente straordinario».

 

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Quello demografico dovrebbe essere il primo problema europeo?

«Nessuna nazione europea raggiunge il tasso minimo di fertilità necessario alla crescita.

L' Europa è destinata a scomparire. Perché a Bruxelles vengono stilati programmi su tutto, tranne che sulla natalità?».

 

Forse per lo stesso motivo per cui, nel vecchio progetto di Costituzione europea, non v' era traccia delle «radici cristiane» dei popoli?

giorgia meloni donald trump

«Su quello portammo avanti una lunga battaglia, che è valida ancora oggi. D' altronde, se rifiuti le tue radici non ti restano che gli interessi. Quelli della finanza speculativa, delle burocrazie, delle cancellerie più influenti. Dov' è finita l' idea di un destino comune? Discutiamo di come bisogna cucinare gli insetti, e poi non abbiamo una linea sulla Libia».

 

giorgia meloni davanti alla casa bianca 2

Negli ultimi giorni, ha trovato sponde internazionali prestigiose, da Budapest a Washington. A chi si sente più vicina?

«Non mi sento vicina a nessuno, e mi sento vicina a tutti coloro che possono dare una mano ala nazione. In Italia pare che si debba essere necessariamente filo-qualcosa, ma i fili ce li hanno i burattini. Io faccio politica soltanto in nome del popolo italiano».

 

roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes

Davanti alla Casa Bianca, ha detto che Donald Trump è un modello da importare.

«Trump sta facendo un' ottima politica economica. Certamente dovremmo prendere spunto, con i dovuti adeguamenti. Choc fiscale, investimenti pubblici e tutela del marchio. Sono certa che sarebbero scelte vincenti anche da noi».

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

 

Eppure, se Conte ha potuto fare il bis a Palazzo Chigi, è stato anche grazie all' endorsement di Donald Trump: ricorda il famoso «Giuseppi»?

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

«Questa del "Giuseppi" non l' ho ancora capita. Per me rimane un grande mistero. Non lo so, forse Trump stava parlando al plurale: avrà pensato che fossero due persone diverse. Una era al governo con Salvini, l' altra con Laura Boldrini Scherzi a parte, temo che il presidente Trump sia stato mal consigliato».

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI COME ALEXANDRA GRANT E KEANU REEVES – BY LUGHINO

Addirittura.

«Conte è un' espressione del Movimento 5 stelle, un partito che ha concesso alla Cina il passepartout su alcuni asset strategici. Se Trump ne avesse avuto piena contezza, forse si sarebbe comportato diversamente».

 

All' estero il fenomeno Meloni comincia a destare una certa attenzione. Da dove nasce questo interesse?

«Per difendere gli interessi nazionali bisogna avere l' accortezza di coltivare le giuste relazioni all' estero, come bene aveva capito Silvio Berlusconi. Abbiamo costruito giorno per giorno rapporti umani e personali a livello europeo con la famiglia dei conservatori, in Europa siamo copresidenti del gruppo. Ma sulla visibilità internazionale non c' è una gara tra me e Salvini».

giuseppe conte abbraccia di maio e festeggia la vittoria del m5s alle elezioni 2018 5

 

A sentire le voci che circolano, praticamente neanche vi salutate più.

«In questi giorni sto leggendo di tutto. Pensi invece che lunedì scorso ci siamo incontrati a Basovizza, per ricordare la tragedia delle foibe: dopo il selfie insieme, abbiamo scritto sui social un testo identico, senza neanche concordarlo. La nostra è un' alleanza solida».

 

Ammetterà che qualche frizione c' è.

giorgia meloni manifestazione contro il governo conte bis 1

«Le frizioni ci sono, fisiologiche, come in tutte le alleanze. Ma il legame è forte. Certo, continuerò a chiedere il rispetto dei patti sulle candidature alle regionali».

raffaele fitto ursula von der leyen

 

Quindi insisterà su Raffaele Fitto in Puglia, contro i desiderata della Lega. Lei ha detto che se Salvini vuole un candidato al Sud, deve rivolgersi verso la Campania e verso Berlusconi.

«No, ho detto una cosa diversa, e cioè che i patti vanno sempre rispettati. Devo sapere che accanto a noi ci sono persone che sul rispetto della parola data hanno la stessa rigidità che ho sempre mantenuto io, in ogni occasione e a qualunque prezzo. E sfido chiunque a sostenere il contrario. Altrimenti tutta l' alleanza diventa più debole».

 

Non sarà che adesso, avendo superato il 10% dei consensi, inizia a diventare scomoda?

matteo salvini giorgia meloni 1

«La realtà è che Meloni e Salvini insieme fanno paura. Per questo intravedo un disegno, anche di certa stampa, con l' obiettivo di separarci. Vogliono metterci uno contro l' altro.

Andiamo: per settimane mi hanno chiesto solo del citofono di Salvini... Il gioco è: facciamoli litigare».

GIORGIA MELONI BY LUGHINO

 

E come finisce il gioco?

«L' importante è non cadere nella trappola. Per questo spero che sulle regionali si voglia chiudere il prima possibile le candidature e partire con la campagna elettorale. Altrimenti finiremmo per fare un favore a chi ci vuole male».

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO