giuseppe conte mes meme baraldi

PUNTO E MES - I DUE NOTISTI POLITICI DI ''CORRIERE'' (VERDERAMI) E ''REPUBBLICA'' (FOLLI) SCRIVONO DUE ARTICOLI SPECULARI PER RIBADIRE QUELLO CHE VI DICIAMO DA SETTIMANE: IL MES SI FARÀ MA PER ORA CONTE NON PUÒ DIRLO. SIA PER NON FAR IMBIZZARRIRE I GIÀ TESI GRILLINI, SIA PER NON COMPROMETTERE IL NEGOZIATO SUL RECOVERY FUND - GLI ACQUISTI BCE BASTEREBBERO E AVANZEREBBERO, MA L'EUROPA VUOLE ''UNA FIRMETTA'', CIOÈ IL PROTOCOLLO DI RIFORME CHE ACCOMPAGNA IL FONDO SALVA-STATI

 

1. UNA STRATEGIA A TAPPE PER POI DIRE SÌ AL MES

Francesco Verderami per il ''Corriere della Sera''

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

 

Il Mes si farà ma per ora non si dice. E se Conte tergiversa non è per motivi di politica interna, per i maldipancia dei grillini, ma per ragioni tattiche legate alla trattativa europea sul Recovery Fund. Il premier vuole evitare che un suo annuncio possa venire sfruttato dai Paesi «frugali» per un gioco al ribasso sulle risorse che sono state proposte dalla Commissione.

 

Ecco il segreto di Pulcinella che accompagna le conversazioni di governo e che aleggia nei colloqui di Conte con i partner europei, ai quali il premier chiede di «sostenere senza cedimenti» il piano presentato dalla von der Leyen. E quando argomenta la sua posizione, avvisando che «non si può delegittimare il lavoro di Ursula», tutti capiscono che il suo obiettivo prioritario è non veder ridotte le risorse. Ché di aumentarle ovviamente non se ne parla.

 

Ma sommando Mes, Sure, l' impegno della Bce a sostegno dei titoli di Stato e un nuovo scostamento di bilancio da chiedere al Parlamento, Conte si ritiene soddisfatto e immagina che il gruzzolo possa garantirgli la permanenza a Palazzo Chigi anche quando arriverà la bufera d' autunno: «Sarò ancora il garante della sicurezza sanitaria e della stabilità economica».

giuseppe conte

 

Solo che l' idea di sfruttare il tesoretto come scudo personale ha provocato la reazione dei partiti di maggioranza. Le parolacce pronunciate dall' intero stato maggiore del Pd quando il premier ha annunciato (senza avvisare) la convocazione degli Stati generali dell' economia, sono irriferibili. Il senso del dissenso è stato però riassunto in Consiglio dei ministri dagli interventi in sequenza di Franceschini, Guerini e Gualtieri, che - al contrario degli altri due colleghi abituati a nuotare tra i piranha - non è riuscito a celare l' irritazione per essere stato scavalcato nel suo ruolo.

 

È affrontando il problema del «metodo», che a Conte è stato trasmesso un messaggio «politico»: se crede di poter ballare da solo per assenza di alternative, commette un clamoroso errore di presunzione, perché il suo ruolo è garantito dalla fiducia che gli viene conferita. È così che va tradotta la richiesta del capodelegazione Pd e del ministro della Difesa di una «gestione collegiale». Un pizzino dev' essere stato sufficiente, visto che stavolta anche a Zingaretti erano saltati i venerdì. Assente per incarichi d' ufficio, Di Maio non si è potuto godere lo spettacolo del premier al quale veniva impartita una breve lezione di «strategia».

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

Perché i tatticismi, in questa congiuntura drammatica per il Paese, non sono ammessi. Il «piano di Rinascita» - che solo a nominarlo a Franceschini viene l' orticaria per ciò che gli evoca - non può ridursi nella fastosa celebrazione di un evento, «non si possono invitare le parti sociali a villa Pamphili per mostrare loro i giardini». Perché tre giorni per preparare l' evento sono «insufficienti», bastano forse per organizzare il catering: «Ma se il governo si presenta senza un reale progetto di rilancio dell' Italia, Bonomi ci sbrana». Il presidente di Confindustria già si è presentato, e non c' è dubbio che sfrutterebbe l' occasione.

A quel punto Conte non potrebbe neppure chiedere il soccorso del leader della Cgil, «perché nemmeno Landini ci potrebbe difendere».

 

Così l' evento mediatico si rivelerebbe un boomerang, e il Pd non vuole pagare il conto delle tartine. Neppure derubricare l' evento a «occasione di ascolto», come ha provato a dire il premier, sarebbe utile: «Ma per parlare di cosa - è stata la replica - se non abbiamo ancora definito gli strumenti che utilizzeremo?».

giuseppe conte dario franceschini

 

Il pressappochismo non si addice a una gestione di governo. E siccome la mole di risorse che sarà investita «impegnerà il Paese per gli anni a venire», serve un metodo: «Stabilire collegialmente gli interventi del disegno strategico; identificare i punti sui quali costruire un rapporto con le parti sociali; condividere il processo con le forze di maggioranza; coinvolgere nel progetto le forze di opposizione». Perché al Quirinale sono stanchi di ricevere telefonate dai leader del centrodestra che votano gli scostamenti di bilancio in Parlamento e poi nemmeno sono consultati da palazzo Chigi. No, per il Pd non è (più) tempo di party. E Conte non pensi di ballare da solo. Potrebbe incespicare.

 

 

2. IL CAVALIERE SOLITARIO AL BIVIO DEL MES

Stefano Folli Per ''la Repubblica''

 

L'argomento di tutti gli euroscettici, fino a ieri avversari più o meno espliciti della moneta unica, è diventato il seguente: poiché la Banca centrale europea ha deciso, per bocca della sua presidente Lagarde, di allargare in misura imponente il programma di acquisti di titoli di Stato, perché mai insistere con il ricorso al Mes e al fondo Recovery? Approfittiamo della Bce, vendiamole i nostri Btp in gran quantità (pur nei limiti, che pure esistono, dell' iniziativa di Francoforte) e così evitiamo le trappole che nell' Europa del Nord vorrebbero imporci con il piano salva-Stati.

 

S' intende che questa tesi, suggestiva in apparenza, è piuttosto contraddittoria. Nel momento in cui esalta il ruolo della Banca e plaude alla sua autonomia, l' euroscettico di ieri si scopre super-europeista e riconosce che nell' area dell' Unione, pur attraverso un percorso tortuoso, stiamo assistendo a un evento fuori del comune. Le vecchie battaglie anti-euro vengono seppellite nel cassetto dei ricordi e si sceglie di puntare per la prima volta sul successo di un progetto europeo, anziché sul suo fallimento.

senatori leghisti danno del pinocchio a conte

Tuttavia resta una distinzione che fa tutta la differenza: l' intervento della Bce è bene; il Mes invece è male. Per cui nelle prossime settimane si disputerà molto intorno alla questione, tutt' altro che secondaria.

 

Il Pd sostiene da tempo che bisogna chiedere il Mes senza perdere altro tempo. Ed è una posizione che ormai non ammette giravolte. Anche Conte, come sempre abile opportunista, è più che convinto di farvi ricorso, ma attende la fine del negoziato sul Recovery. Inoltre è molto prudente per non irrigidire i Cinque Stelle prima del tempo. I quali a loro volta sanno che dovranno remare in quella direzione, ma cercano di farlo senza dare troppo nell' occhio e senza perdere troppi pezzi lungo la rotta.

 

In tutto questo il premier paga la tendenza a muoversi come una specie di cavaliere solitario, poco propenso a informare i partiti delle sue mosse e costretto quindi a subirne il risentimento. La storia degli "Stati generali dell' economia" (e del "piano di rinascita") è piaciuta poco al ministro Gualtieri che ne sapeva poco o niente. E si capisce: in altri tempi non sarebbe stata nemmeno concepibile; oggi, in un sistema scricchiolante, quasi tutto è possibile. Di qui polemiche e conflitti che tuttavia, per mille ragioni, non sfociano mai nel loro esito fisiologico: la crisi di governo.

conte gualtieri

 

Si torna quindi al tema del Mes, di cui dovrebbe occuparsi il Senato nei prossimi giorni (il 17). L' argomento delle destre (Bce sì/Mes no) serve a premere soprattutto sui Cinque Stelle, mettendoli in contrasto con la loro base elettorale. Ma ecco il quesito: come mai, se la Banca centrale è così generosa nell' acquisto dei titoli, la questione del fondo salva-Stati appare ancora irrinunciabile, al punto che il Pd si trova al fianco di Berlusconi (vedi l' intervista alla Stampa )? Per un motivo finanziario e un altro politico.

 

Sul piano finanziario, si prevede che il governo dovrà affrontare uno scostamento di bilancio di circa 50 miliardi entro la fine dell' anno. Escluse per ovvie ragioni nuove tasse, poco realistici i consueti annunci (lotta all' evasione e taglio delle spese inutili), restano appunto i 37 miliardi del Mes e il Sure. La cifra complessiva è quella che serve. La seconda ragione è assai più politica. L' Europa chiede garanzie al Paese più indebitato. Garanzie nonché condivisione di uno spirito comune che peraltro alcune capitali del Nord contestano giudicandolo un cedimento al lassismo sudista.

 

Aderire al Mes significa entrare in un percorso ben definito, ancorando l' Italia a criteri precisi per la gestione futura del debito. Il che verrà senz' altro apprezzato dai mercati attraverso la riduzione dello spread.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Rifiutare il Mes, nell' ottica europea, vuol dire invece trasmettere il messaggio sbagliato nel momento in cui la Bce pone in atto uno sforzo poderoso con l' assenso, si suppone, delle maggiori capitali dell' Unione. In definitiva, accettare il Mes equivale a entrare fino in fondo nei meccanismi della nuova Europa immaginata da Angela Merkel a conclusione del suo lungo mandato. Rigettarlo per affidarsi solo alla Bce vuol dire smentire una volta di più la dimensione politica dell' Unione nel momento in cui si accetta, plaudendo, l' iniziativa finanziaria dell' istituto di Francoforte. È un passaggio cruciale per le forze politiche italiane. Di maggioranza come di opposizione.

 

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…