sinistra illiberale the economist

PURE "THE ECONOMIST" SE N’È ACCORTO: LA SINISTRA RISCHIA DI DIVENTARE ILLIBERALE - LA BIBBIA DEL LIBERALISMO MENA DURO SULL’ATTEGGIAMENTO DEI PROGRESSISTI CHE, PUR DI DIFENDERE LA PUREZZA IDEOLOGICA, FINISCE PER SCADERE NELL’INTOLLERANZA E NELLA 'CANCEL CULTURE' -  È L’ATTEGGIAMENTO DELL’ARROGANZA CHE FINISCE PER LASCIARE FUORI IL 50% CHE LA PENSA DIVERSAMENTE – L'ESEMPIO È QUELLA FRASE DI HILLARY CLINTON CHE CONTRIBUÌ A FARLE PERDERE LE ELEZIONI: QUANDO BOLLÒ I TRUMPIANI COME…

Enrico Franceschini per "la Repubblica"

 

the economist e la sinistra illiberale

Un fantasma si aggira per l'Occidente: lo spettro della «sinistra illiberale ». A lanciare l'allarme è l'Economist , bibbia del liberalismo anglosassone e anche di quello mondiale, in quanto da almeno vent' anni settimanale non più soltanto britannico bensì globale.

 

In un servizio apparso in copertina, il giornale che per i suoi conflitti d'interesse definì Silvio Berlusconi «indegno di governare» avverte che il liberalismo occidentale si trova ad affrontare una doppia minaccia: all'estero le superpotenze autocratiche quali Cina e Russia, che lo deridono come fonte di egoismo, decadenza e instabilità; in patria il populismo di destra e di sinistra, che lo contesta come presunto simbolo di elitismo. Le critiche di Xi e Putin sono un ipocrita riflesso del rifiuto a creare una società veramente libera e democratica in casa propria.

 

L'offensiva della destra populista in America e in Europa rimane la più pericolosa per la democrazia liberale, ma dopo avere raggiunto l'apice durante la presidenza di Donald Trump si sta screditando di fronte alla crisi del Covid con il suo ostinato rifiuto dell'evidenza scientifica.

 

sinistra illiberale 8

«L'attacco da sinistra è più difficile da comprendere », ammonisce tuttavia l'autorevole pubblicazione londinese, in parte perché, particolarmente negli Stati Uniti, il termine "liberal" ha finito per includere una "sinistra illiberale". La terminologia inglese può suscitare confusione nel lettore italiano, perché "liberal" negli Usa è l'equivalente di "progressista", spesso utilizzato addirittura come un insulto dalla destra trumpiana, dunque differente dal nostro "liberale", che ha un significato decisamente più conservatore.

 

sinistra illiberale 6

A confondere ulteriormente le idee ha provveduto il termine "neo-liberal", traducibile come neo-liberale o neo-liberista, l'etichetta delle politiche di destra introdotte da Ronald Reagan e Margaret Thatcher negli anni Ottanta del secolo scorso.

 

Infine c'è da considerare il liberalsocialismo, che in Italia ha ispirato i fratelli Rosselli e Gobetti, il Partito d'Azione e alcune delle menti migliori del dopoguerra, dal Mondo di Pannunzio al partito radicale.

 

Per chiarire ogni equivoco, quello che intende l'Economist (posseduto al 43% da Exor, che controlla anche Repubblica ) con «sinistra illiberale» è l'atteggiamento dogmatico, intollerante, scettico nei confronti del mercato, votato alla purezza ideologica, incapace di riconoscere che anche la controparte può avere in determinate circostanze qualche ragione.

sinistra illiberale 7

È un cocktail di opinioni da cui sbocciano fenomeni come la cancel culture, dove la legittima esigenza di condannare gli errori e gli orrori del passato rischia di riscrivere la storia dal punto di vista del presente, e gli eccessi del politicamente corretto.

 

Nel suo editoriale il settimanale non fa nomi specifici, ma traspare il riferimento alla svolta impressa da Jeremy Corbyn al partito laburista nel Regno Unito o alla rigidità talvolta manifestata dall'ala del partito democratico americano che fa riferimento alla deputata Alexandria Ocasio- Cortez (andata al Met Ball, il gran ballo annuale di beneficenza a New York, con un vestito con la scritta "tax the rich", tassare i ricchi, sebbene in questo non ci sia nulla di illiberale).

sinistra illiberale 3

 

«La società che mette l'eguaglianza prima della libertà finirà per non avere né l'una né l'altra» è il motto citato dall'Economist per chiarire dove sta il problema: parole di Milton Friedman, economista premio Nobel e padre del laissez- faire ovvero dell'antistatalismo, non proprio un riferimento della sinistra.

 

Ma il dibattito sulla sinistra "illiberale" esiste da tempo: sull'altra sponda dell'oceano la denunciava già cinque anni fa il mensile Atlantic , ammonendo che il partito democratico, non opponendosi a chi vuole togliere diritto di parola agli avversari, cederà il controllo ai suoi elementi più estremi.

 

matthew macconaughey

Richard Dawkins, biologo evoluzionista di Oxford e autore di bestseller in difesa dell'ateismo, la chiama «sinistra regressiva », accusandola per esempio di astenersi dal criticare anche le peggiori aberrazioni dell'Islam in nome del rispetto per la cultura di quella religione («e allora io rispondo, al diavolo la cultura», dice il professore).

 

La definizione è entrata perfino nel linguaggio di una star di Hollywood come l'attore premio Oscar Matthew McConaughey, secondo il quale «la sinistra illiberale ha completamente abbandonato il tradizionale pensiero liberale, diventando condiscendente o arrogante verso il 50 per cento della popolazione che non ne condivide il progetto».

 

maschere di hillary clinton e donald trump

Qualcuno annovera nella sinistra illiberale anche la malaugurata dichiarazione che contribuì a fare perdere le elezioni del 2016 a Hillary Clinton, quando durante la campagna presidenziale la candidata democratica alla Casa Bianca definì dispregiativamente i sostenitori di Trump come appartenenti a un «basket of deplorables », un cestino dei deplorevoli, insomma tutti gentaglia, che a quel punto non avrebbero certo cambiato casacca votando per lei.

 

Nella discussione, beninteso, c'è chi dice che a denunciare la presunta sinistra "illiberale" sono i difensori dello status quo e dei propri interessi: insomma la destra, cui farebbe gioco dipingere la sinistra come estremista e poco democratica.

 

alexandria ocasio cortez

L'Economist riconosce che pure i "liberal" (nell'accezione conservatrice o progressista) sbagliano: dopo il collasso del comunismo in Unione Sovietica e in Europa orientale hanno creduto che la storia fosse finita, come sentenziò il celebre saggio del sociologo Francis Fukuyama; dopo la crisi finanziaria del 2008 non hanno trattato la classe operaia con la dignità che meritava; e troppo spesso usano la meritocrazia come un alibi per mantenere i propri privilegi.

 

La conclusione della cover-story è che oggi troppi liberal di destra sono inclini a scegliere uno spudorato matrimonio di convenienza con i populisti e troppi liberal di sinistra minimizzano la presenza di un'ala intollerante nelle proprie file. Se invece di unire le forze si dividono, è il monito finale, le due correnti del pensiero liberale lasceranno prosperare gli estremisti.

sinistra illiberale 4sinistra illiberale 1cancel culturecancel culture 1hillary clintonsinistra illiberale 2

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...