putin erdogan gas

PUTIN A TUTTO GAS - "MAD VLAD" VUOLE TRASFORMARE LA TURCHIA IN UN MEGA HUB ENERGETICO PER MANDARE IL GAS RUSSO IN EUROPA ATTRAVERSO LE INFRASTRUTTURE TURCHE - L'INCONTRO AD ASTANA TRA "MAD VLAD" ED ERDOGAN NON APRE A NESSUNO SCENARIO DI PACE SULL'UCRAINA. PIÙ CHE UN INCONTRO POLITICO SEMBRA ESSER STATO UN INCONTRO TRA DUE AFFARISTI CHE PENSANO A COME TRARRE PROFITTO DALLA CRISI MONDIALE - NON SARA' TEMPO DI PACE, MA È SEMPRE TEMPO PER IL BUSINESS...

ERDOGAN PUTIN

Francesca Mannocchi per "la Stampa"

 

Nel faccia a faccia tra Erdogan e Putin ad Astana di due giorni fa, durante la Conferenza sulle misure di cooperazione e rafforzamento della fiducia in Asia, non si è parlato di negoziati di pace. Almeno non ufficialmente. La notizia vera che arriva dal Khazakhstan riguarda il gas non il cessate il fuoco, perché se è vero che non sempre è tempo di pace è altrettanto vero che è sempre tempo per gli affari.

 

RECEP TAYYIP ERDOGAN VLADIMIR PUTIN

Giovedì la Russia ha proposto ad Ankara di diventare un grande hub energetico, l'obiettivo di Putin sarebbe quello di dirottare il gas diretto in Europa attraverso le infrastrutture turche. «Se la Turchia e i nostri possibili acquirenti in altri paesi sono interessati, potremmo prendere in considerazione la costruzione di un altro sistema di gasdotti e la creazione di un hub del gas in Turchia per la vendita a paesi terzi, in particolare, naturalmente, a quelli europei se sono interessati» queste le parole di Putin, a cui hanno fatto eco quelle sibilline di Erdogan, «se qualcuno si sentirà disturbato, non lo saranno i paesi in via di sviluppo che saranno, invece, felici». Dichiarazioni che suonano come avvertimenti dei due leader, che per l'ennesima volta dimostrano di essere molto più alleati che antagonisti.

erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda

 

Erdogan da mesi sta usando tutte le armi che ha per presentarsi al mondo come il grande arbitro dell'aggressione russa in Ucraina e protagonista di quello che considera un nuovo ordine mondiale in divenire. Ha cercato di mediare tra Mosca e Kiev e la scorsa estate ha ottenuto una svolta quando, insieme alle Nazioni Unite, è stato protagonista di un accordo per la ripresa delle esportazioni commerciali di grano ucraino dai porti del Mar Nero che la Russia aveva bloccato. È difficile immagine che i due non abbiano discusso della road map per un cessate il fuoco in Ucraina, è più facile immaginare che ora non siano maturi i tempi delle dichiarazioni ufficiali ma che sia invece il momento delle trattative silenziose.

recep tayyip erdogan vladimir putin vertice di sochi

 

Bisogna però capire quali sono le basi su cui i due stiano dialogando, e chi pagherà il prezzo più alto. Cosa cioè ci sia davvero sul piatto, cosa rischia l'Ucraina e cosa rischia l'Europa lasciando a Erdogan la centralità che passo dopo passo sta conquistando.

 

Putin sta perdendo terreno da settimane. Il colpo più duro è arrivato all'inizio di settembre, quando la controffensiva lanciata dall'esercito ucraino a Nord e a Est del paese ha liberato una vasta porzione di territori occupati, costringendo le truppe del Cremlino alla ritirata, e continua in queste ore a Sud, nella regione occupata di Kherson, mentre arriva la conferma che il Consiglio Ue di domani varerà il sesto pacchetto da 500 milioni di sostegno nell'ambito dello European Peace Facility, che porterà l'assistenza militare all'Ucraina a un totale di 3,1 miliardi di euro. I numeri non sono bastati, non basterà la mobilitazione parziale, non basta la superiorità numerica a vincere la guerra convenzionale.

recep tayyip erdogan vladimir putin vertice di sochi 3

 

Perciò, di fronte alla sconfitta sul campo, Putin non sostituisce i giocatori, cambia il tavolo da gioco, che diventa politico e militarizza tutto ciò che può indebolire gli alleati di Kyiv: le risorse energetiche, i rifugiati e - naturalmente - reitera la minaccia dell'utilizzo delle armi tattiche nucleari.

 

La guerra lanciata dalla Russia in Ucraina ha rafforzato i legami tra i due autocrati, e ha rafforzato gli scambi commerciali tra Russia e Turchia che andavano già benissimo.

Come riporta l'Economis, «quest' anno gli scambi commerciali tra i due paesi hanno già superato i 50 miliardi di dollari, un nuovo record dopo i 34,7 miliardi del 2021. La Russia ha inoltre rinvigorito il sistema bancario turco. Durante l'estate l'azienda russa Rosatom ha versato circa cinque miliardi di dollari alla Turchia per finanziarie la costruzione di una centrale atomica sulla costa del Mediterraneo».

 

recep tayyip erdogan vladimir putin vertice di sochi 2

Avere ottimi rapporti con la Turchia, cioè con un membro della Nato, è fondamentale per la Russia colpita dalle sanzioni, sanzioni da cui, vale la pena ricordarlo, Ankara si è astenuta. Per questo ad Astana Putin ha elogiato l'affidabilità di Erdogan, lo ha descritto come un solido alleato, ma parlando del nemico-amico parlava all'Europa. Voleva che fosse chiaro che se i gasdotti tedeschi venissero sostituiti da quelli turchi, che se gli europei - che oggi sostengono con forza di volersi emancipare dalle forniture russe - dovessero ripensarci, pagherebbero Erdogan, rafforzandone l'influenza sul Vecchio continente, rafforzandone la capacità ricattatoria che andrebbe ad aggiungersi a quella che il presidente turco già ha dal 2015, da quando cioè l'Europa paga la Turchia per controllare il flusso migratorio verso la rotta balcanica.

 

recep tayyip erdogan vladimir putin vertice di sochi

Da allora gli stati membri sono esposti ai capricci del Sultano. Ogni volta che Erdogan ha avuto bisogno di fare la voce grossa con l'Europa ha minacciato di aprire i confini ai milioni ai rifugiati siriani, come ha già fatto nel 2019 quando la Turchia dichiarò che non avrebbe più impedito ai migranti di arrivare in Europa e decine di migliaia di persone tentarono di entrare in Grecia, attraverso il confine terrestre in prossimità del fiume Evros.

 

Russia e Turchia si trovino su fronti opposti in conflitti regionali come la Siria, la Libia, il Caucaso meridionale e l'Ucraina, ma condividono interessi comuni, il primo è consolidare una posizione ai vertici dei processi decisionali internazionali, ottenuta come hanno sempre fatto, alimentando le crisi dei vicini e usandole a proprio vantaggio.

vladimir putin aspetta erdogan a teheran

 

L'incontro kazako ha dunque chiarito dei punti. Primo: i negoziati non sono sul tavolo. Non è tempo di pace per nessuno. È tempo invece di sfruttare l'inverno, che - come ricorda il sito indipendente russo Meduza - può voler dire che il Putin azzoppato dalla controffensiva ucraina giochi al dialogo per prendere tempo e riorganizzare l'offensiva della prossima primavera. Secondo: far incassare a Erdogan lo status di distributore del gas significa mirare a indebolire e dividere gli stati europei.

vladimir putin aspetta erdogan a teheran 1

 

Tanto più si avvicina l'inverno, tanto più aumentano i prezzi, sale l'inflazione, crescono i malumori, quanto più sarà facile che il fronte europeo si spacchi, che ci siano paesi che sceglieranno di tornare all'ovile del fornitore russo, che cominceranno a chiedersi con sempre minore timidezza se in fondo il sostegno a Kyiv valga la candela.

recep tayyip erdogan vladimir putin

 

Se Putin riuscisse in questa arditissima impresa, per l'Europa sarebbe scacco matto. E lo sarebbe anche per l'Ucraina che rischia di trovarsi incastrata in uno scenario siriano, con i due che, escludendo l'Europa, cementano le rispettive posizioni, decidendo il destino di Kyiv e divindendosi il bottino degli affari. Attenti quindi ai falsi segnali, quando si parla di pace. Perché la pace che appare sempre più lontana.

putin erdogan con la finta gelataia putin erdogan gustano un cornetto ZELENSKY ERDOGAN PUTIN

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO