giorgia meloni

QUANTO DURA LA STAGIONE DEI MELONI? – LA DUCETTA STREPITA CONTRO IL “COMPLOTTO” DEI POTERI FORTI CHE VOGLIONO RIMPIAZZARLA CON UN GOVERNO TECNICO, E OSTENTA SICUREZZA. MA SA BENE CHE, PIÙ CHE LE MOSSE DI GENTILONI (PRESUNTO “MANOVRATORE” PER CONTO DELL’ESTABLISHMENT), SONO I DATI E LE SCELTE ECONOMICHE ARDITE A FARLE RISCHIARE DI PERDERE LA POLTRONA. E INFATTI, RISERVATAMENTE, LO AMMETTE: “CI GIOCHIAMO TUTTO A QUI ALLE EUROPEE” – LA RISTRUTTURAZIONE DEL PD E L’IPOTESI GIORGETTI COME POSSIBILE TRAGHETTATORE AL VOTO ANTICIPATO…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni

Dall’Auberge de Castille i cavalieri di Malta difendevano il bastione di San Giacomo. Cinquecento anni dopo, Giorgia Meloni trova ispirazione dal contesto. Scende in piazza, prende a pretesto una domanda sull’impennata dello spread ed evoca la resistenza contro lo spettro di un governo istituzionale: «La sinistra continui a fare la lista dei ministri dell’esecutivo tecnico, noi intanto governiamo. Non vedo questo problema, ma la speranza da parte dei soliti noti. E mi fa sorridere».

 

Ce l’ha con i presunti congiurati che lavorano al complotto. Nega lo scenario del ribaltone, ma l’effetto è disegnare in modo più nitido i contorni di una tempesta perfetta che incombe. E che Meloni, comunque, non considera sufficiente per provocare la nascita di una nuova maggioranza […] senza lei al comando: per quanto mi riguarda – il senso della sua posizione – dopo di me c’è solo il voto.

 

GIORGIA MELONI AL SUMMIT EU MED 9 DI MALTA

Da settimane, Palazzo Chigi avverte questo senso dell’assedio. Come non fosse un problema di Pil in calo e di debito pubblico fuori controllo, teme che l’establishment stia costruendo le condizioni per una crisi finanziaria capace di determinare la defenestrazione della presidente del Consiglio.

 

Una cospirazione ordita dalla grande finanza, da ambienti confindustriali e dall’euroburocrazia lungo l’asse Milano-Bruxelles. Certo è che la preoccupazione del mondo bancario per le scelte di finanza pubblica è ormai palese. Non riguarda la gestione di Giancarlo Giorgetti, ma piuttosto l’influenza del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari su ogni scelta di politica economica.

 

IL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI

Il primo colpo è arrivato quando Marina Berlusconi si è esposta contro la tassa sugli extraprofitti delle banche. Senza dimenticare l’aggressiva campagna di Matteo Salvini sui migranti, giudicata dalla leader come un’operazione costruita a tavolino per ottenere un unico risultato politico: chiedere un riequilibrio di governo a favore della Lega il giorno dopo le Europee.

 

Più della politica, quindi, pesa l’assedio del mondo finanziario e dei vertici continentali. Segnali che guidano Meloni nella dolorosa operazione di unire i puntini di un’angoscia: la nomina di Mario Draghi ed Enrico Letta, ingaggiati come “consulenti” da Bruxelles, la presa di posizione dei giornali economici internazionali, i mercati nervosi che soffiano sullo spread, i dati macroeconomici in calo, una Nadef che pecca di ottimismo e una manovra inevitabilmente austera.

 

E poi, ovviamente, l’atteggiamento di Paolo Gentiloni, che tormenta ossessivamente le notti della destra di governo, che reagisce indicandolo come il “gran manovratore” del presunto complotto. Ecco, a questi timori Meloni ha il dovere di contrapporre messaggi rassicuranti.

 

IL FINANCIAL TIMES CONTRO LA NADEF BY GIORGIA MELONI

Partendo proprio dal differenziale con il Bund tedesco: «[…] Lo spread che lanciate come se fosse la fine del governo sta scendendo: è adesso a 192 punti, a ottobre scorso era a 250. E gli investitori hanno letto anche i numeri della Nadef». E dunque, nessun allarme […]: «So leggere la politica e so leggere la realtà. Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto […] debba andare a casa. Temo che questa speranza non si trasformerà in realtà».

Eppure, a Palazzo Chigi non si parla d’altro. Anche Meloni, riservatamente, ha offerto la propria interpretazione sui rischi dell’immediato futuro: «Ci giochiamo tutto da qui alle Europee, i mesi difficili sono i prossimi». Come a dire: è assai più probabile un incidente prima del voto per l’Europarlamento, che dopo la chiusura delle urne.

 

giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi

Un segnale, in particolare, è considerato significativo: la ristrutturazione in corso negli equilibri del Pd. Non solo in caso di fallimento di Schlein, ma anche della presidente del Consiglio. Tre giorni fa, alla Camera, nei capannelli dem si scambiavano impressioni sui possibili sviluppi. Come oracoli, ipotizzavano scenari alternativi che Meloni potrebbe lanciare in caso di crisi, citando soprattutto Giancarlo Giorgetti come un possibile traghettatore al voto. Sospetti, paranoie, scommesse. Ma abbastanza per alimentare la voglia di resistenza in una piazza di Malta

GIORGIA MELONI E LO SPOT DI ESSELUNGA - MEME BY EMILIANO CARLI giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…