matteo renzi carlo calenda

QUANTO RESISTE IL TERZO POLO? - CALENDA GIA' MARCA LA DISTANZA DA RENZI: “IL SUO INTERVENTO IN AULA? IL MIO SAREBBE STATO DIVERSO, MA LA LINEA DI FONDO SAREBBE STATA LA STESSA: LA NOSTRA OPPOSIZIONE NON SARÀ PREGIUDIZIALE - ENTRARE NEL GOVERNO? NON VOTEREMO MAI LA FIDUCIA. VOTEREMO SEMPRE NO. NESSUNO VUOLE ENTRARE IN MAGGIORANZA - L'INTERVENTO DEL SENATORE SCARPINATO ERA QUELLO DI UNA PERSONA DELIRANTE - È RIDICOLA DEBORA SERRACCHIANI, CHE ATTACCA MELONI SULLE DONNE. SU QUEL TEMA, NEL PD, NON POSSONO PROPRIO PARLARE…”

Federico Capurso per “la Stampa”

 

CARLO CALENDA MATTEO RENZI

Non rinuncerebbe mai a due cose, Carlo Calenda: ai giudizi corrosivi e alla romanità. Così, il discorso programmatico di Giorgia Meloni viene descritto dal leader di Azione come «vuoto, lacunoso, di una noia mortale. Enrico Letta avrebbe potuto dire le stesse cose». Anche se, riconosce, «ha chiuso il dibattito su fascismo, diritti e autocrazie. Ora mi aspetto che tagli tutti i legami con l'ultradestra europea». E l'intervento in Aula del suo alleato, Matteo Renzi? «Il mio sarebbe stato diverso, ma la linea di fondo sarebbe stata la stessa: la nostra opposizione non sarà pregiudiziale». Ma guai a dire a Calenda che con un discorso come quello di Renzi si gettano le basi per un ingresso nel governo: «Ma governo de che!».

 

CARLO CALENDA MATTEO RENZI

Però sarebbe intervenuto in modo diverso. In che modo? Non le è piaciuto?

«Al contrario, l'ho apprezzato. Ha spiegato in modo molto chiaro il tipo di atteggiamento che avremo. Io, come ho fatto il giorno prima, avrei insistito di più sui singoli argomenti di merito, ma con Renzi ci siamo divisi i compiti. Va bene così».

 

A molti è sembrato il discorso di un leader di maggioranza. O aspirante tale.

«Ma perché ogni volta che qualcuno dice di voler fare opposizione sul merito e sui temi, allora si grida all'inciucio? Non voteremo mai la fiducia a questo governo. Voteremo sempre no. Nessuno vuole entrare in maggioranza».

giorgia meloni ride alle battute di renzi in senato 3

 

Dal Pd guardano meno lontano e vi accusano di cercare un accordo con Meloni per ottenere la presidenza di una commissione di garanzia. Magari la Vigilanza Rai.

«Dopo l'elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato ci hanno accusato di esserci messi d'accordo con la maggioranza: i nostri voti per avere un vicepresidente. Invece tutti i vicepresidenti sono andati a Pd e M5S. È la solita storia: noi stiamo sui temi e dall'altra parte ci accusano di cercare accordi sottobanco. Poi però gli accordi li fanno loro».

 

Sui singoli provvedimenti e sulle riforme costituzionali, invece, c'è un'apertura?

«Vedremo di volta in volta. Finora le uniche proposte concrete della maggioranza prevedono un condono, l'innalzamento della soglia di contanti e la flat tax per le partite Iva: è l'agenda pro-evasione di Matteo Salvini. Ma non faremo il tipo di opposizione che ha in mente Letta, questo è sicuro».

 

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

Che intende?

«Per il Pd, siccome ci sono i fascisti, ci vuole l'unità dell'opposizione. E questo ragionamento lo fa perché ha il terrore di scegliere una linea politica.

Noi non siamo questo».

 

Anche lei attacca il Pd.

«Ma erano idiozie quelle messe sul tavolo da una parte del Pd e dai Cinque stelle. L'intervento del senatore M5S Roberto Scarpinato era quello di una persona delirante: pensare di trovare una continuità tra il periodo stragista e il governo Meloni è un argomento da neuro. Ed è ridicola, dal Pd, Debora Serracchiani, che attacca Meloni sulle donne. Su quel tema, nel Pd, non possono proprio parlare».

serracchiani

 

Nessuno spazio per un coordinamento dell'opposizione?

«Invece le dico che ogni iniziativa la rivolgo sempre prima a Letta. Vorremmo introdurre un tetto alle bollette e una revisione del reddito di cittadinanza, ad esempio. L'ho proposto a Letta, ma non ha mai risposto. Ci riproverò».

 

Quando?

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

«Il 5 novembre a Milano faremo una manifestazione di sostegno al popolo ucraino. Parleranno tanti esponenti dem, da Cottarelli ad Alfieri, da Maran a Gori. Ho chiesto a Letta di avere il coraggio di essere con noi in piazza. Nello stesso giorno i Cinque stelle saranno a Roma a un'altra manifestazione, voluta per chiedere la resa degli ucraini, perché a questo porta la loro richiesta di non sostenere più militarmente Kiev».

 

Lei bussa al Pd e intanto Renzi spende parole al miele per Meloni.

«Ma dove? Quali?».

 

licia ronzulli ignazio la russa

L'ha difesa sulla questione del merito nella scuola, ad esempio.

«Dibattito demenziale, da una parte e dall'altra. Meloni non ha spiegato che intende per "merito". Per me non è il premiare i risultati migliori, ma chi fa lo sforzo maggiore da una posizione svantaggiata. Discutiamo di una scuola fondata sull'impegno, perché favorisca l'eguaglianza. Poi, che Landini consideri il merito una cosa classista, è qualcosa che non sentivo dai tempi dell'Urss: delirante».

 

Quindi non trova sia stato troppo morbido?

«Affatto. Sulle trivelle e sull'europeismo le ha ricordato le sue contraddizioni. E poi ero intervenuto già io, con un intervenuto già durissimo sui singoli temi. Non scherziamo».

Ultimi Dagoreport

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…