autostrade aspi

QUANTO VALE DAVVERO AUTOSTRADE PER L'ITALIA? - È LÌ CHE SI GIOCA LA PARTITA POLITICA E FINANZIARIA - LA SOCIETÀ VARREBBE CIRCA 4,8-5 MILIARDI DI EURO COME VALORE DEL CAPITALE (EQUITY VALUE) - CONSIDERANDO ANCHE IL DEBITO DELLA CAPOGRUPPO ATLANTIA ATTRIBUIBILE AD ASPI - CHE RAPPRESENTA CIRCA IL 60% DEI MARGINI DELL'INTERO GRUPPO - IL VALORE COMPLESSIVO ARRIVA A CIRCA 10 MILIARDI DI CUI 8,8 SONO IN MANO AD ATLANTIA…

1 - IL RICAMBIO TOTALE DEGLI AZIONISTI CDP VERSO IL 33%, IPOTESI BLACKSTONE

Fabrizio Massaro e Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Ma quanto vale davvero Autostrade per l'Italia? È sul valore attuale e prospettivo della società concessionaria, nella quale la Cdp si appresta a entrare per sostituire gradualmente dalla gestione la famiglia Benetton, che si gioca una partita non solo politica ma anche finanziaria. I soldi sul tavolo sono tanti, tantissimi. Per Cassa depositi e prestiti varie fonti parlano di un investimento stimabile in 2,5-3 miliardi di euro (qualcuno si spinge a sfiorare i 4 miliardi) per un ingresso con il 33% nella società concessionaria.

 

ATLANTIA INVESTITORI

I numeri finali dipenderanno dalla valutazione che sarà data ad Autostrade per l'Italia (Aspi), controllata all'88% dalla holding quotata Atlantia di cui i Benetton hanno il 30% con la cassaforte Edizione. Secondo le stime su cui a Roma - tra Palazzo Chigi, il Mef e la Cdp guidata da Fabrizio Palermo - stanno ragionando, tutta la società varrebbe circa 4,8-5 miliardi di euro come valore del capitale (equity value).

 

Considerando anche il debito della capogruppo Atlantia attribuibile ad Aspi - che rappresenta circa il 60% dei margini dell'intero gruppo - il valore complessivo dell'azienda ( enterprise value ) arriva a circa 10 miliardi. La quota in capo ad Atlantia vale quindi 8,8 miliardi di euro, mentre il resto è in mano ai soci di minoranza Allianz e ai cinesi di Silk Road.

FONDO BLACKSTONE

 

Per prendere la maggioranza di Aspi, la Cassa dovrà sottoscrivere un aumento di capitale da 2,5-3 miliardi che farà diluire Atlantia. Contemporaneamente Atlantia potrà vendere quote di Aspi alla stessa Cdp e ai suoi possibili partner istituzionali in questa partita - potrebbero essere Poste Vita, F21, gli australiani di Macquarie, il fondo Usa Blackstone - con un ulteriore 22%. I tempi? Fine ottobre.

 

Una volta che Atlantia si sarà diluita al 40%, effettuerà la scissione della società autostradale, che si ritroverà così quotata in Borsa. Ai soci Atlantia verranno assegnate le azioni Aspi pro-quota, e così i Benetton scenderanno al 10-15% circa e non avranno ruoli operativi nella gestione. Autostrade sarà una public company quotata in Borsa, con dentro vari investitori istituzionali e i piccoli azionisti oggi di Atlantia. «Siamo vigili e disponibili per ragionamenti e salvaguardare i nostri investimenti», dice il presidente di Fondazione Crt, Giovanni Quaglia, socio di Atlantia e Cdp e quotista del fondo F2i.

giuseppe conte roberto gualtieri

 

Per il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri «il nuovo assetto societario e il ruolo che avrà Cdp potranno garantire un elevato grado di tutela dell'interesse pubblico». Gualtieri avrebbe sondato la disponibilità di Generali e Unipol a partecipare ricavandone tuttavia freddezza. Sulla stima del valore di Aspi sembra ci sia una convergenza anche con Atlantia: 10 miliardi come valore d'impresa. Non poteva essere altrimenti, dato che un accordo è stato trovato. Anche perché l'alternativa è la revoca. Nelle valutazioni di dettaglio avranno un peso decisivo gli effetti delle modifiche nelle regole tariffarie imposte dal governo.

 

luciano benetton

L'accordo modifica la dinamica tariffaria da qui al 2038, l'orizzonte di vita della concessione. Il rendimento sul capitale investito - il cosiddetto indice «Wacc» - scende dal 10% al 7,09% secondo il modello dell'authority sui trasporti. Ciò comporta una riduzione attesa sui flussi di cassa del 5% per i primi 5 anni; dal 2026 ci sarà un nuovo piano economico-finanziario che, in base agli investimenti nel frattempo effettuati, potrebbe accrescere lievemente quel rendimento, ma anche ridurlo nel caso i volumi di traffico siano superiori alle previsioni.

 

Ciò inciderà sul margine operativo lordo della concessionaria, attualmente al 30% dei ricavi. Resta il nodo degli eventuali risarcimenti stabiliti dal processo di Genova. Gli investitori pronti a subentrare ritengono ineludibile la manleva per tutelarsi dal rischio. Autostrade nell'accordo col governo ha riconosciuto un valore di 3,4 miliardi.

 

2 - SALVATAGGI ILVA, ALITALIA, MPS E CONCESSIONI. GIA’ SPESI 33 MILIARDI PER IL SOCIALISMO DI STATO

Antonio Signorini per “il Giornale”

 

CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Dal ritorno degli aiuti di Stato - in particolare nel settore delle banche - al revival delle statalizzazioni il passo è stato breve. L'idea di mano pubblica per meglio gestire società un tempo private è restata tabù dalla seconda metà degli anni Ottanta, da quando cioè il Paese si ritrovò a raccogliere i cocci delle «nazionalizzazioni» iniziate negli anni Sessanta durante i governi di centrosinistra e decise una sterzata a favore del privato. Ciclo finito a quanto pare.

 

Nonostante il debito pubblico (a maggio è stato toccato il record di 2.507,6 miliardi, in aumento di 40,5 miliardi rispetto al mese precedente e superando così il precedente massimo storico a luglio del 2019 di 2.467,4 miliardi) l'ingresso dello Stato nel capitale di aziende private è tornato nei programmi dei partiti. E già si può ipotizzare il costo della moda statalista: 33 miliardi.

 

170esimo anniversario di cassa depositi e prestiti l'intervento di giuseppe conte 2

Il costo dell'ingresso di Cdp nel capitale di Aspi non è ancora noto. Vero che la Cassa depositi e prestiti è da considerare un investitore privato (gestisce soprattutto il risparmio postale), che non rientra nel perimetro del debito pubblico e che dalla partecipazione in Aspi avrà una remunerazione. Si sa però che la Cassa dovrà partecipare ad un aumento di capitale stimato in tre miliardi.

 

La società dovrà poi sostenere costi e finanziare investimenti per rimettere in sesto la parte di rete autostradale controllata da Autostrade per l'Italia. Il gruppo Benetton aveva messo in cantiere sette miliardi di investimenti. L'operazione più impegnativa per lo Stato resta quella di Alitalia, arrivata a maturazione recentemente con il progetto di una nuova società (Alitalia Tai) partecipata a maggioranza dal ministero dell'Economia tramite una newco. Anche in questo caso si parte dai tre miliardi di euro. Cifra certa, stanziata con il decreto Rilancio.

MEDIOBANCA

 

Ufficialmente un salvataggio di un'azienda in crisi per il coronavirus, in realtà l'epilogo di una vicenda tormentata che riporterà la compagnia di bandiera al punto di partenza del 1946, quando era partecipata interamente dall'Iri. Non che la fase privata sia stata meno onerosa per le casse pubbliche. Dal 1974 al 2014, secondo un famoso studio di Mediobanca, i salvataggi sono costati 7,4 miliardi di euro, più i 900 milioni del prestito del 2017 e i 75 del 2014. Con gli interessi si arriva a 8,5 miliardi. In tutto 12,5 miliardi. A ricordare che la sfida per lo Stato sarà soprattutto quella di limitare le perdite e fare funzionare una compagnia aerea che non ha mai smesso di sentirsi statale. Prima ancora di Alitalia è stata l'Ilva a scatenare i ritorni di fiamma delle nazionalizzazioni.

 

arcelormittal

Dossier ancora aperto, ma per l'acciaieria oggi del gruppo ArcelorMittal si prospetta un ritorno alle origini (era la pubblica Italsider) con una nazionalizzazione i cui costi sono stimabili in 4,5 miliardi di euro. I salvataggi delle banche sono stati quelli più impegnativi per il bilancio dello Stato. Monte dei Paschi dal primo salvataggio del governo Monti alla ricapitalizzazione è costata 5,6 miliardi, in parte restituiti.

 

È stato il primo esempio di ritorno dello Stato nel capitale di una importante azienda privata. L'intervento a favore delle banche venete è costato 16 miliardi di euro, 900 milioni il salvataggio della popolare di Bari. In generale il salvataggio delle banche è costato 36 miliardi 22, dei quali in capo allo Stato (gli altri li hanno pagati il sistema creditizio e gli azionisti con i bail-in). Era inevitabile per salvare risparmi e il credito. Ora l'impressione è che la politica sia fatta prendere la mano.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...