sergio mattarella giorgia meloni meme

IL QUIRINALE NON VUOLE ESSERE TIRATO PER LA GIACCHETTA NEL GIOCO DEI PARTITI E NON PUÒ AVERE UN RUOLO ATTIVO NELLA SCELTA DEI MINISTRI. L'ESECUTIVO DI CENTRODESTRA NON SARÀ UN "GOVERNO DEL PRESIDENTE" E IL RUOLO DEL CAPO DELLO STATO SARÀ DIVERSO RISPETTO A QUELLO AVUTO CON IL GABINETTO DRAGHI. POI, CERTO QUANDO LE SELEZIONI SARANNO COMPLETATE, IL CAPO DELLO STATO AVRÀ IL DOVERE DI ESPRIMERE LE SUE VALUTAZIONI. L’ATTENZIONE DI MATTARELLA E’ FOCALIZZATA SU 4-5 MINISTERI CHIAVE…

Claudio Tito per la Repubblica

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME

Il Quirinale non ha e non può avere un ruolo attivo nella scelta dei ministri. Soprattutto non può averlo in questa fase. Questo è un compito esclusivo di chi sarà incaricato di formare il governo.

Le elezioni si sono chiuse. Il risultato è abbastanza netto. E, come sempre, è partito il grande risiko dei ministeri. Le riunioni organizzate in queste giorni da Giorgia Meloni si muovono lungo due direttrici: la crisi energetica ed economica e la composizione della "squadra" del prossimo esecutivo.

 

In realtà, però, - come ha dimostrato ieri la riunione del Consiglio federale della Lega - le attenzioni dei partiti si stanno concentrando su quest' ultimo aspetto. Tante le caselle da occupare.

 

Tantissime le ambizioni, enormi le golosità. Sarà la futura geografia del potere politico. Le presidenze delle Camere, i dicasteri, i sottosegretari, le presidenze delle commissioni parlamentari. E le forze che compongono la coalizione vincente non vogliono ritrovarsi ai margini della mappa di chi conta e che viene disegnata nelle prossime tre settimane. La paura è quella di sentirsi sottodimensionati nello scacchiere che si comporrà a partire dal 13 ottobre, giorno della prima seduta del nuovo Parlamento.

 

sergio e laura mattarella

Nelle trattative sulla formazione della prossima squadra di governo, allora, spesso viene utilizzata la presidenza della Repubblica come motivo di promozione o dissuasione rispetto a possibili candidature. Lo si fa soprattutto in riferimento a dicasteri-chiave: Economia, Esteri, Interni, Difesa. È un "gioco" che accompagna costantemente i giorni che precedono le consultazioni. In particolare accade quando una maggioranza "politica" si appresta a far nascere il suo governo. Ma il punto è proprio questo. L'esecutivo di centrodestra non sarà un governo tecnico.

 

Non sarà un "governo del presidente" e il ruolo del capo dello Stato sarà inevitabilmente diverso rispetto a quello avuto con il gabinetto Draghi. Del resto, sui poteri che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica esiste una sorta di "effetto fisarmonica" che ne dilata e ne restringe il perimetro in funzione della capacità della politica e delle circostanze elettorali. E quindi in questo caso non può esserci un ruolo attivo del Quirinale. Spetterà solo al/alla presidente del consiglio incaricata/o scegliere e selezionare i suoi ministri. La Costituzione a questo proposito è inequivocabile: «Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri ». La proposta dunque spetta al premier. E a questa procedura Mattarella si atterrà in maniera ferrea.

mattarella meloni

 

Da qui a quando il capo del governo incaricato salirà al Colle per illustrare le sue decisioni, quindi, il Quirinale non può essere tirato per la giacca nel "gioco" dei partiti. Non è e non può essere un elemento delle trattative dentro la futura maggioranza. Non può sponsorizzare o respingere proposte che non gli sono state ancora avanzate. Come è sempre accaduto e come prevede la Costituzione, esprimerà le sue valutazioni nel momento in cui gli saranno esposte considerazioni e scelte. Fino ad allora il "pallino" è solo nelle mani di chi riceverà l'incarico di formare il governo. Sarà, insomma, solo di Giorgia Meloni la responsabilità di individuare le candidature ministeriali e di risolvere gli eventuali problemi della sua coalizione.

 

Poi, certo, inevitabilmente e come è sempre accaduto, quando le selezioni saranno completate, la presidenza della Repubblica avrà il dovere di esprimere le sue valutazioni. È un obbligo che rientra proprio nell'articolo 92 della Costituzione. Non è un mistero che esistono 4-5 ministeri chiave su cui l'attenzione del capo dello Stato tradizionalmente si sofferma: Economia, Esteri, Difesa, Interni. E anche Giustizia considerando che è l'unico dicastero con una specifica rilevanza costituzionale. Tra i criteri che saranno utilizzati a questo proposito ci sarà sicuramente il rispetto dei trattati internazionali.

sergio mattarella a ravenna nel centenario dell'assalto squadrista alle cooperative 4

Ma questo non potrà accadere se non alla fine di questo lungo percorso che è iniziato informalmente il 26 settembre - a urne chiuse - e partirà ufficialmente il 13 ottobre con l'insediamento delle nuove Camere e l'elezione del presidente del Senato e di quello della Camera. Quindi proseguirà con le consultazioni delle forze politiche da parte del Colle e poi con l'incarico al presidente del consiglio. Il Quirinale ha fatto sapere nei giorni scorsi di essere disponibile ad accelerare i tempi delle consultazioni.

Quando i presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio saranno stati eletti, il calendario rispetterà le esigenze e le richieste dell'incaricata.

Fino a quel momento, però, attribuire preferenze o indicazioni a Mattarella rientra nel "risiko" dei partiti ma non nelle intenzioni del Quirinale.

SERGIO MATTARELLA MEME

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."