joe biden ian buruma

"L'AMERICA NON È PIÙ IL POLIZIOTTO DEL MONDO” - IAN BURUMA: “LA PAX AMERICANA NON ERA PIÙ SOSTENIBILE. NON È REALISTICO CREDERE CHE GLI AMERICANI POTESSERO CONTINUARE A PATTUGLIARE IL GLOBO. È ORA CHE QUESTI PAESI, COMPRESA LA UE, INVESTANO NELLA PROPRIA SICUREZZA - SONO SCETTICO SULL'IDEA DI BIDEN CHE SIA UNO SCONTRO DI CIVILTÀ DEL MONDO LIBERO CONTRO LA CINA AUTORITARIA. LA RETORICA DI UNA NUOVA GUERRA FREDDA È POCO SAGGIA. VA ATTENUATA. BISOGNA COOPERARE. UN DIVORZIO ECONOMICO È POCO REALISTICO. È L'ORA DELLA COLLABORAZIONE E DELLA DIPLOMAZIA”

joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul

Carlo Pizzati Chennai per “La Stampa”

 

Il saggista olandese-britannico Ian Buruma è un'autorità di culture orientali e geopolitica. Tra i suoi libri, come «A Japanese Mirror» e «Occidentalismo», ha pubblicato ora «The Churchill Complex» indagine sullo spirito bellico della fratellanza anglo-americana. Lo intervistiamo per capire come la ritirata degli Stati Uniti dall'Afghanistan può mettere in crisi il modello occidentale nel mondo.

 

Ian Buruma

Perché il famoso «nation building», la costruzione di una nazione democratica, ha fallito così miseramente in Afghanistan dopo 20 anni?

«Non sono sicuro che gli americani siano mai stati davvero dediti al "nation building". George W. Bush fece invadere l'Afghanistan per punire i talebani e al-Qaeda e andarsene. Ma gli americani rimasero incastrati. E siccome non amano sentirsi imperialisti, si parlò subito di "costruire la democrazia". Non so quanto serio sia stato quello sforzo».

 

chris donahue l'ultimo soldato americano a lasciare l'afghanistan

Quali sono le possibili alleanze geopolitiche dei taleban ora?

«La Cina vorrà più influenza per fermare gli uiguri, la Russia cercherà di aumentare il suo peso, ma dubito ci riuscirà. Il Pakistan resterà l'alleato principale, con il problema che senza gli americani sarà più vulnerabile all'estremismo violento interno».

 

AFGANI IN FUGA DAI TALEBANI

L'ex capo dell'Isi, il servizio segreto pakistano, Hamid Gul, che poi si unì ai taleban, ha detto: «Abbiamo sconfitto l'Unione Sovietica con l'aiuto dell'America e un giorno il mondo dirà che abbiamo sconfitto l'America con l'aiuto dell'America». È così?

KABUL COME SAIGON

«Si può dire che l'iniziale sostegno americano ai taleban, tramite il Pakistan, alla fine ha sconfitto l'America. Ma è una sconfitta militare del governo afghano, non degli Usa, perché sono gli americani che hanno deciso d'andarsene, sfumatura che spesso non si coglie.

 

L'America non ha perso la guerra del Vietnam: ha ritirato le truppe dal Sud del Vietnam, il cui governo ha perso la guerra contro i vietcong. Lo stesso in Afghanistan. L'esportazione della democrazia è fallita in entrambi i Paesi.

 

attentato all aeroporto di kabul 3

Ciò che alcuni analisti sostengono è che la Germania, il Giappone e la Corea del Sud sono esempi del successo dell'America nel costruire istituzioni democratiche. Ma lì la democrazia esisteva da prima della guerra, con istituzioni ripristinabili e un'élite con esperienza di politica democratica. Non così in Iraq, Afghanistan e nemmeno in Vietnam».

david petraeus barack obama

 

Quindi la democrazia non si può esportare?

 «Devono esserci condizioni locali, istituzioni locali ed élite locali. Le truppe Usa in Giappone hanno reso possibile ravvivare, lì, delle istituzioni che in Iraq e in Afghanistan non c'erano mai state».

 

Non le dà la sensazione che la ritirata americana segnali che siamo al «declino dell'impero occidentale», come dicono?

tony blair george bush

 «Gli europei da tempo non hanno ambizioni imperiali, forniscono truppe. Ma gli americani e i britannici, specialmente negli anni di Bush, Blair e Clinton, credevano ancora in un intervento umanitario che promuovesse gli ideali democratici con la forza, idea che ha iniziato a morire con Obama, e con Trump ancor di più. Biden ha finito la missione. Quest' ambizione americana è finita, per ora. Ciò non significa che l'influenza occidentale e il potere americano siano esauriti».

VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI

 

Non siamo a una nuova caduta del Muro di Berlino, come dice qualcuno?

«No, questo è il culmine di un ritiro graduale dall'idea che gli americani siano tenuti a intervenire per ottenere un risultato politico».

 

Ma non pensa che in Asia venga interpretato così?

«Forse i movimenti islamici rivoluzionari nel Medio Oriente pensano che con la ritirata americana sia arrivato il momento di conquistare il potere. Ciò può esser vero in Afghanistan, ma non è detto lo sia altrove. In altre occasioni, l'intervento americano li ha tenuti in vita, perché così potevano unirsi contro "il grande Satana". Ma senza l'America, governi come quello pakistano potrebbero essere più conflittuali con i movimenti».

 

Non crede che in Asia ci sia una preoccupazione fondata sul propagarsi della rivoluzione islamica in Kashmir o in Bangladesh?

AFGHANISTAN OBAMA

«O in Cina. Ma la rivoluzione islamica non è una minaccia per il governo cinese o indiano. Causerà violenza qui e là. E ora questi governi dovranno gestirla da soli. E ciò potrebbe renderli più brutali e autoritari. Ma non credo ci sarà una cascata di rivoluzioni islamiche nel Medio Oriente e nel Sudest asiatico.

 

aeroporto di kabul 2

D'altronde, la Pax Americana non era più sostenibile. Dove l'America ha avuto il ruolo del poliziotto tanti, si sono arricchiti, sia in Europa che nel Sudest asiatico. Non è realistico credere che gli americani potessero continuare a pattugliare il globo. È ora che questi Paesi, compresa la Ue, investano nella propria sicurezza».

 

Dopo la Guerra Fredda e la Guerra al Terrore siamo a una guerra tra democrazie e regimi autoritari?

 «Non ci sarà bisogno della "politica di contenimento" di George Kennan perché la Russia non è mai stata economicamente importante per l'Occidente, mentre la Cina lo è. Gli interessi sono così interconnessi con i cinesi che la natura stessa della relazione ne è influenzata. Il conflitto va gestito.

 

persone in fila davanti alle banche a kabul

E sono scettico sull'idea di Biden che sia una sorta di kulturkampf, uno scontro di civiltà del mondo libero contro la Cina autoritaria. La retorica di una nuova Guerra Fredda è poco saggia. Va attenuata. Bisogna cooperare. Un divorzio economico è poco realistico. È l'ora della collaborazione e della diplomazia».

JOE BIDEN SULL AIR FORCE ONE joe biden dopo l attentato di kabul soldati americani aeroporto di kabul VLADIMIR PUTIN E XI JINPINGnicole geeattentato suicida all aeroporto di kabul attentato suicida all aeroporto di kabul cittadino australiano picchiato in afghanistan 1afgani in fuga da kabul 2attentato all aeroporto di kabul 7attentato all aeroporto di kabul 5joe biden all arrivo dei feretri dei marines morti nell attentato di kabul

Ultimi Dagoreport

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...