massimo d alema giuseppe conte enrico letta

"CONTE? MI CAPITA DI SENTIRLO, E QUINDI?" – MASSIMO D’ALEMA INCENERISCE LETTA: "CONTE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO DEI PROGRESSISTI. ANCHE SE IL M5S AVEVA FATTO CADERE DRAGHI, NULLA IMPEDIVA POI UN'ALLEANZA. LA DESTRA HA VINTO PERCHÉ HA SAPUTO INTERPRETARE LA LEGGE ELETTORALE VOLUTA DAL PD. MI ACCUSANO DI TRAMARE CONTRO IL NAZARENO: BASTA CHE UNO DICA UNA COSA DI BUONSENSO ED È SUBITO COMPLOTTISTA" – POI PARLA DELLA MORTE DELLA SUA COMPAGNA, GIUSI DEL MUGNAIO, GIORNALISTA DELL'UNITÀ: “FU LA FINE DELLA MIA GIOVINEZZA”

Concetto Vecchio per repubblica.it

 

Massimo D'Alema, com'è nato il suo libro su Enrico Berlinguer?

D ALEMA

"Nel febbraio 1984 lo accompagnai a Mosca. Mi portai dietro un quaderno, che riempii di osservazioni".

 

Un diario?

"Sì, ho sempre preso appunti. I quaderni più divertenti sono quelli sul '68. Mia moglie, Linda Giuva, che è archivista, un giorno lo trovò. Nel libro ho trascritto i passaggi buttati giù durante il viaggio".

 

Perché Berlinguer ci parla ancora?

"È ancora capace di trasmettere qualcosa, anche alle giovani generazioni che non lo hanno conosciuto. Per la critica al capitalismo, la fedeltà agli ideali della giovinezza, la dirittura morale. E poi emoziona il fatto che sia caduto in battaglia".

 

Ma oggi il mondo non è molto diverso?

"Sì, ma in giro c'è un rinnovato interesse verso la Prima Repubblica, come un rimpianto. E Berlinguer rappresentò, insieme a Moro, la parte più nobile di quel tempo in cui i partiti erano forti e selezionavano la classe dirigente".

 

I partiti erano in crisi già allora, Berlinguer lo denunciò.

massimo d alema foto di bacco (5)

"Sì, ma negli ultimi anni la sbornia antipolitica ha illuso che se ne potesse fare proprio a meno. Oggi ci si rende conto che il Paese così è più povero. Non è un caso che ha vinto Giorgia Meloni, a capo del partito più novecentesco in circolazione".

 

In che senso?

"Un partito ideologico che esprime un'idea di società e indica una prospettiva diversa dalla pura gestione dell'esistente. In riferimento alla nazione, alla sovranità, alla identità e alla religione è appunto un messaggio ideologico e non un programma, ma rappresenta un ancoraggio seducente nell'incertezza dell'oggi".

 

Non vale anche per il Pd?

"Il Pd è un partito dalla identità fragile, che non riesce a comunicare un progetto per il futuro, un modello di società. D'altro canto la scelta di un partito soltanto programmatico è stato uno degli elementi costitutivi del Pd".

 

Che destra affiora in queste prime mosse al governo?

massimo d alema

"Gran parte delle promesse economiche fatte in campagna elettorale sono di difficile realizzazione e quindi temo che prevarrà il programma repressivo e reazionario: contro gli immigrati e i ragazzi che fanno casino nei rave".

 

Giorgia Meloni durerà?

"Non lo so. Molto dipenderà dalla capacità dell'opposizione di offrire a medio termine una prospettiva alternativa di governo".

 

Lei l'ha fatta scrivere per "Italianieuropei".

"Sì, più un anno fa, la nostra rivista si occupò della destra. Meloni scrisse un articolo rivendicando l'eredità del trumpismo. Collaborò anche Lorenzo Fontana, sulla visione strategica della Lega: molto interessante".

 

Lei continua a ripetere che il centrosinistra ha preso più voti della destra.

"Un milione e 600mila, per l'esattezza. La destra ha preso dodici milioni di voti, gli stessi del 2018. Noi nel 2006 ne prendemmo 19 milioni. Semplicemente la destra ha saputo interpretare la legge elettorale voluta dal Pd, fondata sulle coalizioni elettorali".

 

Dimentica che Conte ha fatto cadere Draghi.

"A parte il fatto che Meloni ha fatto l'opposizione a Draghi, e non mi pare che questo l'abbia danneggiata elettoralmente, né ha impedito a diversi ministri di Draghi di schierarsi con lei. Conte non aveva tutti i torti a sollevare i problemi che sollevò, ma anche considerando quel passo un errore non credo che avrebbe dovuto impedire a partiti che avevano governato insieme, e bene, di allearsi".

 

Dicono che lei sia il consigliere di Conte.

"Non sono il consigliere di nessuno. Mi pare che Conte si consigli molto bene da solo".

PRODI D ALEMA 88

 

Vi sentite spesso?

"Mi capita di sentire molti esponenti politici, prevalentemente i miei compagni di Articolo 1, o dirigenti del Pd, ma anche esponenti del centrodestra. Sento anche Conte, e quindi?".

 

Conte è di sinistra?

"Che fosse il punto di riferimento dei progressisti l'ha detto l'ex segretario del Pd, non io".

E l'M5S lo è?

"È votato dagli operai e dalle persone in difficoltà economica molto più del Pd. Una parte dei progressisti ha scelto Conte".

 

Ma cosa bisognerebbe fare ora?

"Ricostruire un dialogo e una prospettiva, se ne discute anche nel Pd. E va creato un rapporto unitario tra le forze politiche, del resto il Pd aveva investito molte risorse per fare entrare l'M5S nell'alveo del centrosinistra".

 

d'alema conte

Un nuovo partito unitario?

"Con questa legge elettorale non è necessario".

Lei però un tempo era per la terza via.

"Era venticinque anni fa e sono successe molte cose nel frattempo. Ma già quando lasciai palazzo Chigi, nel 2000, dissi che il riformismo dall'alto così come noi lo abbiamo concepito non funziona".

 

Nel Pd in tanti pensano che lei trami contro di loro.

"Sono sospetti che non meriterebbero neanche un briciolo di attenzione. Se uno in questo Paese dice qualcosa di buonsenso passa subito per complottista".

Cosa fa adesso?

LETTA MELONI MEME

"Sto partendo per il Messico, dove a Guadalajara terrò una conferenza sul nuovo ordine mondiale, poi andrò a salutare Lula in Brasile".

 

Dopo quel viaggio nel 1984 la sua vita cambiò?

D ALEMA COVER

"A giugno Berlinguer morì. E il mese dopo, il 20 luglio, se ne andò in un incidente stradale in Puglia la mia compagna, Giusi Del Mugnaio, giornalista dell'Unità. Ero a Torino, per un incontro sulle donne alla festa dell'Unità. A notte fonda mi telefonò Giacomo Princigalli, un caro compagno: "C'è stato un incidente. Giusi è morta". Poi Fassino mi raggiunse in albergo".

 

Un trauma doppio.

"Direi che fu la fine della mia giovinezza". 

GIUSI DEL MUGNAIOMASSIMO DALEMAD'AlemaMASSIMO DALEMA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...