biden putin

"DALL'INCONTRO CON PUTIN, BIDEN NON HA OTTENUTO QUASI NULLA E SUGLI ATTACCHI HACKER GLI USA SONO IN DIFFICOLTÀ" - IL POLITOLOGO IAN BREMMER: "PUTIN PUNTAVA ALLO SHOW, DIALETTICAMENTE È ABILE E BIDEN IN PUBBLICO FA FATICA: IN UN FACCIA A FACCIA POTEVA ESSERE MESSO IN DIFFICOLTÀ - IL PRESIDENTE RUSSO NON HA PAURA DI APPARIRE UN DURO E DI PRESENTARE LA RUSSIA COME UNA POTENZA PRONTA A USARE ANCHE LE MANIERE FORTI - NELLA CYBERSICUREZZA GLI USA NON DISPONGONO DI UNA DETERRENZA EFFICACE E LA CASA BIANCA ESITA PERCHÉ TEME L'ESCALATION - VANNO AGGIUNTE LE INCERTEZZE SULLA PROVENIENZA DI MOLTI DEGLI ATTACCHI. NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI NON CI SONO PROVE CERTE…"

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

 

IAN BREMMER

«Joe Biden torna dalla sua settimana di vertici internazionali in Europa con buoni risultati. Certo non è la marcia trionfale che qualcuno si aspettava visto che gli Stati Uniti si sono presentati agli incontri G-7, Nato e Ue forti di una leadership incontrastata nei vaccini contro il virus che ha paralizzato il mondo per oltre un anno e in una situazione di forte ripresa economica. Ma c' è stato il necessario ricompattamento con gli alleati, compresa una concordanza di vedute sul confronto pragmatico ma duro con Cina e Russia».

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

Riflettendo a caldo sugli eventi degli ultimi giorni mentre si spengono le luci del vertice di Ginevra, il politologo Ian Bremmer, fondatore di Eurasia, concentra l' attenzione sulla metà piena del bicchiere che il presidente americano si porta a casa.

 

E il vertice con Putin? Biden non sembra aver ottenuto nulla sui fronti aperti: diritti umani, Ucraina, Siria, Libia. Sugli attacchi degli hacker c' è la promessa russa di consultazioni, ma senza riconoscere alcuna responsabilità. Anzi l'accusa di iniziative di cyberwar viene ribaltata sugli Usa.

 

CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN

«Dall' incontro con Putin, in effetti, non sono venuti progressi concreti, ma nessuno se li aspettava. Era importante riprendere il dialogo, ridurre il rischio che, fra tensioni crescenti e incomunicabilità, si possa determinare un incidente difficile da controllare.

Qui è positivo l'impegno a riprendere il dialogo, il ritorno degli ambasciatori nelle loro sedi e, sul piano personale, tra i due c'è stata più cordialità di quanto atteso. Ma nessun risultato concreto: direi che per Biden questo è stato il meno importante dei quattro vertici ai quali ha partecipato».

 

Saggio evitare la conferenza stampa congiunta? Biden è apparso lucido ma molto affaticato. Ed ha accettato solo domande da giornalisti americani consentendo a Putin di presentarsi come uno che, invece, in questi giorni ha dato spazio anche alla stampa Usa.

vladimir putin joe biden.

«Putin puntava allo show, ha bisogno di visibilità, di tornare protagonista. Poi, certo, dialetticamente è abile e Biden in pubblico effettivamente fa fatica: in un faccia a faccia poteva essere messo in difficoltà. Ma il leader americano non ha bisogno di rilanciare sul piano mediatico il suo ruolo internazionale».

 

Biden spera che Putin rinunci ai suoi comportamenti più aggressivi perché, se ha davvero interesse a far crescere la considerazione internazionale per la Russia, non può continuare a violare le regole e interferire nelle elezioni degli altri Paesi.

«Su questo credo che il presidente abbia torto: Putin non ha paura di apparire un duro e di presentare la Russia come una potenza pronta a usare anche le maniere forti».

 

joe biden vladimir putin 9

Ipotesi: fra due settimane, nonostante le rassicurazioni di Putin, parte un altro massiccio attacco cyber di hacker russi contro gli Stati Uniti. Cosa succede? Sono credibili le minacce di rappresaglie americane?

«Questo è il punto più difficile e pericoloso. L' America ha strumenti potenti per contrattaccare paralizzando o distruggendo reti informatiche e infrastrutture digitali degli avversari, ma Biden esita a usarli: sa che rischierebbe una escalation molto pericolosa. Forse ripiegherà sulle sanzioni ma abbiamo già visto che fanno danni all' economia e non spaventano Putin. Insomma, in questo campo gli Usa non dispongono di una deterrenza efficace. A questo fattore vanno poi aggiunte le incertezze sulla provenienza di molti degli attacchi. L' Fbi è risalito all' origine di alcuni, ma nella maggior parte dei casi ci sono forti indizi, un tracciato della provenienza ma non prove certe».

 

IAN BREMMER

I giornalisti americani sono stati più duri con Putin dello stesso Biden. Ma il leader del Cremlino non si è mai scomposto, continuando a distillare la sua «realtà alternativa» mentre spiegava che la felicità non è di questo mondo e seminava «scintille di speranza».

«È il copione che era stato previsto. Putin che nega tutto, fa paragoni insostenibili tra le persecuzioni dei dissidenti russi e l'assalto al Campidoglio di Washington, ma poi cerca di conquistarsi un po' di fiducia elogiando le doti di Biden, definendo il confronto con lui sostanziale, specifico, addirittura efficiente. Mentre Biden, naturalmente portato al negoziato e alla creazione di un rapporto umano con l'interlocutore, probabilmente è stato frenato dagli altri esponenti del team della Casa Bianca che forse sono su posizioni più rigide delle sue».

joe biden vladimir putin vladimir putin con il presidente svizzero guy parmelin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)