grillo gaggero

"DELUSO E DISTACCATO DAL M5S"- GRILLO SI SFOGA CON IL DENTISTA FLAVIO GAGGERO CHE DUE ANNI FA SI CANDIDO' ALLE REGIONALI IN LIGURIA – QUELLA DI BEPPE MAO “E’ UNA RITIRATA DI RIFLESSIONE” DOPO LO PSICODRAMMA SEGUITO ALLO STRAPPO DI DI MAIO – LA BATTAGLIA SUL NO ALLA DEROGA AL VINCOLO DEI DUE MANDATI (CHE HA ACCELERATO, COME DAGO-RIVELATO, L'USCITA DI LUIGINO) – “È L'ULTIMA REGOLA IDENTITARIA CHE ABBIAMO E NON POSSIAMO CAMBIARLA”

Matteo Macor per “la Repubblica”

 

grillo gaggero

Più forte infuria la bufera, più forte è il richiamo dei porti sicuri, ancora meglio se un po' nascosti. Nelle ore in cui tutti cercavano Beppe Grillo, a Roma come a Sant' Ilario, tra post enigmatici e viaggi saltati all'ultimo minuto, il garante del Movimento si trovava dalla parte opposta della città rispetto al suo quartiere, a Pegli, estremo ponente genovese, in poltrona nello studio del suo dentista.

 

È nell'abbraccio di Flavio Gaggero, 85 anni, odontoiatra di fiducia ma soprattutto amico di sempre, che in questi giorni il (fu?) Elevato si è rifugiato a discutere del momento della sua creatura in piena crisi. Nessuna otturazione in programma, però. Piuttosto una «ritirata di riflessione», viene definita nel partito, da quei pochissimi che hanno ancora un contatto più o meno diretto con il fondatore, che comunque andrà a finire non gli ha impedito di mandare messaggi «precisi» - si fa capire - a quello che rimane del suo partito.

 

flavio gaggero

Amici stretti sin dai tempi in cui la politica faceva solo da sfondo ad altre carriere, il Grillo di passaggio in visita a Gaggero, nello studio dentistico che a Genova è un'istituzione (sono di casa vecchi compagni di scuola come Renzo Piano o Gino Paoli, ma si allunga l'orario e si cura gratis per comunità, centri di accoglienza e richiedenti asilo) viene descritto come «profondamente deluso, quasi distaccato, ancora più che arrabbiato ».

 

Non tanto dall'addio di Luigi Di Maio, né dalla scivolata più dolorosa (tra le tante) della pur breve gestione di Giuseppe Conte. Quanto dall'osservare più o meno a distanza un Movimento finito «disperso » per strade troppo lontane da quelle delle origini, e sentire troppa ingratitudine nei suoi confronti.

 

«Io c'ero quando è nato il Movimento, a muovere Beppe e chi gli stava vicino era puro spirito francescano, era la convinzione ci fosse bisogno di persone per bene in politica - è l'unica concessione che fa alla richiesta di non parlare della crisi di queste ore Gaggero, che due anni fa si candidò alle Regionali liguri senza troppa fortuna - Poi però è venuto tutto il resto, le elezioni, il posto in Parlamento, gli stipendi, e al posto dello spirito francescano, guardate qua. La politica non è farsi eleggere o prendere parte alle commissioni, la politica è ben altro».

flavio gaggero beppe grillo

 

Non una questione di responsabilità personali, insomma. Nessuna colpa particolare attribuita al pur troppo ambizioso Di Maio, né a Conte e alla sua inesperienza, come viene definita. Il problema è cronico, quasi endemico. E riguarda ancora quell'identità irrisolta su cui il mondo grillino si interroga da sempre.

 

flavio gaggero beppe grillo

L'eterno cruccio di un Movimento diventato partito, che non a caso potrebbe, vorrebbe "riconquistare" il suo fondatore sul campo della prossima discussione interna all'orizzonte, quella sulla deroga ai due mandati. Viste le implicazioni del caso nelle future primarie siciliane del campo progressista, dove il nome forte del M5S avrebbe dovuto essere Giancarlo Cancelleri, attuale sottosegretario del governo Draghi e già due mandati da consigliere regionale alle spalle, l'idea dei vertici grillini sarebbe quella di ragionare sull'ipotesi di prendere più tempo su un eventuale voto, e lasciare che un tema così sensibile venga affrontato più avanti, a tempesta superata. La sua contrarietà a un rinvio, però, non solo dallo studio del suo dentista, Beppe Grillo l'ha fatta arrivare chiaro e tondo. «È l'ultima regola identitaria che abbiamo - è il suo messaggio - e non possiamo cambiarla».

flavio gaggero 3flavio gaggero 3flavio gaggero beppe grillo 2don andrea gallo flavio gaggeroflavio gaggero beppe grillo 1flavio gaggero

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")