claudio durigon

"LASCIO, MA NON SONO MAI STATO FASCISTA, GLI ATTACCHI SONO UN ALIBI" - COME DAGO ANTICIPATO, DURIGON SI DIMETTE (NON POTEVA FARE ALTRO DOPO ESSERE STATO SCARICATO DA SALVINI E GIORGETTI) E PROVA A DIFENDERSI: "SONO E SARÒ SEMPRE CONTRO OGNI DITTATURA E OGNI IDEOLOGIA TOTALITARIA, DI DESTRA O DI SINISTRA" - IL DAGO-RETROSCENA E L'ULTIMATUM DI DRAGHI A SALVINI: "FAI DIMETTERE DURIGON OPPURE RITIRERO' LE DELEGHE DI SOTTO-SEGRETARIO" 

https://m.dagospia.com/draghi-a-salvini-su-durigon-fasllo-dimettere-altrimenti-ritirero-le-deleghe-di-sottosegretario-280753

 

Marco Cremonesi per www.corriere.it

 

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

L’epilogo annunciato, ora è stato scritto. Con una lunga lettera, il sottosegretario alle Finanze Claudio Durigon ha dato le dimissioni nella tarda serata di ieri. Matteo Salvini lo ringrazia in modo tutt’altro che formale e si augura che «questo gesto di responsabilità e generosità induca a seria riflessione altri politici, al governo e non solo, che non si stanno dimostrando all’altezza del loro ruolo».

 

CLAUDIO DURIGON

Probabilmente un riferimento a Luciana Lamorgese. La «moral suasion» esercitata dal premier Mario Draghi sul segretario leghista nell’incontro di lunedì scorso, e da quest’ultimo sullo stesso Durigon ha sortito il risultato chiesto da moltissimi parlamentari dopo che, lo scorso 4 agosto, il sottosegretario ha proposto di reintitolare il parco di Latina dedicato a Falcone e Borsellino al fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.

 

CLAUDIO DURIGON

Durigon parte con un mea culpa: «Un processo di comunicazione si valuta non in base alle intenzioni di chi comunica, ma al risultato ottenuto su chi riceve il messaggio». E dunque, nella sua proposta «in assoluta buona fede», ha «commesso degli errori».

 

claudio durigon giancarlo giorgetti

Nell’identità fascista, infatti, l’ex sindacalista non si riconosce «in alcun modo: non sono, e non sono mai stato, fascista. Sono e sarò sempre contro ogni dittatura e ogni ideologia totalitaria, di destra o di sinistra».

 

matteo salvini con la mascherina di borsellino

A Durigon spiace soprattutto che le sue parole, «lette e interpretate frettolosamente e superficialmente, abbiano potuto portare qualcuno a insinuare che per me la lotta alla mafia non sia importante. È infatti vero esattamente il contrario: la legalità, e il contrasto alle organizzazioni criminali, sono per me dei valori assoluti».

 

arnaldo mussolini 3

Di qui, «le scuse alle famiglie Falcone e Borsellino, e a quelle degli agenti di scorta». I due magistrati sono «non solo due figure eroiche, ma anche dei modelli di etica, di civismo, di senso dello Stato». Poi, Durigon si lancia in un omaggio alla bonifica dell’Agro Pontino di cui, dice «sono figlio».

 

Il sottosegretario dimissionario ricorda le sue origini venete e il concorso delle forze di tutto il paese per l’opera immensa di recupero delle allora paludi malariche: «Nella mia mal formulata proposta, io avevo a cuore solo l’idea di ricordare questa storia così intensa e così particolare».

 

arnaldo mussolini 1

L’esponente leghista sostiene che il parco era già intitolato ad Arnaldo Mussolini, anche se ieri il sindaco di Latina Damiano Coletta ha detto che l’area verde «che dal 2017 è dedicata a Falcone e Borsellino, si chiamava “parco comunale” e non “parco Arnaldo Mussolini”».

 

Prosegue Durigon: «Al di là dei miei errori di comunicazione (nella forma), nella sostanza sono stato strumentalmente attaccato per aver proposto di salvare la memoria storica di cui sopra», ad opera di «professionisti della strumentalizzazione che hanno usato le mie parole con l’unico fine di colpire me e il partito che rappresento. Si tratta di un’operazione che, come detto, mi ferisce profondamente e che non posso più tollerare».

 

simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (4)

A sua volta, lui coglie l’occasione per attaccare la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: «Tutta questa polemica sta diventando l’alibi di chi, in malafede, intende coprire altri problemi: mi riferisco in particolare ai limiti del Viminale».

 

simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (5)

L’ex sottosegretario arriva al punto chiave: «Per tutto questo, per uscire da una polemica che sta portando a calpestare tutti i valori in cui credo, ho deciso di dimettermi dal mio incarico di governo». Con un grazie ai «militanti» e a Salvini «per il sostegno, la vicinanza politica, morale e umana che ha avuto nei miei confronti».

 

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)claudio durigon foto di bacco (4)matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2)simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (2)simonetta matone claudio durigon e alessia foto di baccosimonetta matone e claudio durigon foto di bacco (1)simonetta matone e claudio durigon foto di bacco (3)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…