valerie pecresse ed emmanuel macron

LA "MACRON IN GONNELLA" FREGHERÀ L'ORIGINALE? - IN FRANCIA LA CANDIDATA DEI RÉPUBLICAINS, VALÉRIE PÉCRESSE, CONSIDERATA DAGLI AVVERSARI UNA COPIA DEL PRESIDENTE, HA BUONE CHANCE DI TROVARSI AL SECONDO TURNO DELLE PRESIDENZIALI 2022 E DI BATTERE MACRON - POLIGLOTTA, SPORTIVA, SI È DEFINITA "DUE TERZI MERKEL, UN TERZO THATCHER": LA NUOVA STELLA GOLLISTA POTREBBE ESSERE LA PRIMA DONNA ALL'ELISEO...

Estratto dell'articolo di Anais Ginori per "la Repubblica"

 

valerie pecresse

«Con la sua mèche bionda, l'aria da versaillese liscia e saggia ha ingannato tutti, a cominciare da me», racconta Marion Van Retterghem che ha firmato una lungo libro intervista con Valérie Pécresse, incontrando una donna molto diversa dal cliché della borghesia cattolica che abita Versailles.

 

valerie pecresse 8

Un'intrepida viaggiatrice, femminista, sportiva, partita a 15 anni nei campi giovanili sovietici per imparare il russo, per poi dedicarsi allo studio del giapponese. Anche la Francia sta scoprendo "Valérie", la candidata dei Républicains balzata nei sondaggi, con buone chance di trovarsi al secondo turno e di battere Emmanuel Macron.

 

valerie pecresse 9

A quattro mesi dal voto, le presidenziali sono più che mai aperte. «La tappa più difficile per lei era ottenere l'investitura del partito», ragiona Alain Minc, consigliere ombra di tanti presidenti. A inizio mese la governatrice dell'Île-de-France ha battuto a sorpresa gli altri aspiranti candidati dei Républicains.

 

valerie pecresse 4

«Il secondo scoglio sarà passare il primo turno», prosegue Minc. «Ma ha una buona stella, com'è successo a Macron. La fortuna di Pécresse si chiama Zemmour, perché fa scendere Le Pen».

 

La competizione nell'estrema destra, ha ridato speranza ai Républicains. «Ai miei occhi - dice ancora l'intellettuale - se Pécresse passa il primo turno, il ballottaggio diventerà una formalità. Sono sicuro che sarà eletta. Perché beneficerà del profondo sentimento anti-Macron che c'è nel Paese».

 

valerie pecresse 1

La Francia potrebbe mandare all'Eliseo una politica che si è definita "due terzi Merkel, un terzo Thatcher"? «Quindici anni fa - commenta Minc - i francesi hanno dato il 47,5% dei voti a una donna che non era all'altezza del ruolo: Ségolène Royal. E contro un candidato incredibilmente potente, Sarkozy».

 

Anche il politologo Jerôme Jaffré è convinto che l'attuale presidente abbia davanti un "grande pericolo". «Pécresse si trova nel punto di equilibrio politico del Paese, che è a destra. Ha una squadra, mentre Macron è percepito come un uomo solo. E ha il vantaggio femminile, che credo sia reale dopo 10 elezioni presidenziali dal 1965 sempre vinte da un uomo».

 

valerie pecresse

Lei ha già avvertito: «Non ho mai presentato la mia femminilità come argomento elettorale e non comincerò ora». Madre di tre figli, sposata da 27 anni con un manager, è convinta che uno dei modi di ristabilire la parità sia rendere il congedo parentale obbligatorio per gli uomini.

 

Continua a leggere su:

https://quotidiano.repubblica.it/edicola/home.jsp?ref=search

 

Giampiero Martinozzi per www.blitzquotidiano.it

 

A meno di quattro mesi dalle presidenziali, il cui primo turno si terrà il 10 aprile, i pronostici sono vani. E’ invece sotto gli occhi di tutti il predominio delle idee di destra, sempre più radicalizzate.

Nel 2017, Emmanuel Macron aveva messo con le spalle al muro i due partiti che da decenni sostenevano l’architettura politica della V Repubblica: il Partito socialista e i Repubblicani. Dichiarando sorpassata l’alternativa destra/sinistra, era riuscito a imporsi in nome dell’europeismo. E contro la chiusura nazionalista che già aveva minato il fronte conservatore.

valerie pecresse 5

 

Oggi, la sinistra non si è ancora risollevata, la destra democratica tenta faticosamente di rialzare la testa strizzando l’occhio all’estremismo xenofobo.

I sondaggi sono ancora inaffidabili per delineare il volto di chi vincerà la corsa, ma sono utili per descrivere a grandi linee l’umore politico della Francia.

Il consolidamento del fronte conservatore-reazionario è innegabile. Parte con tre candidati. Valérie Pécresse, vincitrice a sorpresa delle primarie dei Repubblicani. Marine Le Pen, al suo terzo tentativo. L’ex giornalista del Figaro Eric Zemmour, alfiere di un neo-razzismo dai toni violenti.

valerie pecresse 2

 

I tre possono contare su un bacino elettorale del 45-48 %, cui si aggiunge un altro 2-3 % dei candidati minori. Sulla carta, dunque, una destra fortissima. Il problema è sapere chi potrebbe spuntarla al primo turno. Difficilmente Zemmour, che seduce per le sue sparate islamofobe, ma che non è visto come un leader capace di guidare il paese.

Il vero duello, a quanto pare, sarà tra Le Pen e Pécresse. La prima si è sbarazzata di molti orpelli estremisti. Ha rinunciato all’uscita dall’euro e dall’Ue, ha messo la sordina al discorso anti-immigrati, ma ha perso consensi a causa del ben più radicale Zemmour.

 

valerie pecresse 7

Pécresse naviga a zigzag. Due anni fa sembrava potesse andare al governo con Macron, ma per vincere le primarie dei Repubblicani si è spostata molto a destra. Come tutti i candidati moderati negli ultimi 15 anni, dovrà guardare a destra con un occhio e al centro con l’altro. Un esercizio che richiede moltissime doti diplomatiche, di cui la candidata non è sprovvista.

valerie pecresse 3

 

La sinistra in Francia, dal canto suo, fa pena.

Nel 2012, quando François Hollande fu eletto presidente, raggiunse al primo turno il 44 % dei consensi. Oggi naviga fra il 24 e il 28 % e nessuno dei quattro principali candidati arriva al 10 per cento. Tutti vorrebbero una sinistra unita, ma nessuno si sogna di ritirarsi.

Anche una possibile nuova candidata, Christiane Taubira, rischia un flop. Originaria della Guyana, popolare per essere stata il ministro della Giustizia che ha difeso in Parlamento il matrimonio per tutti, non sembra per ora suscitare grandi entusiasmi. E parte con un handicap.

 

In settembre si è rifiutata di lanciare ai suoi concittadini guyanesi un appello in favore della vaccinazione, anche se adesso comincia a pronunciarsi in favore dei vaccini.

valerie pecresse 13

Ma al di là degli scarsi consensi dei candidati (negli ultimi tre sondaggi il sindaco socialista di Parigi, Anne Hidalgo, è sotto il 5%), il problema è un altro: finora, nessun rappresentante della gauche è riuscito a imporre un suo tema al centro del dibattito. Tutti parlano al vento.

 

Resta, infine il presidente uscente, Macron.

Come tutti i suoi predecessori, aspetterà febbraio per annunciare ufficialmente la sua candidatura, ma da settimane è in campagna. Il suo elettorato del 2017 sembra per il momento fedele (24-25 % in tutti i sondaggi da mesi).

E la sua gestione della crisi sanitaria può aiutarlo.Grazie all’enorme sforzo finanziario e all’aumento del debito pubblico, l’economia francese va bene, la disoccupazione è scesa al livello del 2008, la crescita dovrebbe aggirarsi sul 6,6 %.

 

valerie pecresse 12

Macron ha abbandonato le sue idee più liberali, ha disegnato una riforma delle pensioni più morbida di quella abbandonata all’inizio della pandemia. Ma dovrà offrire al Paese un buon motivo per rieleggerlo e soprattutto combattere l’eterna tentazione dei francesi di tagliare la testa al monarca repubblicano a ogni elezione.

 

Solo due presidenti sono stati rieletti in Francia, François Mitterrand, quando era in coabitazione con un governo di destra. E Jacques Chirac, in coabitazione con uno di sinistra. Nemmeno de Gaulle fu eletto due volte. Certo, nel 1965 fu confermato, ma si trattò della prima elezione presidenziale a suffragio universale. Sette anni prima, il generale era stato scelto da un collegio di 80 mila grandi elettori, com’era previsto dalla costituzione della neonata V Repubblica. Farsi rieleggere è insomma come eseguire un triplo salto mortale: Macron ha i mezzi per farlo, non è detto che riesca.

valerie pecresse 2valerie pecresse. valerie pecresse 6valerie pecresse 11valerie pecresse 5valerie pecresse 3VALERIE PECRESSEvalerie pecresse 10valerie pecresse 6

 

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...