sergio mattarella sabino cassese quirinale

"NON C'È MAI STATO UN PRESIDENTE ELETTO DA UN SISTEMA POLITICO COSÌ FRAMMENTATO. QUINDI È CHIAMATO A GIOCARE UN RUOLO FONDAMENTALE" - SABINO CASSESE: "CHI SARÀ ELETTO, STARA' AL QUIRINALE PER TRE LEGISLATURE: QUESTA, LA PROSSIMA E LA SUCCESSIVA - SI STANNO SOMMANDO IN UN COLPO SOLO, TRE DECISIONI ESSENZIALI: LA PRIMA DECISIONE RIGUARDERÀ LA SCELTA DEL PRESIDENTE. POI LA SOPRAVVIVENZA DI QUESTO GOVERNO, FIGLIO DI UNA SCELTA DI MATTARELLA. E LA TERZA: SE IL NUOVO PRESIDENTE DEBBA SCIOGLIERE O MENO IL PARLAMENTO…"

Fabio Martini per "la Stampa"

 

SABINO CASSESE

C'è qualcosa che appare nuovo ed invece è antico nelle immagini che scorrono in queste ore - le tante schede bianche della prima votazione o lo scrutinio senza esito - e dunque un giurista e storico delle istituzioni come Sabino Cassese invita a guardare alle «vere peculiarità» di questa fase, alla vera partita politico-istituzionale in corso. A cominciare dalla più importante: «Il presidente che sarà eletto, è per tre legislature. Avrà una gamba in questa legislatura, un'altra nella prossima e un'altra ancora nella successiva. La presidenza Mattarella ha coperto due legislature, il prossimo presidente ne coprirà tre. A maggiore ragione una scelta importante».

 

Alla fine il problema più spinoso nella possibile "ascesa" di Draghi al Quirinale si sta rivelando come far nascere un nuovo governo: un presidente del Consiglio che si trasferisse direttamente al Quirinale non si è mai visto

mario draghi sergio mattarella

«È la prima volta che accadrebbe ma è una cosa banale, non ha nulla di peculiare. Poniamo che il presidente del Consiglio venisse eletto presidente della Repubblica: a quel punto scriverebbe una lettera all'attuale capo dello Stato e darebbe le dimissioni da Presidente del Consiglio dei ministri e il ministro più anziano assumerebbe immediatamente le temporanee funzioni di presidente del Consiglio.

 

Passerebbe qualche giorno, il tempo necessario per preparare il suo discorso e dopo aver giurato e aver pronunciato il suo messaggio, il nuovo capo dello Stato assumerebbe le sue funzioni, aprirebbe le consultazioni e deciderebbe le sorti del governo del quale faceva parte. Ben altre sono le peculiarità di questa fase».

mattarella draghi

 

La più significativa è la "durata" del prossimo presidente per tre legislature, ma ce ne sono altre così importanti?

«Non c'è mai stato un presidente che dovesse essere eletto da un sistema politico così frammentato. Ci sono quattro forze politiche tra il 15 e il 20 per cento, altre sei o sette che stanno tra il 2 e l'8 per cento e ognuna di queste forze, a sua volta, ha divisioni interne».

 

sabino cassese foto di bacco

Morale della storia: inimmaginabile un presidente della Repubblica che non abbia polso e sapienza politica?

«Anche in situazioni ordinarie il presidente della Repubblica è "il grande regolatore del gioco costituzionale", come disse un illustre giurista come Egidio Tosato, il 19 settembre del 1947 davanti all'Assemblea costituente. Se è vero che il Presidente è colui che, come il regista di un film, fa il "montaggio", tanto più in un sistema frammentato è chiamato a giocare un ruolo fondamentale».

 

Frammentatissimi anche i grandi elettori: più di quanto non si possa immaginare?

«Nonostante tutti raccontino un'Italia politica divisa tra Coppi e Bartali e dunque tra centrosinistra e centrodestra, in realtà nessuno sa quale ruolo possano svolgere i 94 parlamentari dei quali non sappiamo nulla. E 94 su 1008 sono tanti: quasi il 10 per cento. Per non parlare delle divisioni interne ai partiti».

 

sergio mattarella e mario draghi

Se la marea di schede bianche o le prime votazioni a vuoto appartengono a scenari visti infinite volte, cosa altro le pare in qualche modo unico in quel che sta accadendo in questi giorni?

«Si stanno sommando in un "one shot", in un colpo solo, tre decisioni essenziali che riguardano il corpo politico. La prima decisione, ovviamente, riguarderà la scelta del presidente. Ma ce ne sono altre due che influiranno ben oltre la congiuntura. Anzitutto la sopravvivenza di questo governo.

 

Un governo che - uso le parole del presidente Mattarella - è il figlio di una «soluzione di alto profilo non corrispondente ad alcuna formula politica». Dunque una scelta che corrisponde alla capacità di chi l'ha trovata, il presidente Mattarella.

 

sergio mattarella e mario draghi

Quindi c'è un interrogativo sul governo e questo indipendentemente dal fatto che Draghi lasci o non lasci. Se Draghi resta, il nuovo presidente sarà diverso da quello che ha trovato questa soluzione. Anche per questo uno dei temi in discussione è questo: se il nuovo presidente debba sciogliere o meno il Parlamento, che appunto è il terzo soggetto in gioco».

 

Uno dei mantra di questi giorni ripete: i partiti sono deboli, quasi impotenti

«In Italia tutti confondono la politica con la politica dei partiti, ma si tratta di due cose completamente diverse. In tutta questa vicenda ad esser assente è la politica. In questo momento nessuno discute dei pericoli di una guerra incombente sul quadro europeo. Del fatto che l'Italia, oggi un Paese di 60 milioni di abitanti, si avvia a diventare un Paese con la metà di questi abitanti.

ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2022

 

Del fatto che abbiamo un'inflazione che non sappiamo se durerà brevemente o a lungo. Su una scolarizzazione che ci sta portando sempre più verso il basso. Su un sistema sanitario che va riformato. Su un sistema-Paese che è fermo da un quarto di secolo, mentre gli altri corrono. Se la politica fosse presente, la gente capirebbe la differenza tra il tecnico e il politico. E capirebbero che Draghi è il più politico tra i politici».

 

La prima votazione si è conclusa con una marea di schede bianche: che segnale è?

«I media stanno raccontando con enfasi la difficoltà delle forze politiche, ma si tratta di un processo del tutto fisiologico. L'immagine che viene trasmessa è quella di persone che cincischiano e fanno inutili bracci di ferro. Ma è fisiologico che una decisione di questa portata non venga presa con largo anticipo. È accaduto quasi sempre che nelle prime votazioni ci siano state tante schede bianche o candidature di bandiera.

ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - CATAFALCHI E INSALATIERE

 

Che il presidente non sia stato eletto al primo scrutinio è accaduto 10 volte su 12. Il nostro sistema politico non merita un voto così basso. Non dimentichiamo cosa è accaduto negli Stati Uniti con l'assalto al Congresso. Non dimentichiamo Bolsonaro. Abbiamo una classe politica che nei momenti di crisi ha saputo trovare, come lo chiamava Mario Monti "un podestà straniero". Personalità come Ciampi, Draghi, lo stesso Monti».

 

A proposito di media: le pare che una certa "eccitazione" del sistema informativo possa influire sui leader e magari possa spingerli a decidere prima?

«Oltre a tutte le peculiarità e alle difficoltà delle quali abbiamo parlato l'attenzione dei media finisce per rovesciare un giudizio negativo su un sistema politico che tutto sommato in questi ultimi due anni, con tutte le difficoltà che ha dovuto fronteggiare, se l'è cavata bene».

insalatiera e catafalco voto per il presidente della repubblica

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…