"NON VOTEREMO IL SALVA ROMA", LA LEGA NON VUOLE FIRMARE IL DECRETO: SI VA ALLA RESA DEI CONTI CON IL M5S - SALVINI TORNA ALL'ATTACCO DELLA RAGGI: “NON HA IL CONTROLLO DELLA CITTA’” – LA SOLUZIONE SUL SALVA-ROMA SI PUO' TROVARE CON L'ALLARGAMENTO 'DELL'OMBRELLO DI SALVATAGGIO' ANCHE AGLI ALTRI COMUNI A RISCHIO DISSESTO - LAURA CASTELLI, VICEMINISTRO ALL' ECONOMIA: “I LEGHISTI VOGLIONO APRIRE LA CRISI DI GOVERNO SU QUESTO? SE NE ASSUMERANNO LA RESPONSABILITÀ…”

-

Condividi questo articolo


Bartolo Dall'Orto per il Giornale

Il Salva Roma continua a dividere il governo. Da una parte i leghisti, dall'altra i grillini.

 

 

salvini di maio salvini di maio

Dopo l'inchiesta su Armando Siri e l'affaire Ama per la Raggi, con le relative richieste di dimissioni da parte dei colleghi di governo, ora la sfida Lega-M5S si gioca sulla norma in favore della capitale d'Italia.

 

Domani il consiglio dei ministri si riunirà e Conte, Salvini e Di Maio sono alla ricerca di una via d'uscita proprio sul Salva Roma. La disposizione, inserita nel dl Crescita, prevede la chiusura dal 2021 della gestione commissariale del maxi debito pregresso da 12 miliardi della Capitale. Il Movimento preme per manterla nel testo, la Lega invece vorrebbe stralciarla. Alla fine una soluzione potrebbe arrivare con l'allargamento 'dell'ombrello di salvataggio' anche agli altri Comuni a rischio dissesto. Insomma: non solo la Roma grillina. Il Carroccio vorrebbe ma permettere a tutti i grandi comuni di rinegoziare i tassi di interesse sui vecchi mutui.

salvini raggi 3 salvini raggi 3

 

La tensione però è tanta. Oggi da Pinzolo Salvini è tornato all'attacco della Raggi: "A Roma mi sembra che ci sia un sindaco che non ha il controllo della città, dei conti, della pulizia, delle strade, delle case. Regali non ne facciamo". Fonti leghiste in serata fanno sapere che il Carroccio non ha intenzione di votare "norme che creano disparità". "Nessuna norma salva Raggi - sussurrano - Non esistono comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i comuni e i sindaci in difficoltà o nessuno.Bene il decreto crescita con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia per gli enti territoriali".

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

All'indiscrezione trapelata da fonti leghiste rispondono subito quelle grilline. Che si scagliano contro il ministro dell'Interno: "Siamo di nuovo costretti a puntualizzare, perché la Lega con Matteo Salvini è inciampata in una grandissima gaffe senza saperlo - dicono - Il provvedimento di cui parlano, che loro chiamano salva-Roma, poi salva-Raggi quando capiscono che il primo epiteto non paga in termini elettorali, è totalmente a costo zero. Non andiamo oltre, ci fermiamo qui, sarebbe paradossale spiegare qualcosa che capirebbe anche un bambino". E ancora: "Forse non ha capito di cosa si tratta, visto che parliamo della chiusura di un commissariamento a costo zero che permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centrodestra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo".

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

 

 

CASTELLI

Ilario Lombardo e Maria Rosa Tomasello per la Stampa

 

Alla sette di sera di ieri lo spettro della crisi di governo si materializza all' improvviso. I gialloverdi si erano seduti a tavola a Pasqua - Luigi Di Maio in Sardegna a fare il sub, Matteo Salvini in montagna con i peluche e l' asinello - convinti che l' accordo sulla cosiddetta norma "salva-Roma" fosse stato trovato. Invece l' intesa è carta straccia. L' ultimatum del leader leghista spiazza il M5S: l' operazione di risparmio sul debito storico da 12 miliardi della capitale, inserita nel decreto crescita che arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri per l' ok definitivo, avverte il Carroccio, sarà possibile solo se l' ombrello si aprirà subito per tutti i comuni a rischio dissesto, a partire dalle 14 città metropolitane. In caso contrario la Lega non è disponibile a votare il provvedimento. «A Roma mi sembra che ci sia un sindaco che non ha il controllo della città -sferza il ministro dell' Interno - Noi regali non ne facciamo. Non ci sono comuni di serie A e di serie B. Se in tanti hanno problemi, aiutiamo tutti».

 

matteo salvini e virginia raggi 9 matteo salvini e virginia raggi 9

Fonti interne al Carroccio confermano: «Nessuna norma salva Raggi. Bene il decreto crescita con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia». Ovvero il cuore del provvedimento, che dispone i rimborsi ai risparmiatori, seguendo un doppio binario: indennizzi automatici per redditi inferiori ai 35mila euro e investimenti mobiliari sotto i 100mila euro e arbitrato per il restante 10% . Ma sul "salva-Roma" la linea è ferma. La Lega punta allo stralcio, con l' obiettivo di " aggiustare" la norma a misura di tutti i comuni e recuperarla durante il dibattito parlamentare Luigi Di Maio è imbufalito, incredulo della forzatura del leghista nonostante pensi all' ennesima baruffa elettorale.

 

matteo salvini e virginia raggi 7 matteo salvini e virginia raggi 7

Ordina di tenere il punto. A suo nome parla Laura Castelli, viceministro all' Economia, autrice della norma: «Vogliono davvero aprire la crisi di governo su questo? Se ne assumeranno la responsabilità. Sempre che non lo stiano facendo solo per coprire l' indagine di corruzione su Armando Siri». Sospetti, ipotesi e rabbia. «Non si permetta di usare i sindaci per coprire i fatti gravi del suo partito» continua Castelli. L' operazione "salva-Roma" si può fare «a costo zero» ripetono dal Movimento, parlando di«gaffe» del leader leghista e lanciando una provocazione: «Salvini vuole tornare ai tempi di "Roma ladrona"?».

 

matteo salvini e virginia raggi 5 matteo salvini e virginia raggi 5

Era stata Castelli, sabato, a teorizzare la via d' uscita. Allargare gli aiuti a città con un grosso debito. Non estendendo, però, a queste la norma su Roma, come era sembrato inizialmente. Non si può. «La capitale riceve dallo Stato risorse in virtù di una legge speciale».

 

Inoltre, è commissariata. Catania e Alessandria, capoluoghi in situazione di dissesto, non lo sono. Ma possono essere aiutate con norme ad hoc da inserire in fase di conversione.

La versione della Lega è un' altra: il decreto che oggi torna in Cdm è stato votato il 4 aprile «salvo intese», quindi tutto quello che c' è scritto è discutibile. «Di fatto quella norma su Roma per noi non esiste, perché a monte non c' è stato un accordo politico» è la sintesi del pensiero di Salvini. Cosa vuol dire che la Lega non lo voterà? Sta puntando davvero allo stralcio e al rinvio a dopo le Europee? Secondo i 5 Stelle non è possibile. E allora potrebbe voler dire che, se non ci sarà un accordo entro le 18 (ora in cui inizia il Cdm), la Lega si sta preparando a non partecipare al voto. Difficile che arrivi, invece, a votare contro.

 

laura castelli sum #03 laura castelli sum #03

Sarebbe crisi. Uno scenario a cui il premier Giuseppe Conte, che pressato dal Colle ha l' obbligo di far passare il testo sulla crescita, cercherà di opporsi in ogni modo, mentre sullo sfondo Giorgia Meloni, che punta al Campidoglio e a ribaltare la maggioranza dopo le Europee con la Lega, avverte: «Roma è la capitale, non va trattata come un piccolo Comune».

laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…