bersani

"PERCHÉ NON SI CHIEDE MAI A BERSANI DI DICHIARARE CHE IL COMUNISMO È STATO IL MALE ASSOLUTO?" - BORGONOVO (LA VERITA’): "LA DESTRA DEVE SMETTERLA DI AUTOFLAGELLARSI. LA SINISTRA NON HA ALCUN TITOLO PER GIUDICARE GLI AVVERSARI. IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO HA AVUTO LEGAMI D'ACCIAIO CON IL PARTITO COMUNISTA SOVIETICO CHE INCARCERAVA GLI OPPOSITORI E SPEDIVA LA GENTE NEI GULAG. MA CHI HA FATTO PARTE DEL PCI NON DEVE GIUSTIFICARSI DI NULLA..."

Francesco Borgonovo per La Verità

 

 

bersani

Prendiamo atto, con appena un filo di sconforto, che in Italia non si deve rendere conto dei clamorosi errori commessi all'inizio della pandemia, i quali hanno causato migliaia di morti. Non si deve rendere conto nemmeno delle discriminazioni e degli atteggiamenti autoritari assunti negli ultimi mesi ai danni di chi sta esercitando un diritto costituzionale. No: si deve rendere conto soltanto del legame (al solito pretestuoso) con il fascismo.

 

Ora, che la macchina politico-mediatica del progressismo militante cerchi regolarmente di occultare le colpe della propria area - seppellendole sotto montagne di scemenze sulle «lobby nere» - non stupisce. Stupisce molto di più, e un po' dispiace, che la destra ci caschi ogni volta. Che accetti non solo di stare al gioco, ma che appaia spesso terrorizzata e corra a piegare il capo ai nuovi inquisitori.A questo proposito, vale la pena di soffermarsi un momento su quanto accaduto giovedì sera nello studio di Corrado Formigli.

SALLUSTI

 

A un certo punto, Alessandro Sallusti ha posto una questione interessante: perché non si chiede mai a un Pier Luigi Bersani di dichiarare che il comunismo è stato il male assoluto? Formigli ha risposto ridacchiando, come se si trattasse di una proposta irricevibile. Poi è intervenuto Antonio Padellaro che ha dichiarato quanto segue: «Bersani viene dal Partito comunista italiano. Pretendere che definisca il comunismo - che era nella sigla del suo partito - il male assoluto mi sembra un po' troppo».

 

antonio padellaro a piazzapulita 1

Ecco, in questo scambio c'è tutta l'ipocrisia che da decenni corrode la nostra nazione. Il Partito comunista italiano ha avuto legami d'acciaio con il Partito comunista sovietico che incarcerava gli oppositori e spediva la gente nei gulag. Il Pci è stato finanziato dal mostro russo. Ma chi ha fatto parte del Pci non deve giustificarsi di nulla, anzi il solo pensiero che ciò avvenga suscita risatine. Eppure i comunisti esistono ancora, non si fanno problemi ad alzare il pugno chiuso (lo ha fatto una volta persino il sindaco di Milano, Beppe Sala). Vanno orgogliosi della loro storia perché - anche giustamente - non accettano che sia ridotta alla complicità con la macchina di morte sovietica. Quando si è trattato di approvare, in sede europea, l'equiparazione - per altro molto discutibile - tra nazifascismo e comunismo, la sinistra italiana (quella istituzionale, non i centri sociali) ha vivamente protestato. E allora perché la destra continua imperterrita a giustificarsi? «Che non si commettano viltà verso le proprie azioni», scriveva Nietzsche. «Che non le si pianti poi in asso!». Ebbene, perché insistere con l'autoflagellazione?

 

bersani conte 1

Ci sono almeno due dati di fatto da tenere presenti. Il primo è che la sinistra non ha alcun titolo per giudicare gli avversari. Da sempre detiene il primato dell'ipocrisia, non esita a compiere le peggiori azioni e mai se ne scusa. Pretende che gli altri facciano esami del sangue e non è nemmeno stata in grado di riconoscere le colpe più recenti. Avete mai sentito qualcuno dire, ad esempio: «Sì, forse se a Bibbiano portavano via i bambini alle loro famiglie qualche motivazione ideologica c'era, e aveva a che fare con la nostra ideologia?».

 

Certo che no. Del resto, i comunisti e i post comunisti ci hanno messo anni a riconoscere che i terroristi facevano parte del loro album di famiglia e ancora adesso lo ricordano a malincuore. Pensate realmente che possano, un giorno, mostrare un po' di rispetto per gli avversari? Se le condizioni sono queste, davvero si vuole continuare a rendere conto a giornalisti che s' ingozzavano di involtini primavera alla faccia delle responsabilità cinesi sull'esplosione della pandemia? Prima si dissocino dai ravioli, poi vedremo se ragionare con costoro.

bersani speranza

 

Veniamo al secondo dato di fatto. Forse è ora di comprendere che non ci sarà mai abiura sufficiente. La destra, compresa quella cosiddetta estrema, riflette criticamente sul fascismo (anzi, sui fascismi) da decenni. Nel 1961 lo scrittore francese Maurice Bardèche - che si definiva fascista - condannava implacabilmente le mostruosità naziste e pure il cesarismo mussoliniano in un libro intitolato Che cosa è il fascismo? (Settimo sigillo). Risale al 1985 il saggio in cui Alain De Benoist rispose una volta per tutte ai critici (di destra) della democrazia: «Non resta che una legittimità plausibile: la legittimità democratica, cioè la sovranità del popolo».

 

Nel 2021, però, gli indici sono ancora puntati, le cattedre ancora abbondano di maestrini.

Se poi vogliamo riferirci alla destra «istituzionale», giova ricordare ciò che avvenne a Gianfranco Fini. Pronunciò le famose parole sul male assoluto, a Fiuggi ruppe con la tradizione missina, si avvicinò ad Israele Eppure, pensate un po', continuarono a dargli del fascista, a insultarlo e ad attaccarlo per anni. Almeno fino a quando non si schierò contro Silvio Berlusconi: allora, per un po', a sinistra lo coprirono di elogi, salvo poi abbandonarlo senza pietà al suo destino.

palmiro togliatti nilde iotti

 

Altro esempio? Ieri, all'Aria che tira, alcuni illustri ospiti continuavano a ripetermi che la Costituzione italiana è fondata sull'antifascismo (cosa falsa), ma ovviamente si sono ben guardati dal condannare l'aggiramento della Costituzione medesima che porta il nome di green pass. Poi hanno cominciato a dire che «il 25 aprile dovrebbe essere la festa di tutti». Beh, ricordate i fischi e gli attacchi subiti da Silvio Berlusconi e Letizia Moratti quando si presentarono alle manifestazioni di piazza? Ricordate i costanti attacchi alla Brigata ebraica? Se pure Giorgia Meloni andasse in piazza il 25 aprile a sventolare la bandiera dell'Anpi, la insulterebbero senza pietà.

 

PALMIRO TOGLIATTI ENRICO BERLINGUER

Sapete che significa? Che non ne avranno mai abbastanza. Che i progressisti continueranno sempre e comunque a pretendere «scuse» e «prese di distanza» dalla destra, perché l'accusa di fascismo è l'unica arma che hanno in mano, sgangherati come sono. Figurarsi: accusano di nazismo gli israeliani nazionalisti, i critici dell'immigrazione di sinistra, le femministe che si oppongono all'ideologia gender Non esiste e non esisterà mai un perimento entro il quale la destra italiana verrà ufficialmente riconosciuta come «presentabile».

 

palmiro togliatti

Non accadrebbe nemmeno se la destra diventasse all'improvviso di sinistra: la riterrebbero, comunque, moralmente inferiore.Quindi, cari amici, basta con le scuse, le prese di distanza, le giustificazioni e gli arretramenti. È ora di capire che il meccanismo è truccato, è ora di togliere dal piedistallo i mangiainvoltini, i prelati della Cattedrale politicamente corretta, gli ipocriti di mestiere che hanno fatto dell'intolleranza una professione. Se qualcuno commette dei reati, è giusto che paghi in conformità alla legge. Ma, appunto, si deve rendere conto dei reati, non delle idee, almeno in democrazia. Soprattutto, si rende conto di fronte ai tribunali, non ai tribuni. Costoro pretendono che la destra si scusi di esistere. Ma ciò che vogliono davvero è che la destra smetta di esistere.Per lo meno, non aiutiamoli.

PIERLUIGI BERSANI ROBERTO SPERANZA

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…