ignazio la russa sergio mattarella

"IL REVANSCISMO SPERICOLATO DEGLI SVALVOLATI" – MERLO: "‘GNAZIO "CONTRO" MATTARELLA, DEL QUALE FA IL VICE, È IL CASO PIÙ EVERSIVO. È VENUTA FUORI LA SUA VERA FISIONOMIA DA REVANSCISTA, VEDREMO QUANTO INCOMPATIBILE CON LA CARICA CHE RICOPRE (PER I CONSIGLIERI DEL QUIRINALE, IN PRIMIS IL SEGRETARIO GENERALE UGO ZAMPETTI, CON TALE DICHIARAZIONE LA RUSSA E' ANDATO CONTRO I DETTAMI DELLA COSTITUZIONE) - POI C’E’ IL SOTTOSEGRETARIO, MARCELLO GEMMATO, CHE…

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

giorgia meloni ignazio la russa 1

Sotto a chi tocca. È da tre settimane che ogni giorno uno svalvolato fa saltare in aria le istituzioni che rappresenta. La Russa "contro" Mattarella, del quale fa il vice, è il caso più eversivo, ma l'agenda degli strafatti trabocca di un irrefrenabile revanscismo sempre più spericolato.

 

La Russa lo incarna e lo riassume, ma con lui c'è il sottosegretario farmacista, Marcello Gemmato, che sbrocca contro la scienza dei vaccini e tutti ne chiedono le dimissioni, tranne i soli che dovrebbero: i farmacisti. E il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel solito fuorionda che va in onda, dà del "cretino" a Giuseppe Conte. Intanto il Gennaro Sangiuliano della Cultura, che nella Rai malviveva, impettito nell'idealismo gentiliano svillaneggia la Rai perché trascura, nientemeno, Pirandello (che era fascista).

 

SERGIO MATTARELLA IGNAZIO LA RUSSA

Le quotidiane vampe di revanscismo sono i soffioni del sottosuolo, la rivincita selvaggia, ben più viva e pericolosa del tempietto fascista con bassorilievo e medaglie, foto e statue del Duce, roba innocua da goliardia nera, da feticismo in orbace. Il presidente del Senato "tiene" bene l'aula, ma non si tiene dinanzi alla vendetta e trattiene male il ghigno come il fratello Romano trattiene male il braccio ai funerali degli ex camerati.

 

La Russa "si accende e non ragiona" come lo zio fascista cantato da Gaber e fa rimpiangere persino la presidente Casellati che sapeva tacere. Ma c'è di più. La Russa cambia anche in viso. E infatti non somigliava più alla macchietta del fascismo rasposo, gli occhi avevano smesso di dardeggiare e pure la barbetta si era come ritirata e la voce si era fatta meno roca: quando Ignazio ha corretto Mattarella, che si era speso con Macron per ricucire, quando ha detto "la fermezza del governo va condivisa" è sparita la macchietta ed è venuta fuori la sua vera fisionomia da revanscista, vedremo quanto incompatibile con la carica che ricopre.

 

ignazio la russa al sacrario di redipuglia

Non sono recite da parrocchietta buone per parodie facili facili "il carico residuale" di Piantedosi e poi la campagna di Francia e la contromossa dell'alleanza con la Grecia, Cipro e Malta. Dalla foto sul treno per Kiev di Mario Draghi con il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz siamo passati all'Asse con gli sfigati per "difendere i confini" e rispettare le regole che Salvini riassume così: "Se c'è una nave norvegese si fa un colpo di telefono in Norvegia, se c'è una nave tedesca si fa un colpo di telefono a Berlino". E in questo teatro a Bali Giorgia Meloni è arrivata con la piccola Ginevra, Mamma Roma al G20 perché l'Italia è "dura", ma è pur sempre la patria del melodramma.

 

marcello gemmato giorgia meloni

La politica italiana ha avuto grandi donne protagoniste, autorevoli e competenti, che però si castigavano per somigliare agli uomini, Iotti, Anselmi, Merlin Poi, da Prestigiacomo sino a Boschi, c'è stato il trionfo della ministra giovane e bella, telegenica, non si sa quanto preparata, approvata dal gusto del capo, Berlusconi prima e Renzi dopo. E ora c'è Giorgia Meloni con le unghie retrattili, la candida malandrina che si è fatta strada a gomitate, un vetro che se la tocchi stride, con la sindrome di accerchiamento, aggressiva e aggredita, il vittimismo come alimento del revanscismo degli svalvolati, che ogni giorno svelano caratteri e promettono più sapide sorprese, come sempre accade con gli scarti rivelatori della verità.

 

marcello gemmato restart

E così un altro sottosegretario di Fratelli d'Italia, Alessio Butti, ha improvvisamente contestato i tempi del Pnrr, ha denunciato il governo Draghi e ha definito Vittorio Colao "imbarazzante", mentre di nuovo Crosetto, il liberale punk, si è inventato che le navi Ong sono "centri sociali galleggianti", come Il bordello galleggiante (Garzanti 2001) che è il bellissimo libro della storica oxfordiana Siân Rees sul viaggio nel 1789 di una nave carica di migranti donne, dalle prigioni di Londra verro Botan Bay e la futura Sidney, 237 detenute, ladre, prostitute e vagabonde mandate a popolare l'Australia. Contro i bordelli galleggianti, il sottosegretario Giovambattista Fazzolari, che ieri ha stretto la mano a Biden intimidito più di Fanfani che almeno recitò un sorriso quando la strinse a Kennedy, ha annunciato che presto il Viminale imporrà «nuovi decreti sicurezza» perché, ha spiegato Fazzolari, «basta, ora si cambi impostazione».

 

francesco lollobrigida

E «Giorgia Meloni - ha detto - è il cigno nero», l'evento improvviso, lo tsunami del libro di Nassim Taleb, che già fu evocato da Paolo Savona, l'autore della trilogia dell'Incerto , che oltre la previsione dell'imprevedibile predica il consapevole mettersi in gioco, il giocarsi la pelle, Skin in the game , insieme a quella di tutti gli italiani. Uno dei capitoli si intitola: "Puoi essere un intellettuale, ma restare un idiota". Un altro: "Guardati dalle soluzioni complicate (c'è chi è pagato per inventarle)".

 

È questo il laboratorio del revanscismo italiano, non "Ballando con le stelle della Decima Mas" e neppure la Dux srl che, nelle amatissime Marche produce spettacoli im-per-di-bi-li, sovvenzionati dalla Regione del fedelissimo Acquaroli.

 

Sembra che sia passato un secolo dalla noiosa sobrietà dell'agenda Draghi, ed è certo che per noi giornalisti è molto più divertente raccontare gli svalvolati che deformano e sporcano gli abiti da classe dirigente, che non riescono a indossare. Per noi, dicevo, sono il gran ballo della "sproporzione", anche se Calderoli non è più quello che "sbuffa, ansa e i fiammei occhi sbarra", il mostro biassiale della legge elettorale "porcata" e delle magliette anti-islamiche, e i Fratelli d'Italia non sono più Predappio e stivaloni neri. Ma il revanscismo è rabbia repressa, è una pentola che ogni giorno vomita qualcosa, è il rancore di un'eterna minoranza, la sindrome del siamo soli al mondo, siamo soli contro il mondo.

 

SERGIO MATTARELLA IGNAZIO LA RUSSA

Il revanscismo è il cognato Francesco Lollobrigida che già il primo giorno promise di cambiare la Costituzione. Revanscismo è Piantedosi-Salvini e revanscismo sono le botte agli studenti della Sapienza e i sei anni di galera agli sballati del rave party raccontati come i sabba, come le messe nere dei giovani di sinistra. Ebbene, solo La Russa dà ordine al disordine degli svalvolati.

 

Perché la presidenza del Senato pretende una crescita e richiede una gavetta che La Russa ha fatto, e per le procedure che non conosce e le competenze che non ha acquisito ci sono i funzionari che tutelano la testa di tutti i presidenti. Ma ora sappiamo che gli manca la continenza politica e che non controlla la sua antropologia di vecchio arrabbiato. È in grado di sostituire Mattarella? Ricorda quella funzione di "vicedirettore vicario" che nelle vecchie redazioni dei giornali si mutava in "vicedirettore sicario". Vedremo come l'Italia saprà attrezzarsi al revanscismo e come il Quirinale reagirà sul campo, perché, come dice il proverbio, è lo stesso morto che insegna a piangere.

matteo piantedosi al compleanno di nunzia de girolamo matteo piantedosi al compleanno di nunzia de girolamo piantedosila russa al quirinale per le consultazioni 8

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)