massimo cacciari

"SALVINI E MELONI? COME SANNO ANCHE LORO, NON GOVERNI L'ITALIA SENZA LA SIMPATIA E LA STIMA DEGLI ARCANI IMPERI EUROPEI E INTERNAZIONALI. E LORO NON CE L'HANNO" - LE SENTENZE DI MASSIMO CACCIARI: "SALVINI E' UN LEADER DIMEZZATO. ORA DOVRÀ SEDERSI AL TAVOLO CON GIORGETTI E I GOVERNATORI DEL NORD, DA FEDRIGA A ZAIA - CONTE SOPRAVVIVE SE SI ALLINEA AL PD - IL TRIONFO DEL PD? LE POLITICHE SARANNO UN'ALTRA STORIA - DRAGHI PUO' SALUTARE IL QUIRINALE. DOPO MATTARELLA, MARTA CARTABIA"

Andrea Malaguti per "la Stampa"

 

cacciari 29

In sintesi. Salvini?

«Esce dal voto distrutto».

 

Meloni?

«Sconfitta e fuori dalla corsa per governare».

 

Conte?

«Capace di sopravvivere solo se si allinea al Pd».

 

letta conte

Letta?

«Vittorioso, ma le politiche saranno un'altra storia».

 

Draghi?

«Saluti pure il Quirinale».

 

E l'astensionismo?

«Un dramma sociale e culturale».

 

Benvenuti sull'ottovolante Massimo Cacciari, uno dei rari osservatori del luna park Italia da cui è possibile fotografare la politica nostrana con una precisione che rasenta la brutalità. L'ultimo scatto - feroce - è di ieri sera.

matteo salvini e giorgia meloni

 

Professore, che cosa è successo nelle urne?

«Niente che non ci aspettassimo».

 

Il cappotto del Pd era prevedibile?

«Con l'eccezione di Trieste?».

 

Con l'eccezione di Trieste.

«Se l'aspettavano un po' tutti. Certo, non si può negare che sia stata una vittoria notevole».

Cacciari

 

Ma?

«Ma se dovessi ragionare, cosa che ormai sta diventando ardua, direi che è il caso di stare molto attenti a ogni forma di trionfalismo. Non solo perché il voto amministrativo è strutturalmente diverso da quello politico, ma anche perché i dati emersi ieri sono drammatici. Socialmente e culturalmente».

 

L'astensionismo dilaga.

«Siamo precipitati sotto il 50% di affluenza, vuole dire che un referendum non sarebbe risultato valido, non so se mi spiego. E questa astensione dal voto arriva essenzialmente dalle periferie, dai luoghi di disagio e da quelli più difficili. A Roma e a Torino chi protestava cinque anni fa, ieri ha scelto di stare a casa».

 

La democrazia è in coma?

«No, ma è messa piuttosto male. Da qualche decennio, direi. Una situazione alla quale nessuno intende mettere mano».

 

mattarella draghi

È possibile?

«Sì. Con un sistema di rappresentanza che dia voce a quel 60% dei nostri concittadini che sentono di non contare nulla mentre chiedono servizi sociali, reddito e occupazione. Se il rappresentante non ti rappresenta allora è evidentemente inutile. Solo che da trent' anni i rappresentanti vengono fuori per partenogenesi del ceto politico. Oppure sono Cincinnati o commissari».

 

matteo salvini giorgia meloni

I Cinque Stelle dell'uno vale uno non avevano posto fine a questo sistema avvelenato?

«Figuriamoci, lo hanno riprodotto più e meglio degli altri appena entrati a Montecitorio».

 

Anche Draghi è un Cincinnato?

«Mi pare evidente. Ma non è il primo. Si ricorda Scalfaro che sceglie Dini nel 1995?».

 

Ricordo. Il Cincinnato è necessariamente un male?

«No. In questa fase per me è un bene. Perché dovrebbe essere male un Cincinnato? Per Roma non lo fu. Poi però tornò la Repubblica, perché se il Cincinnato si stabilizza si finisce nell'Impero».

 

sergio mattarella e mario draghi

Da Torino a Napoli, passando per Milano, Bologna, Firenze e Roma, tutte le grandi città sono in mano al centrosinistra.

«È già successo, stiamo attenti per cortesia. E io mi domando a che cosa sia servito. Sono state fatte le riforme per caso? Partiti e movimenti senza idee e senza radici culturali e sociali producono solo la fluttuazione dei voti. Siamo un Paese diviso in tre».

 

Non mi è chiaro.

«Un terzo degli aventi diritto va a votare a prescindere. Sono quelli che hanno bisogno di un Paese governato. Se c'è Draghi bene, se c'è Renzi pazienza, se c'è Berlusconi due volte pazienza. L'importante è che ci sia qualcuno alla guida. Un altro terzo cambia idea a seconda delle circostanze. E poi c'è il famoso terzo, che si sta ingrossando, alla ricerca di reddito e occupazione».

salvini meloni tesei berlusconi

 

Non sono loro, gli esclusi, la ragione sociale della sinistra?

«Non necessariamente. La destra sociale esiste da sempre. In Italia e in Europa».

 

Conte è finito ancor prima di cominciare?

«Assolutamente no. Però deve insistere con questa linea del tutto convergente con quella di Letta. È la sola possibilità del Movimento 5 Stelle se non vuole ridursi a una frangia di protesta destinata a essere travolto da una ondata omerica poco profumata».

 

massimo cacciari accordi e disaccordi 2

E il Pd perché dovrebbe starci?

«Perché non ha nessuna scelta neppure lui. Senza intesa con i 5 Stelle, alle politiche il Pd perde, perché dall'altra parte un accordo lo trovano».

 

Meloni ha già chiesto un incontro a Lega e Forza Italia.

«Appunto».

 

Yo soy Giorgia. Ha perso male?

«Ha sbagliato i candidati. Non solo lei a dire il vero. Con scelte diverse avremmo visto risultati diversi. A Trieste, per esempio è andata così. Però una cosa bisogna che la capisca: a Salvini non porterà mai più via altri voti».

 

Salvini e Meloni sono inadatti al governo del Paese, come dice Berlusconi?

«Lo sono tout court ma soprattutto, come sanno anche loro, non governi l'Italia senza la simpatia e la stima degli arcani imperi europei e internazionali. E loro non ce l'hanno».

zaia salvini

 

Salvini è ancora il leader della Lega?

«Sì, ma dimezzato. Questo voto lo ha davvero massacrato. Ora dovrà sedersi al tavolo con Giorgetti e i governatori del Nord, da Fedriga a Zaia».

 

Secondo la destra, la campagna elettorale è stata una battaglia nel fango.

«Parliamo dell'assalto di Forza Nuova alla Cgil e della manifestazione in Piazza San Giovanni?».

 

Di quello.

«Fatti che hanno inciso pochissimo, anche se certamente non li hanno aiutati. Sono stati solo la ciliegina sulla torta del disagio di cui parlavamo prima. E ribadisco che, alle politiche, le logiche saranno molto diverse da quelle di oggi. Le tre gambe del centrodestra torneranno a camminare insieme».

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

Oggi Draghi è più forte?

«Dipende. Se vuole fare il presidente della Repubblica direi di no. A questo punto gli tocca continuare, perché certamente la legislatura va avanti fino alla fine».

 

Al Pd non verrà voglia di tornare subito al voto?

«Ma figuriamoci. Letta è tutto fuorché scemo».

 

Se Draghi resta a Palazzo Chigi chi sale al Colle?

«Se sono intelligenti, si mettono tutti quanti assieme appassionatamente e votano una donna tra gli applausi unanimi degli osservatori».

 

la ministra marta cartabia foto di bacco

Chi?

«Marta Cartabia. Mi pare l'unica possibilità. Mi auguro bene che il Pd non accetti di votare Casellati».

 

Casini e Veltroni no?

«In Italia ne abbiamo viste di tutti i colori. Magari ci capita anche questo. Io spero che sia una donna».

 

Professore, un'ultima cosa. Dopo il voto di ieri l'Italia è migliore o peggiore di prima?

«Sempre la stessa, non si preoccupi».

pierferdinando casini walter veltroni foto di bacco

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…