conte walter ricciardi

"SE IL VIRUS ARRIVA AL SUD È IL DISASTRO" - LA SCELTA DI CHIUDERE LE SCUOLE E’ IL TENTATIVO DI CONTE DI METTERE UN ARGINE ALL’EPIDEMIA CHE CONTINUA A GALOPPARE - IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO, WALTER RICCIARDI IN TESTA, ERA CONTRARIO SOLO PERCHÉ CONSIDERANO LA MISURA INEFFICACE “SE NON PROLUNGATA NEL TEMPO” - CHIEDEVANO UNA CHIUSURA DELLE SCUOLE BEN OLTRE IL 15 MARZO…

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

il videomessaggio di giuseppe conte sul coronavirus 6

Non voleva chiudere le scuole di tutta Italia, Giuseppe Conte. Poi però lo ha fatto anche contro il parere del comitato tecnico-scientifico che lo consiglia. L'altro ieri sera il premier ancora era convinto che fosse una misura troppo d'impatto sul piano sociale, che avrebbe stravolto le vite degli italiani anche là dove il Covid 19 lo stanno conoscendo solo nei martellanti aggiornamenti dei media. Il ministro della Salute Roberto Speranza è per la chiusura. Anche il Pd. Conte ha un confronto acceso con Dario Franceschini. E quando va a dormire, dopo due vertici, ha i primi dubbi.

 

WALTER RICCIARDI

La mattina di ieri cambia le cose, prima che l'Italia precipiti in una confusione generata dalla sbagliata gestione della comunicazione all'interno del governo. Conte si convince quando gli portano i numeri sui nuovi casi di contagi e vittime. In un giorno sono schizzati all' insù come mai prima. Si fa strada il terrore di aver sottovalutato la potenza del contagio, capace di sfondare il contenimento e di dilagare in tutto il Paese. Anche a Sud.

 

È laggiù che vola il pensiero di Conte, a una sanità devastata, incapace di reggere all' urto del virus per strutture carenti, personale impreparato. Non si può correre questo rischio. Se la Lombardia, la regione meglio organizzata d' Italia, è allo stremo, al Sud, riflette Conte, «sarebbe il caos». La decisione dunque è presa. Se non si facesse questa forzatura il sistema nazionale sarebbe a un passo dal collasso. Ma siamo solo al prologo di una giornata di contraddizioni e sorprese nella quale genitori e insegnanti vengono trascinati da spettatori impotenti in un' altalena di informazioni, tra fughe in avanti, parziali retromarce, spaccature, divisioni, emerse di ora in ora.

il videomessaggio di giuseppe conte sul coronavirus 5

 

Conte è già intenzionato, sin dalla tarda mattinata, a registrare un messaggio alla nazione per le 20, tanto che vengono preallertati i programmi di quella fascia oraria. Prima di rendere ufficiale la notizia però vuole avere in mano il parere del comitato tecnico-scientifico. Che arriverà e non sarà favorevole.

 

Walter Ricciardi è tra gli esperti il più contrario. Ma anche gli altri considerano la misura «inefficace se non prolungata nel tempo», oltre il 15 marzo. Come a Londra, dove è stato chiesto di sbarrare le aule per due mesi. Il rapporto degli scienziati però non farà cambiare idea a Conte. «Ha pesato sulla decisione - diranno da Palazzo Chigi - anche l' obiettivo di assicurare una piena omogeneità sul territorio rispetto a misure di fatto sin qui applicate in buona parte d' Italia sia pure con grande confusione».

lucia azzolina

 

Intanto escono le indiscrezioni, mentre i ministri sono riuniti con il presidente del Consiglio. Le agenzie verificano da Palazzo Chigi e confermano. A questo punto però succede quello che non doveva succedere. Viene chiesto alla ministra dell' Istruzione Lucia Azzolina, del M5S, di uscire e dichiarare che «non è stata ancora decisa la chiusura».

L'effetto è dirompente sull' opinione pubblica. Conte intuisce solo dopo qualche ora che il corto circuito è stato fatale per la credibilità del governo. È furioso, in cerca di un colpevole. Gli dicono che la notizia non è uscita dalla presidenza del Consiglio, anche se, raccontano, dal premier sarebbe partita la richiesta ad Azzolina di uscire con una toppa che si è rivelata disastrosa.

 

«Sembra che diciamo una cosa e ne facciamo un'altra» commenta stizzito prima della conferenza. Qualche minuto dopo Conte è seduto nella sala stampa davanti ai giornalisti, accanto alla ministra. Conferma che le scuole saranno chiuse e fornisce una spiegazione che sa di scuse: «C'è stata una fuoriuscita di notizie improvvida».

CORONAVIRUS

 

Conte è stato sopraffatto dal contismo. Quel mix di attento e lento studio dei documenti e comunicazione in tempo reale, che a un certo punto è andato in tilt. Un' armonia degli opposti che trova la sua sintesi nel video-messaggio alle famiglie riunite per cena. Conte appare quasi sollevato, abbozza un volto sorridente, per diffondere fiducia, sullo sfondo il giallo di una lampada, le bandiere d' Italia e di Europa, il colore ocra del calore di un padre che vuole rassicurare: «In caso di crescita esponenziale dei contagiati - dice - nessun Paese reggerebbe».

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…