pietro salini

"SIAMO PRONTI, CON FINCANTIERI, A RIFARE IL PONTE IN UN ANNO” - PIETRO SALINI: “IN ITALIA DA MOLTI ANNI NON FACCIAMO PIANI ORGANICI PER LE INFRASTRUTTURE - PER IL BENESSERE FUTURO SERVE UNA CLASSE POLITICA CHE SAPPIA STACCARSI DAL CONSENSO IMMEDIATO. IN DEMOCRAZIA BISOGNA RICERCARLO MA NON SI PUÒ FARE TUTTI CONTENTI, AD UN CERTO PUNTO BISOGNA ASSUMERE LE DECISIONI…”

Luca Iezzi per “la Repubblica”

 

«Siamo a Genova per spirito di servizio, in un progetto come la ricostruzione del ponte Morandi non si entra per fare utili. Tanti nostri operai che lavorano al Terzo valico sono liguri e noi vogliamo essere loro vicini. Con Fincantieri e gli altri partner ci sentiamo attrezzati per aiutare una città che senza quel ponte sta morendo, non può aspettare oltre. L' ho detto più volte e lo confermo: si può fare in un anno».

PIETRO SALINI

 

L'ad di Salini-Impregilo, Pietro Salini è pronto a cominciare. La cordata di cui fa parte è data in pole per ottenere i lavori di ricostruzione. Sa che la capacità e la velocità con cui Genova potrà tornare alla normalità sarà un banco di prova per l'intero sistema-Paese. Ma il manager va oltre e spera che la voglia di ricostruzione sia contagiosa: «In Italia da molti anni non facciamo piani organici per le infrastrutture, la politica non riesce a dare una chiara prospettiva di sviluppo, a dire cosa vogliamo come Paese e che futuro vogliamo per noi e per i nostri figli. Il vero cambiamento di oggi sarebbe avere finalmente un piano chiaro per i trasporti, per l' energia, per l' acqua, per i rifiuti».

 

Il mondo dell' impresa non si sente capito da questo governo e teme che diventi un freno ad una crescita già traballante. È d' accordo?

«Siamo in un momento delicato, il ciclo economico è nuovamente in frenata, in Europa e nel mondo. In un contesto di questo tipo ogni ulteriore rallentamento o difficoltà può essere fatale. Faccio una considerazione da primo anno di economia. Se la domanda si ferma, ci insegna Keynes, gli investimenti pubblici sono la chiave per farla ripartire. Le infrastrutture sono in cima alla lista.

 

pietro salini con la moglie

Strade, ferrovie aeroporti creano posti di lavoro, danno certezza alle imprese e attirano nuovi investimenti. In America fanno così e non è un caso se sono sempre i più rapidi nell'uscire dalle recessioni. In Italia, paese che è rinato dopo la seconda guerra mondiale con il miracolo economico basato su infrastrutture ed edilizia, non lo sappiamo più fare, siamo come paralizzati.

 

Dobbiamo uscire in qualche modo da questo stato di paura del fare, e recuperare lo stesso coraggio di chi 50 anni fa ha deciso di costruire infrastrutture visionarie come l'Autostrada del Sole o l'alta velocità ferroviaria. Due progetti che nascevano da un' idea forte: collegare il Nord e il Sud. Ci sono enormi capitali disponibili, il risparmio privato è ai più alti livelli di sempre eppure non si investe, prevale un sentimento di incertezza e di attesa».

 

Le forze ora in maggioranza hanno cavalcato questo sentimento.

«Non è un problema di questo momento o di alcune forze politiche, è una tendenza che c'è da tempo e non è un problema solo italiano. Programmare oggi una autostrada che si fa in 7 anni non ottiene consenso politico perché le persone vogliono soldi da spendere in cose che si vedono subito, questa è l'era della democrazia istantanea, ma per il benessere futuro serve una classe politica che sappia staccarsi dal consenso immediato.

 

NUOVO LOGO SALINI IMPREGILO

In democrazia bisogna ricercarlo ma non si può fare tutti contenti, ad un certo punto bisogna assumere le decisioni, altrimenti sommiamo a un declino di fondo che viene da lontano, nuove crisi congiunturali e settoriali. Oggi godiamo di una redistribuzione della ricchezza che 50 anni fa non era nemmeno immaginabile, eppure mentre allora c' era la speranza di un futuro migliore che favoriva investimenti e crescita, oggi il futuro è senza certezze»

 

Negli ultimi giorni sembra che il governo voglia dare più ascolto a imprenditori e sindacati. Se dovesse suggerire una misura concreta?

«Lavoro. Creare posti di lavoro deve essere l'imperativo. Quando vado in giro la richiesta continua che ricevo è questa, è il problema di moltissimi ed il problema per la maggior parte dei nostri ragazzi».

ponte morandi genova

 

Ne deduco che non la convince il reddito di cittadinanza

«Nessun sussidio dà la dignità di un vero lavoro, non sono contrario a misure temporanee di sostegno, ma concentriamo attenzione sulla produzione di ricchezza e su come dare lavoro e prospettive al Sud, poi anche sul modo più equo per redistribuire la ricchezza creata e aiutare chi è in difficoltà, costruendo un welfare che il Paese possa permettersi in modo duraturo e sostenibile. Non possiamo rubare il futuro ai giovani».

 

A proposito di difficoltà, nel settore delle costruzioni è in atto una vera emergenza.

«Parlano i dati: in 3-4 anni 120 mila imprese perse e 600 mila lavoratori in meno. Ora anche i grandi gruppi portano i libri in tribunale con effetti a cascata sulla filiera e le banche. Ma se nuovi lavori non si pianificano, e quelli già approvati non si fanno o lo Stato non paga, non può andare diversamente. Che Natale passeranno le famiglie che sanno di avere il proprio lavoro in bilico mentre lo Stato non sa dare certezze?".

matteo salvini luigi di maio

 

Salverete Astaldi?

«Abbiamo fatto una prima proposta, ne faremo una più articolata. Astaldi è un gruppo importante: se si fermasse avrebbe effetti a cascata su tutto il sistema economico di filiera e sul sistema finanziario. Per questo stiamo cercando anche partner tra le banche e le istituzioni che hanno come noi l' interesse a evitare un blocco del settore. Siamo un'azienda forte che continua a crescere all' estero dove realizza il 92% del fatturato, nonostante notizie a volte fuorvianti come quella dell' arbitrato sul Canale di Panama.

 

astaldi costruzioni

Per noi non è un nuovo costo o imprevisto, si tratta di anticipi regolarmente iscritti nel bilancio del consorzio e che dovevamo restituire. Abbiamo appena concluso la vendita del segmento plants and paving della Lane incassando oltre 575 milioni di dollari. Siamo una società molto solida, assolutamente in grado di garantire un piano industriale di crescita ad una azienda italiana in difficoltà, per preservare lei e il lavoro che genera anche nel nostro Paese».

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)