enrico letta giuseppe conte

IL "SOTTI-LETTA" VIRA DRITTO SUL PROPORZIONALE (PER LA GIOIA DI FRANCESCHINI) - ENRICHETTO, PER SMARCARSI DAL M5S, CHE SU GUERRA IN UCRAINA E TERMOVALORIZZATORI E’ ALLA RICERCA DELL’INCIDENTE PER FAR CADERE DRAGHI, PUNTA A CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE, COSÌ DA AVERE LE MANI LIBERE E SOTTRARSI ALL'ABBRACCIO LETALE CON CONTE-GRILLO-RAGGI - LA STRATEGIA DEM PREVEDE DI BLINDARE DRAGHI “FINO ALLA SCADENZA NATURALE, NELLA PRIMAVERA DEL 2023”, E CHI TENTA IL SABOTAGGIO È AVVERTITO…

Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

ENRICO LETTA

«La nostra forza è in noi stessi e nel nostro rapporto con la società ». Da rinsaldare, se necessario, a colpi di strappi con la destra, specie sui diritti civili - lo ius scholae e la legge contro l'omotransfobia - che saranno portati avanti in Parlamento costi quel che costi. Insieme alla battaglia per l'aumento dei salari e contro le diseguaglianze.

 

Gli altri, i partner della coalizione con cui andrà comunque verificata la «compatibilità» di programmi e «idea di Paese », dovranno adeguarsi. Perché «con le presidenziali francesi è ripartito il dibattito se sia meglio essere Macron o Mélénchon, ma la mia ambizione è essere noi il modello», graffia Enrico Letta sfoderando in Direzione la spada virtuale della riforma elettorale per definire il profilo del Pd e dell'alleanza progressista in vista delle Politiche.

conte letta

 

È la prima volta che l'inquilino del Nazareno vira dritto sul proporzionale, come da tempo gli chiedevano i big del suo partito. Badando però a non farlo apparire come un escamotage per frenare la corsa degli avversari e, men che meno, per sottrarsi all'abbraccio di Giuseppe Conte (mai citato neppure per sbaglio), con il quale il patto va anzi cementato.

 

Una strategia che prevede innanzitutto di blindare Draghi «fino alla scadenza naturale, nella primavera del 2023», e chi tenta il sabotaggio è avvertito. Di confermare l'allargamento del campo al M5S perché da soli non si va da nessuna parte, «l'autosufficienza è sintomo di debolezza ». Di indicare una rotta che esclude, qualunque sia l'esito delle elezioni, la riproposizione delle larghe intese. Sintetizzabile in uno slogan: mai più in maggioranza con la Lega.

 

«Io sono convinto che questa legge elettorale sia la peggiore in assoluto e sia necessario cambiarla», scandisce Letta nelle conclusioni.

enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo

 

«Ma attenzione, non lo facciamo perché vogliamo andare al governo sia che vinciamo sia che perdiamo: noi ci andremo solo se vinciamo, altrimenti ci saranno Salvini e Meloni per tutta la legislatura. La nostra proposta è alternativa alla destra».

 

Che «è illusorio pensare correrà divisa ». Dunque possibile da battere solo con «una coalizione larga, forte e credibile: è l'unica condizione per poter competere», incalza il segretario dem. Deciso a silenziare le sirene anti-grilline: «Noi dobbiamo consolidare le alleanze con pazienza e determinazione, qualunque sia la legge elettorale, per farci trovare pronti » anche se non dovesse cambiare.

 

Applaude lo stato maggiore. Fra i più soddisfatti, Dario Franceschini.

 

Che prima elogia Letta per «aver saputo tenere unito il partito e trasmettere l'idea di un Pd perno della stabilità», quindi squaderna le ragioni dell'accordo con i 5S, a lui sempre caro. «Non è una strada da seguire soltanto per costrizione di questa legge elettorale con i collegi uninominali, ma una scelta obbligata», spiega il ministro della Cultura. Intanto perché c'è «necessità di allargare il campo riformista».

 

enrico letta su france 2

Poi «per ragioni numeriche: il centrosinistra in questi anni non ha mai preso più del 30%. Se anche sommassimo tutti quelli che sono usciti, arriveremmo alla stessa cifra». Ultima considerazione, forse la più sorprendente: «In politica non si tratta solo di costruire le ragioni per vincere, bisogna aiutare anche l'evoluzione del sistema.

 

Dopo l'anomalia berlusconiana e l'anomalia della destra sovranista, noi dobbiamo provare a far uscire il Paese da questa condizione».

 

Come? «Non vedendo di cattivo occhio una svolta moderata della Lega e un suo avvicinamento a Forza Italia».

 

marine le pen enrico letta france 2

Non però in funzione di un nuovo "inciucio", bensì a suggello di quel bipolarismo cui per primo Letta non vuole rinunciare. Lo dice chiaro Peppe Provenzano: «Trovo preoccupante il lavorio che c'è in un pezzo dell'informazione, di mondo economico e forse anche di apparati dello Stato che ci vorrebbero portare a intese permanenti». Per il vicesegretario dem «su questo non ci può essere ambiguità».

 

È un altolà, il suo: «La legge elettorale serve a ridisegnare il profilo dei partiti, non a tenersi le mani libere per formare alleanze spurie perché al Paese serve un'agenda progressista che metta al centro giustizia sociale e ambientale».

 

Un programma che con le larghe intese sarebbe impossibile realizzare.

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”