raggi

RAGGI CALANTI SUL CAMPIDOGLIO - SUL TONFO GRILLINO A ROMA PESA L’EFFETTO RAGGI – LA SINDACA MESSA SOTTO ACCUSA DAI VERTICI M5S- "ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE GIUGNO 2021 RISCHIAMO DI NON ARRIVARE NEANCHE AL BALLOTTAGGIO" – E "VIRGY" PROVA A SMARCARSI SULLE FUTURE SCELTE: DAL RIMPASTO DI GIUNTA AL CDA AMA – LA FASE DUE DOPO LA VICENDA DEL PROCESSO MARRA MAI INIZIATA. E C'È IL PROCESSO D' APPELLO ALL' ORIZZONTE...

Ste. P. per il Messaggero

raggi

Il conto alla rovescia è cominciato. Non solo quello per il termine della consiliatura ma anche quello per prendere le distanze dal tonfo del M5S. Il crollo dei pentastellati sulla Capitale, con percentuali di voto dimezzate rispetto alle comunali 2016, scuotono il Campidoglio. E costringono Raggi a cambiare rotta. Da oggi anche la sua amministrazione è sotto accusa da parte dei vertici nazionali del Movimento: dall' insoddisfazione nei quartieri alle crisi dei Municipi, passando per temi più concreti come la vicenda stadio e lo stallo sui lavori pubblici.

 

Raggi ha rimandato a dopo il voto delle Europee alcune scelte strategiche, come il nuovo Cda Ama, il rimpasto di giunta (dove manca ancora l' assessore ai Rifiuti), fino all' assestamento di Bilancio con la rimodulazione degli investimenti sulle opere pubbliche. La sindaca pensava, o sperava, di avere dopo il voto mani più libere per agire. I risultati, però, anche per lei sono una doccia gelata che la mettono di fronte alla realtà di una perdita di consensi molto significativa, specie nelle periferie, una volta roccheforti del Movimento.

raggi di maio

 

Il clima, però, da domani, rischia di diventare da tutti contro tutti. Con i vertici nazionale a prendersela con lei con la debacle e lei a rimandare dall' altra parte del campo le critiche. Nel frattempo la Lega avanza, e scalda i motori per le comunali 2021. Ma anche il Pd, che dopo le regionali si riconferma primo partito in città, ha ripreso fiato.

 

Cosa fare allora? Se durante la campagna elettorale, per un patto tacito o per disciplina di partito, non si sono consumati conflitti plateali, ora sarà diverso. E anche l' ubbidienza plastica della sindaca è destinata a cambiare. Entrate a gamba tesa, come l' ultima escogitata da Di Maio sulla delibera Coia, se ne vedranno meno. E soprattutto su questioni come le politiche abitative «non se ne vedranno più», assicura chi ha visto da vicino la crisi capitolina scoppiata dopo il diktat, elettorale, del capo politico M5S che con tre parole ha seminato rabbia e rancore dalle parti di Palazzo Senatorio.

 

VIRGINIA RAGGI

Quel «Raggi pensi di più ai romani», infatti ha lasciato il segno. Un pensiero in più per i romani era anche quello che chiedeva Raggi con la riforma dei poteri della Capitale. Ma che il M5S, e i suoi ministri non sono riusciti a portare a casa. In campagna elettorale la sindaca ha usato argomenti molto capitolini, proprio quelli che scansano i leader nazionali. Ma il tempo scorre. E in Campidoglio aumentano le paure.

 

virginia raggi pranza da sola dopo le manifestazioni per il 25 aprile 3

«Aspettiamo i risultati ma a giugno 2021 rischiamo di essere terzi», riferisce un esponente di giunta. La squadra di Raggi soffre la poca progettualità politica. «È tutto fermo», dicono in coro. Si aspettavano una fase due dopo la tormentata vicenda del processo Marra. E la zavorra giudiziaria rischia di tornare: c' è il processo d' appello all' orizzonte. Altra potenziale benzina sul fuoco, nel redde rationem dentro a M5S.

 

raggi casal bruciatovirginia raggi pranza da sola dopo le manifestazioni per il 25 aprile 4

 

virginia raggi pranza da sola dopo le manifestazioni per il 25 aprile 2virginia raggi 6virginia raggi luigi di maiovirginia raggi porta san paolo 25 aprile festa della liberazione 1virginia raggi porta san paolo 25 aprile festa della liberazione 2virginia raggi visita la famiglia rom a casal bruciato 12

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…