giancarlo giorgetti giampaolo rossi monica maggioni carlo fuortes rai

RAI DI BRUTTO, DI PIÙ - SI PREANNUNCIA UNA SETTIMANA DI FUOCO A VIALE MAZZINI: COME MANDAR VIA CARLO FUORTES. L’IDEA DI AFFIANCARLO CON GIAMPAOLO ROSSI È FALLIMENTARE: È L’AD CHE NOMINA UN DIRETTORE GENERALE. E FUORTES NON CI PENSA PROPRIO - ALTRA IDEA: OFFRIRGLI LA SOPRINTENDENZA DEL TEATRO LA SCALA. PROBLEMA: MEYER SCADE TRA TRE ANNI - A QUESTO PUNTO, DATO CHE LA NOMINA DELL’AD RAI È COMPETENZA DEL MEF, L’UFFICIO LEGISLATIVO DEL MINISTRO GIORGETTI È STATO INCARICATO DI STUDIARE UNA VIA DI USCITA. PIÙ FACILE INVECE FAR SLOGGIARE DALLA DIREZIONE DEL TG1 LA MAGGIONI…

 

DAGOREPORT

carlo fuortes foto di bacco

Si preannuncia una settimana di fuoco a Viale Mazzini: come mandar via Carlo Fuortes. L’idea di affiancarlo con Giampaolo Rossi, in attesa della scadenza del mandato di Fuortes, è fallimentare: è l’amministratore delegato che nomina un direttore generale. E Fuortes non ci pensa proprio.

 

Altra idea: offrirgli la soprintendenza del Teatro La Scala. Problema: Meyer scade tra tre anni. A questo punto, dato che la nomina dell’ad Rai è competenza del Mef, l’ufficio legislativo del ministro Giorgetti è stato incaricato di studiare una via di uscita. Più facile invece far sloggiare dalla direzione del Tg1 la Maggioni…

 

RAI, IL PIANO DI MELONI: FUORTES SOSTITUITO O «AFFIANCATO»

Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”

 

È questione di settimane prima che l'ad Rai, Carlo Fuortes, venga chiamato a colloquio dalla premier, Giorgia Meloni, per «un giro d'orizzonte sul futuro dell'azienda». Fonti vicine alla premier, non confermate in Rai, parlano di una telefonata fatta dal manager a Palazzo Chigi: forse un atto di cortesia. Perché di certo Fuortes, a mettere a disposizione il proprio mandato, che scade nella primavera 2024, non ci pensa proprio.

GIAMPAOLO ROSSI

 

Senonché non sembra destinata a perdurare l'anomalia per cui il maggior partito di governo non esprime neppure un consigliere Rai. Quando l'attuale cda s' insediò, fu FI a strappare a FdI una delle due poltrone destinate al centrodestra, per poi fare filotto nominando il sottosegretario all'editoria, Giuseppe Moles, e il presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini. Un «cappotto» che Meloni non dimentica. 

 

E se da FI ora frenano sull'ipotesi che venga rimosso Fuortes e/o l'intero cda, in via della Scrofa i ragionamenti sui nuovi equilibri partono dall'assunto che la Rai oggi «rischia il tracollo». E a poco serve rimandare alla semestrale chiusa con un utile di 45,9 milioni e alle previsioni di pareggio per fine anno. 

giancarlo giorgetti

 

L'idea che Fuortes non abbia realizzato un vero cambiamento ma soprattutto che non governi l'azienda viene puntellata, tra l'altro, con l'esempio recente dello spostamento di Fiorello da Rai1 a Rai2 per le proteste del cdr del Tg1. La convocazione di Meloni suonerà, dunque, come «un invito a Fuortes a farsi aiutare».

 

Come? Sarà lui a deciderlo, ma le ipotesi in campo sono due: un passo «di lato», che consentirebbe di affiancarlo con una figura competente nelle vesti di direttore generale. Con due controindicazioni: l'ad ha sempre rifiutato di dare deleghe. E comunque la diarchia dovrebbe fondarsi su un «patto tra gentiluomini» che eviti bracci di ferro. La seconda ipotesi è il passo indietro e il subentro di una figura vicina a Meloni.

 

monica maggioni speciale tg1

Il nome più forte resta quello di Giampaolo Rossi, il quale però, essendo stato già consigliere Rai nel triennio scorso, subentrando cumulerebbe due mandati oltre i quali l'attuale legge non fa andare: in questo modo scadrebbe dopo appena un anno e mezzo, nella primavera del 2024, come tutto l'attuale cda, senza poter essere riconfermato. 

 

meyer

Per evitare il problema andrebbe azzerato il cda o modificata la legge. Oppure, poiché la norma dice che i consiglieri sono «rieleggibili una sola volta», si potrebbe interpretare questo limite come relativo ai soli membri eletti e non a quelli nominati, come l'ad. 

 

Un'interpretazione però fragile. Intanto il successore di Gennaro Sangiuliano al Tg2 sarà probabilmente Nicola Rao. Il Tg1 non sarà toccato, almeno fino a quando i nuovi equilibri nel cda non saranno consolidati.

monica maggioni speciale tg1 2

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?