LE REGIONI CI HANNO PRESO GUSTO A “TRUCCARE” I POSTI LETTO PER EVITARE LA ZONA ROSSA - SCOPPIA IL CASO SICILIA DOVE IL DIRIGENTE REGIONALE, MARIO LA ROCCA, MANDA IN GIRO UN AUDIO IN CUI PRETENDE L’APERTURA DI POSTI LETTI IN TERAPIA INTENSIVA PER NON VEDERE LA REGIONE CAMBIARE FASCIA DI EMERGENZA: “NON SENTO CAZZI, NON E’ ACCETTABILE CHE NOI SI SUBISCA ULTERIORI RESTRIZIONI. SE STASERA CI CHIUDONO L’ASSESSORE ANDRÀ A CONTROLLARE CHI HA APERTO E CHI NO…” - I MESSAGGI AUDIO

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I DUE AUDIO DI MARIO LA ROCCA

https://www.lasicilia.it/news/covid-19/373795/l-audio-shock-del-dirigente-generale-dell-assessorato-alla-salute-il-racconto-di-quelle-ore-concitate.html

 

https://www.lasicilia.it/video/covid-19/373794/rianimazioni-in-sicilia-spunta-altro-audio-del-dirigente-ci-sono-posti-in-meno.html

 

1 - L'AUDIO SHOCK DEL DIRIGENTE GENERALE DELL'ASSESSORATO ALLA SALUTE, IL RACCONTO DI QUELLE ORE CONCITATE

Mario Barresi per https://www.lasicilia.it

 

MARIO LA ROCCA MARIO LA ROCCA

Catania. «Buongiorno, ragazzi!». Sono le 9,30 in punto del giorno del giudizio. Il 4 novembre scorso. Nella notte appena trascorsa, infatti, Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm per arginare la seconda ondata del Covid. E il ministro Roberto Speranza sta lavorando all’ordinanza sull’Italia-Arlecchino: colori diversi in base al rischio di contagio. Rossa, arancione o gialla? La Sicilia s’interroga. E teme il verdetto di Roma, che dovrà arrivare in giornata.

 

«Buongiorno, ragazzi!». Mario La Rocca, il super burocrate al vertice dell’assessorato regionale alla Salute, invia un audio nella chat con tutti i manager di Asp e ospedali dell’Isola. Uno strumento social di lavoro, un gruppo con un nome goliardico - “Avengers”, con tanto di simbolo dei fumetti Marvel - per esorcizzare la responsabilità di gestire la sanità siciliana, tanto più nel pieno della pandemia.

AUDIO DI MARIO LA ROCCA AUDIO DI MARIO LA ROCCA

 

L’argomento della mattinata, delicatissimo, è l’aggiornamento dei dati sulla capienza di terapie intensive e reparti Covid. E La Rocca, dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica, sembra essere più che convinto che da questi numeri, due dei 21 indicatori della classificazione del rischio, dipenda il destino colorato della Sicilia.

 

«Buongiorno, ragazzi!». Il messaggio vocale, dopo il confidenziale saluto ai direttori generali, va subito al sodo. «Noto con dispiacere - esordisce La Rocca - che ci sono una ventina di posti letto di terapia intensiva in meno e 220 posti letto ordinari in meno di quelli che ipotizzavamo». Poi, nello sferzarli, fornisce una scappatoia agli interlocutori: «Spero che ci sia qualche errore di caricamento su Cross (la piattaforma nazionale della Protezione civile, ndr) da parte di qualcuno, che vi invito a correggere immediatamente».

 

AUDIO DI MARIO LA ROCCA AUDIO DI MARIO LA ROCCA

Anche perché, incalza, «stasera c’è la valutazione sulla zona rossa. E da alcuni rumors sembrerebbe che la Sicilia abbia perso la posizione di zona verde e venga classificata come arancione». E quindi comincia a caricare di responsabilità di chi deve aggiornare quei dati è grande: «Non credo che sia utile, o bello, o conveniente, perdere una situazione comunque di sicurezza anche economica perché qualcuno ha sbagliato a caricare su Cross i propri posti letto».

 

2 - RIANIMAZIONI IN SICILIA, SPUNTA ALTRO AUDIO DEL DIRIGENTE: «CI SONO POSTI IN MENO...»

Fabio Russello per https://www.lasicilia.it

AUDIO DI MARIO LA ROCCA AUDIO DI MARIO LA ROCCA

 

Prima dell'audio con le pressioni piuttosto chiare ai suoi manager che ha sollevato durissime polemiche in Sicilia, Mario La Rocca aveva inviato nella chat su WhatsApp con i responsabili delle Asp e delle Aziende ospedaliere siciliane un altro messaggio: «Noto con dispiacere - dice - che ci sono una ventina di posti di intensiva in meno e 220 di posti ordinari in meno di quelli che avevamo ipotizzato. Spero - dice - che ci sia qualche errore di caricamento da parte di qualcuno che vi invito a correggere subito anche perché stasera (siamo al 4 novembre, ndr) ci saranno le valutazioni sulle zone e pare che la Sicilia sarà arancione. Non credo che sia utile, bello o conveniente perdere una situazione di sicurezza economica perché qualcuno ha sbagliato a caricare i propri posti letto». A questa chat non risponde praticamente nessuno. Ed è a questo punto che La Rocca invia un altro audio più pressante e chiaro. 

 

3 - L'AUDIO CHOC RIACCENDE I DUBBI SUI DATI DELLE REGIONI AL MINISTERO. MEDICI PREOCCUPATI

Sabrina Cottone per “il Giornale”

AUDIO DI MARIO LA ROCCA AUDIO DI MARIO LA ROCCA

 

«Non sento cazzi». E ancora: «Stasera si conteranno i morti e i feriti». Non tra i pazienti, grazie a Dio, ma tra i dirigenti sanitari che il 4 novembre scorso, giorno della divisione dell' Italia in zone, non si fossero affrettati a seguire le direttive urgenti emanate con un messaggio vocale dal super burocrate al vertice dell' assessorato alla Salute siciliana, Mario La Rocca, deciso a evitare in ogni modo che l' isola finisse in fascia rossa per mancanza di posti in terapia intensiva.

 

Le espressioni colorite riportate da La Sicilia aiutano a trasmettere il clima che si respira non solo a Palermo, ma nelle sedi di molte Regioni italiane quando è ora di trasferire i dati al ministero della Salute perché accenda le luci del semaforo Covid: se è giallo, arancione o rosso cambia molto, non solo per i festeggiamenti del Natale o per l' apertura delle piste da sci ma per tutti gli indicatori sanitari ed economici di ciascuna regione coinvolta.

AUDIO DI MARIO LA ROCCA AUDIO DI MARIO LA ROCCA

Trucchetti, aggiustamenti, spinte a lavorare sempre più in fretta, vere e proprie menzogne, settori cruciali d' urgenza messi in crisi nelle strutture pubbliche costringendo i pazienti a ricorrere a visite, accertamenti e interventi a pagamento?

 

A ogni caso la propria storia. «Fornire dati falsi sul virus sarebbe un reato molto grave» si era sentito subito in dovere di precisare il ministro della Salute, Roberto Speranza. In passato accuse di processare in modo poco ortodosso i tamponi (altro indicatore decisivo) hanno toccato il Lazio, dubbi su altri punti critici sono stati sollevati su Campania e Liguria, per citare casi noti.

 

CLAUDIO FAVA CLAUDIO FAVA

In Sicilia, mentre l' assessore difende il manager, il presidente della commissione Antimafia, Claudio Fava, ha chiesto l' invio degli ispettori ministeriali per verificare «quale sia la reale fotografia» della sanità siciliana. Si tratta di capire meglio che cosa volesse dire (e ottenere) il manager sanitario (da 3 settimane a casa per Covid) quando invitava a caricare più posti possibile «perché oggi in funzione dei posti letto in terapia intensiva decideranno in quali fasce la Sicilia risiede». Chiedeva semplicemente di operare in fretta? In ogni caso un posto in terapia intensiva non è solo un letto, ma strumentazioni e soprattutto personale sanitario, medici, infermieri, tecnici, in grado di usare le apparecchiature e curare i malati.

 

A sollevare il dubbio che i dati delle regioni non corrispondano esattamente a realtà è uno studio di Anaao Assomed (associazione dei medici dirigenti) su Covid-19 e posti letto internistici, basato su dati 2018 (gli ultimi disponibili) riparametrati in base a eventuali assunzioni e aumenti di posti intervenuti fino al 2020. La classifica delle regioni in maggiore difficoltà in base ai dati 2018 vedrebbe in testa il Piemonte, seguito da Lombardia, Liguria, Lazio, Campania.

 

musumeci musumeci

Più distanziate Sicilia, Puglia e Veneto. Il grado di saturazione dei posti letto internistici sarebbe ben superiore ai dati ufficiali e più rispondente alle immagini che si vedono continuamente in tv dagli ospedali italiani. «Dai dati a disposizione - sostengono da Anaao - sembra che le Regioni abbiano aumentato i posti letto di degenza ordinaria e di terapia intensiva, ma probabilmente è come il gioco delle tre carte e permette di avere indicatori non rossi ma gialli o arancioni: si convertono posti letto per acuti di altre branche specialistiche e si fanno risultare come posti letto Covid, attivati o attivabili, riducendo drasticamente la possibilità di cure ordinarie del cittadino, non garantendo più risposte al bisogno di salute della popolazione».

 

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