conte mattarella

RENZI ROVINA IL WEEKEND A CONTE E MATTARELLA - IL PREMIER SALE AL QUIRINALE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DI ITALIA VIVA: NON È VERO CHE NON SI PUÒ SOSTITUIRE, C'È UN GRUPPO DI SENATORI CHE SI È STUFATO DEGLI STRAPPI DEL LORO SCALPITANTE LEADER ED È PRONTO A SOSTENERE CONTE. MA MATTARELLA GLI HA FATTO CAPIRE CHE NON GRADIREBBE LA SOSTITUZIONE DI UN PARTITO CON UNA PATTUGLIA DI PARLAMENTARI RACIMOLATA QUA E LÀ

NON È VERO CHE NON SI PUÒ SOSTITUIRE ITALIA VIVA MA…

DAGONOTA - Non è vero che non si può sostituire Italia Viva perché non ci sarebbero i numeri. È vero che lo sparuto gruppetto dei responsabili è molto risicato, ma è più vero che il Colle ha fatto capire a Conte che non gradirebbe la sostituzione di un partito, IV, con una pattuglia di senatori racimolata qua e là

 

 

sergio mattarella giuseppe conte 8

 

CONTE A COLLOQUIO CON MATTARELLA ALLEATI CONVINTI: I VOTI CI SONO

Marco Galluzzo per il ''Corriere della Sera''

 

Un lungo incontro al Quirinale, nella mattina di ieri. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato a lungo della situazione di tensione nella maggioranza e nel governo, diventata esplosiva dopo che i parlamentari di Matteo Renzi hanno votato più volte con l' opposizione e dopo che le due ministre di Italia viva hanno disertato la riunione del Consiglio.

 

Una situazione difficilmente sostenibile. Il premier è convinto che i voti al Senato per non far cadere il governo ci sono. E ci sono senza il ricorso ai cosiddetti «responsabili». Un ingresso che, in accordo con il Pd, si vuole evitare. Nessun trasformismo, è la parola d' ordine. I voti ci sono e verrebbero dalle stesse file di Italia viva, con almeno cinque senatori delusi dalla politica del loro leader che sarebbero pronti a uscire.

 

RENZI MATTARELLA

«Si può fare, dipende solo dalla scelta che farà il premier, la decisione sta a lui», si continua a ripetere al Nazareno. Non è però sul tema della prescrizione che si consumerebbe lo strappo. Non lo vogliono i senatori transfughi di Italia viva, non lo vuole il Pd e non lo vuole il premier. Quella riforma è finita su un binario a lunga percorrenza proprio per toglierla dal tavolo del confronto. Si è convinti che sulla prescrizione l' assalto di Renzi sia solo strumentale, che l' unico suo scopo sia il logoramento di Conte e di Zingaretti. E quindi non mancheranno nuovi temi di frizione, che renderanno evidente il vero scopo dell' ex premier e necessario lo strappo che lo porti fuori dal governo e dalla maggioranza.

 

nicola zingaretti giuseppe conte

Conte nell' incontro riservato con il capo dello Stato, ha detto che è comunque deciso ad andare dritto con l' azione di governo, si vedrà in Parlamento se davvero Italia viva è compatta o non rischia di perdere pezzi di fronte all' ipotesi di una crisi e di urne anticipate.

Nel frattempo lo stesso premier sta predisponendo un Piano straordinario di spesa pubblica, che possa dare una scossa al Pil del Paese, ultimo in Europa per tasso di crescita.

 

Se lo stesso Renzi ha suggerito, ancora senza dettagli, un piano choc di 120 miliardi per l' economia, anche a Palazzo Chigi e nel Pd stanno pensando a qualcosa di simile, e fra martedì e mercoledì della prossima settimana dovrebbero svolgersi delle riunioni, insieme al ministro dell' Economia, dalle quali potrebbero trapelare i primi dettagli delle modifiche allo studio per cambiare radicalmente i meccanismi di spesa.

 

Il livello di tolleranza sulle uscite di Renzi, rimarcano nella maggioranza, è ormai ai minimi storici. Anche perché è chiaro a tutti - si ripete nello staff del premier - che l' obiettivo reale dell' ex segretario del Pd è solo quello di cercare di logorarlo. Lo ha fatto con tutti, dicono, con Bersani, con Letta, con Gentiloni, e mentre il Pd sale nei sondaggi, e Conte fa altrettanto, Iv sta scendendo al 3%. E quindi ormai non ha piu nulla da perdere e cerca solo di attaccare Conte e il Pd. Anche per avere visibilità.

 

Il ragionamento che emerge nella maggioranza è il seguente: se Renzi vuole lavorare bene, porte aperte. Se viceversa pensa solo alla visibilità e a fare l' opposizione all' interno sarà fermato.

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN

Insomma: nessuna intenzione di subire diktat, né di farsi indebolire per logiche strettamente politiche, piuttosto la ricerca aperta di un voto di fiducia in Senato, dove i numeri sono traballanti, se sarà necessario, per verificare se davvero Iv ha la forza di mandare sotto la maggioranza e aprire una crisi, o se è solo un fuoco di paglia, magari anche per contendere a Conte quel voto moderato che finora Iv stenta a intercettare.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."