giuseppe conte pietro benassi matteo renzi

RENZI VUOLE DECONTIZZARE PALAZZO CHIGI – IL LEADER DI “ITALIA VIVA” METTE NEL MIRINO ANCHE PIETRO BENASSI, IL CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI CONTE APPENA NOMINATO SOTTOSEGRETARIO CON DELEGA AI SERVIZI - CASALINO, BONAFEDE, GUALTIERI: RENZI VUOLE FARE PIAZZA PULITA PER METTERE ALL’ANGOLO “GIUSEPPI” (E ZINGA) E INDURRE MATTARELLA A CHIAMARE DRAGHI…

1 – L'AZZARDO DI RENZI "DRAGHI O CONTE? STESSE POSSIBILITÀ"

Fabio Martini per “La Stampa”

 

Mattarella Draghi

Una lunga domenica consumata in telefonate, contatti, sms, whatsapp, ordini e contrordini, alla fine Matteo Renzi si rilassa e ad uno dei suoi parlamentari che sul far della sera lo chiama per chiedergli le percentuali sulle ipotesi in campo, lui risponde così: «Cinquanta e cinquanta! Cinquanta per il Conte ter e cinquanta per il Draghi 1».

Draghi

 

L'altro, stupito di scoprire un Draghi così alto: «Ma anche se resta Conte, hai la golden share, vinci tu! ». E Renzi, scherzoso: «Vince Italia Viva, perché avremo comunque un governo più forte».

 

Al diciottesimo giorno di crisi Matteo Renzi è su di giri. Più di quanto non lo fosse quando ha strappato, convincendo le due ministre a dimettersi e assai più dei giorni dell'isolamento, interno ed internazionale. Dice sicuro di sé: «La partita è aperta». In queste ore e in questi giorni Matteo Renzi, con la spavalda e disinvolta spericolatezza che nel Palazzo solo lui possiede, ha tenuto aperti contemporaneamente tre "forni" politici, molto diversi tra loro.

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA

 

E li ha tenuti aperti, con una originale capacità di interlocuzione: ha parlato con tutti i possibili "clienti", nessuno escluso. Ha parlato con Giuseppe Conte e con Matteo Salvini. Con Silvio Berlusconi e con Dario Franceschini. E mercoledì scorso, ha raccontato lui agli amici, ha parlato anche con Mario Draghi.

 

DRAGHI RENZI

Ha parlato con tutti, lavorando con la stessa lena sui tre scenari possibili: il governo politico nella versione Conte, il governo politico a guida Pd o Cinque stelle, il governo "istituzionale" a guida Draghi. Nel corso delle ultime 48 ore. Renzi si è convinto che il campo sia «ristretto a due sole ipotesi»: Conte 3 o Draghi 1. Si è perso per strada l'esecutivo guidato da una personalità politica dei Cinque stelle (Fico, Di Maio, Patuanelli) o del Pd (Franceschini è stato l'unico veramente in campo).

 

pietro benassi

Per questa ragione Renzi ha macinato contatti e pressioni anzitutto sul governo Draghi, che continua ad essere la sua opzione preferita. Ma non un governo istituzionale, come si continua a ripetere. Ma un "Draghi politico". Renzi pensa che, lavorandoci, un governo con quella guida potrebbe contare sui voti favorevoli dell'attuale maggioranza, decurtata di un gruppo di grillini, ma col sì di Forza Italia e l'astensione della Lega di Salvini, libera di «misurarsi la palla», votando a favore o contro, a seconda dei provvedimenti.

 

Un prodotto di laboratorio? Una suggestione priva di reale sostegno partitico? Nella sua "versatilità" Renzi si è dedicato anche al Conte 3. Ha gradito la mossa dell'esploratore Fico di aprire un tavolo programmatico. Un escamotage che, nelle intenzioni del presidente della Camera, si propone un obiettivo soprattutto di immagine: far sedere allo stesso tavolo i tre partiti filo-Conte (Cinque stelle, Pd e Leu), i Responsabili e Italia Viva.

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

 

In altre parole: la prima foto di gruppo. Una procedura soft che Renzi ha gradito: avrà altre 24 ore per preparare la risposta alla domanda clou: siete favorevoli o contrari ad un incarico a Conte? Ieri il capo di Italia Viva ha buttato giù i punti chiave del documento che i renziani presenteranno oggi nella riunione convocata da Fico.

 

Da quel che trapela il dossier sul quale Italia Viva non farà sconti è quello della giustizia. Tema che sta sinceramente a cuore a Renzi, ma soprattutto tema che potrebbe fare la differenza tra i due governi Conte. Tema che consentirà di tenere aperta la partita-premier. In ogni caso il destino del Guardasigilli Alfonso Bonafede è segnato. In queste ore si attribuiscono a Renzi veti in diverse direzioni.

 

movimento draghi presidente

Troppo prematuri per essere veri ed esigibili, notano al Pd. È invece vero che Renzi, nei contatti informali, ha fatto conoscere i suoi desiderata per gli eventuali ministeri per Italia Viva. Sono quattro (per averne due o tre) le caselle puntate da Renzi: Sviluppo economico, Pubblica istruzione, Infrastrutture e trasporti, Agricoltura. Veti? L'ex rottamatore ha espresso critiche al factotum Domenico Arcuri, commissario per l'emergenza Covid, mentre sa che sul ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, a dispetto degli spin messi in giro, il Pd è pronto a far quadrato.

 

 

Pietro Benassi

2 – CONTE RESTA IN BILICO RENZI ALZA LA POSTA: VIA ANCHE BENASSI

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

A questo punto restano due strade, secondo Matteo Renzi. La prima è un nuovo esecutivo di Giuseppe Conte. La seconda un governo istituzionale, che finirebbe per essere inevitabilmente guidato da Mario Draghi. I due scenari sono «entrambi al 50%», profetizza con i suoi.

 

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

A lui spetta decidere sul destino della prima opzione, quella del "ter". E lo farà, promette, in base al risultato del tavolo programmatico. Ma solo se il premier dimissionario accetterà di sacrificare molti dei suoi uomini. Un esempio è Piero Benassi, l' ambasciatore appena scelto come sottosegretario con delega ai Servizi, che il leader di Iv proporrà di sostuire con il dem Enrico Borghi.

 

C' è il tavolo programmatico che si apre oggi con Roberto Fico, dunque. E c' è quello politico dei leader di maggioranza. Nel tardo pomeriggio di ieri, su input di Renzi, provano a organizzare un summit notturno. Zingaretti resiste, ha dubbi. Si preferisce rinviare a oggi, se dovesse andare bene l' incontro sul programma. Servirà, eventualente, a sondare nomi e squadra di "ter".

Matteo Bolle

 

Ma soprattutto, a leggere le carte di chi ha provocato la crisi. E le carte del leader di Rignano sono presto scoperte. Anche se fa di tutto per logorare Conte, Renzi giura in privato di non partire da un veto pregiudiziale. «Sono laicissimo », è la linea. In astratto, sarebbe disposto a sostenere il "ter". A patto, però, che «mi accontentino».

E in questa richiesta mette dentro di tutto. Mette dentro la testa di Alfonso Bonafede. La richiesta di sostituire Benassi, troppo vicino al premier.

giuseppe conte alfonso bonafede

 

Una nuova legge sulla prescrizione e un nuovo Guardasigilli garantista. Una diversa governance del Recovery e progetti riscritti da capo. Garanzie sulle infrastrutture. Riforme istituzionali che ridimensionino la legge elettorale proporzionale. E pure una nuova gestione del piano vaccini, da sfilare a Domenico Arcuri. In cambio, potrebbe cedere sul Mes, che comunque porterà al tavolo.

 

È un filo sottilissimo. Ci camminano sopra i leader, sapendo che a Renzi basta un soffio per buttare giù tutti e per cercare di far nascere un governo Draghi. Quando ne parla con ambasciatori dem, auto-elogia il suo «capolavoro politico» e lo «straordinario segnale dell' Italia a livello internazionale». Lo sosterrebbero di certo Pd, Iv, Forza Italia.

Si asterrebbe Salvini, forse Meloni.

 

mario draghi al meeting di rimini 5

Quando ai cinquestelle, tutto è possibile: non voto, oppure un sì con delle defezioni. Ma poi, ma dopo? Quale sarebbe il prezzo pagato da tutti, e quindi anche da Iv, alla stagione dei tecnici? Di certo non è l' opzione preferita dal Pd, che infatti si attrezza per evitarla. Ben sapendo, però, che il Colle non può far votare subito un Paese in pandemia, e che dunque la strada di un esecutivo istituzionale sarebbe segnata, in caso di fallimento di Conte.

 

Pietro Benassi

Al Nazareno immaginano però di rilanciare con una figura diversa, a quel punto, come l' ex presidente Istat ed ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Ma sono solo mosse tattiche, se davvero sul campo dovesse emergere Draghi.

 

Lo sa Conte, che infatti è preoccupato. E che non resta immobile. I canali di mediazione sono sempre attivi. Parla con Ettore Rosato e Teresa Bellanova, mentre Dario Franceschini media con tutti. E pesano anche altri mondi. Ambienti del Coni, ad esempio, pare spingano per Maria Elena Boschi - un' altra che si prodiga per un' intesa - al posto di Vincenzo Spadafora allo Sport.

LA STORIA CONTRO RENZI PUBBLICATA NEL PROFILO UFFICIALE DI GIUSEPPE CONTE

 

Altro discorso è immaginare che si spacchi Italia Viva: lo pronosticano in molti, nel Pd, ma Renzi è convinto che non accadrà. E comunque, dice, anche con due senatori "costruttori" in più il Conte ter non nascerebbe.

 

Chi rischia di spaccarsi di fronte alle richieste del leader di Iv sono proprio i cinquestelle. I quali dovrebbero ingoiare la retrocessione di Bonafede, la sostituzione di Lucia Azzolina, l' immagine di un premier commissariato. Troppo? Di certo è forte il sospetto che l' obiettivo di Renzi sia proprio quello di costringere Conte a farsi da parte da solo. Per impraticabilità del campo.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?