conte chieppa

RESTA DA PIAZZARE LA CHIEPPA DESTRA DEL PREMIER – LA CONTROMOSSA DI CONTE CHE PUNTA A FARE DEL SUO TECNICO DI FIDUCIA ROBERTO CHIEPPA UNA SORTA DI SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA BIS: IN QUESTO MODO POTREBBE CONTROBILANCIARE L’INFLUENZA DI FRACCARO, IL GRILLINO MESSO DA DI MAIO A FARE IL CANE DA GUARDIA DEL PREMIER….

SALVATORE DAMA per Libero Quotidiano

 

la pochette di giuseppe conte 1

Giura il governo Conte bis. Ma gli unici sorrisi sinceri sono quelli dei ministri del Pd, partito che va al governo per l' ennesima volta senza passare da una vittoria elettorale. I Cinquestelle? Sono più smorfie di dolore o paresi facciali, le loro.

 

Nelle ore precedenti alla formazione del nuovo esecutivo si è consumato uno scontro cruento da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, che ha rischiato di mandare all' aria l' accordo a un metro dal traguardo. E che ha segnato la fine di ogni rapporto tra i due. Convivranno, certo, ma sicuramente continuando a pestarsi i piedi a vicenda.

 

esilio alla farnesina Dopo aver perso la partita della vice presidenza e del ministero dell' Interno, cariche che Di Maio pretendeva per sé, il capo politico grillino ha ottenuto almeno una cosa: piazzare Riccardo Fraccaro come sottosegretario alla Presidenza.

 

roberto chieppa

Con la missione di fare il cane da guardia. Stare addosso al premier, seguirne le mosse e riferire al neo ministro degli Esteri, "esiliato" alla Farnesina. Sentita la puzza di fregatura, Conte ha provato a resistere in tutti i modi a questa marcatura a uomo, chiedendo che fosse un suo uomo di fiducia, Roberto Chieppa, attuale segretario generale della Presidenza del Consiglio, a ricoprire l' incarico finora assolto da Giancarlo Giorgetti. Ha dovuto soccombere, anche perché il Quirinale non era disponibile a tollerare altri ritardi nella formazione del nuovo governo. Però ha giurato vendetta.

 

L' avvocato del popolo, che ha tirato fuori in queste ore un caratterino niente male, ha già studiato una contromossa per nominare Chieppa sottosegretario alla Presidenza bis, con deleghe simili o concorrenti a quelle di Fraccaro. Un mostro giuridico, in pratica, che provocherà sovrapposizioni e malintesi. Ma la guerra è guerra.

giuseppe conte stringe la mano a luigi di maio

 

Ieri, al passaggio della campanella (irrituale, visto che è stato reincaricato il premier dimissionario), Conte ha voluto al suo fianco, per la photo opportunity, proprio il segretario generale della Presidenza. E' una figura centrale nel cerchio magico contiano, al pari di Rocco Casalino. Si è guadagnato la fiducia del premier quando, totalmente inesperto, il 55enne di Volturara Appula muoveva i primi timidi passi nella macchina istituzionale, dopo aver frequentato per una vita solo studi legali e tribunali. Chieppa gli ha fatto da tutor.

riccardo fraccaro

 

E ora Conte vuole valorizzarlo con un ruolo. di prestigio Ma la nomina dei sottosegretari è materia che scotta. Soprattutto tra i cinquestelle. C' è l' amarezza di chi è stato escluso, la rabbia di chi si è visto scavalcato, l' imbarazzo di chi si troverà a votare la fiducia a Dario Franceschini e Roberto Speranza. Poche le certezze: la conferma di alcuni uscenti come Laura Castelli, viceministro all' Economia, e Stefano Buffagli, sottosegretario agli Affari Regionali.

 

giuseppe conte riccardo fraccaro giancarlo giorgetti

Tra le new entry Francesco D' Uva (vice ministro alla Cultura). Ci sarà poi un' infornata di ortodossi, altro segnale del ridimensionamento di Di Maio: Marta Grande, Giuseppe Brescia, Carla Ruocco, Luca Carabetta e Giorgio Trizzino. I deputati saranno privilegiati ai senatori, perché a Palazzo Madama ci sono i cronici problemi numerici. Tra i senatori potrebbero comunque essere promossi Vincenzo Presutto e Gianluca Castaldi.

 

I grillini eletti alla Camera Alta dovranno eleggere anche il nuovo capogruppo.

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

risiko delle poltrone Il successore del neo ministro Stefano Patuanelli potrebbe essere Barbara Lezzi (esclusa dall' esecutivo) o il vice capogruppo Gianluca Perilli. Nel Pd la grande spartizione dei sottosegretari è l' occasione per recuperare un po' di trombati. Circolano i nomi di parlamentari non rieletti come Marina Sereni e Roberto Cociancich.

 

Maurizio Martina, altro grande escluso, potrebbe diventare il presidente del partito al posto di Gentiloni, che andrà alla Commissione Ue. Poi ci sono i renziani. Che vanno legati mani e piedi al destino del governo per evitare che si mettano a fare opposizione interna. Tra i pretendenti girano i nomi di Franco Mirabelli, Simona Malpezzi, Luciano D' Alfonso, Salvatore Margiotta.

LUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTE - PRIMO CDM DEL CONTE BIS

 

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")