paola de micheli lucia azzolina nunzia catalfo

RIMPASTO AL POMODORO - È POSSIBILE IPOTIZZARE UN CAMBIO DI MINISTRI IN PIENA ESTATE? - IL PD È IN AFFANNO E NONOSTANTE LE SMENTITE CI STA PENSANDO. AL NAZARENO IN TANTI (DELRIO IN TESTA) VOGLIONO LA TESTA DELLA DE MICHELI, E POI CI SONO LA AZZOLINA E LA CATALFO – A CONGELARE IL RIMPASTONE POTREBBERO ESSERE SOLO LE QUOTE ROSA – LA BOSCHI E LA ASCANI, ORLANDO E ZINGARETTI: TUTTE LE IPOTESI

LUCIA AZZOLINA

1 - ASSEDIO ALLE MINISTRE COSÌ LE QUOTE ROSA CONGELANO IL RIMPASTO

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Sarà un caso? Lecito chiederselo, se ogni discussione di questi giorni sul rimpasto si arena sempre sullo stesso tema: le quote rose. Questione non da poco se nel tagliando di governo i nomi che i partiti considerano più sacrificabili alla fine sono di donne. Nella black list del M5S ci sono la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e la collega all'Istruzione Lucia Azzolina.

 

paola de micheli.

Nel Pd in tanti, a partire da Graziano Delrio, vorrebbero sostituire Paola De Micheli ai Trasporti. La titolare dell'Interno Luciana Lamorgese, nomina gradita al Quirinale, è invece finita suo malgrado nel tritacarne del totoministri per le indiscrezioni di un possibile ingresso nel governo del segretario dem Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio ha chiamato la ministra per assicurarle che si trattava solo pettegolezzi da giornali e la storia è sembrata finire lì.

 

luigi di maio dario franceschini

Certo è che di questo rimpasto ormai parlano proprio tutti nel governo e ai vertici dei partiti. Al punto che si è anche tornati a discutere, tra Pd e 5 Stelle, dell'opportunità di avere due vicepremier, come ai tempi del governo M5S-Lega, e con Dario Franceschini e Luigi Di Maio candidati più prevedibili per alleggerire il potere di Giuseppe Conte.

 

Intanto è diventato chiaro che, se rimpasto deve essere, i grillini vogliono sfruttare la seconda parte di agosto per prepararne il terreno e realizzarlo prima del 20 settembre, quando si andrà al voto per le Regioni. Servirebbe, dicono, a blindare il governo prima della tempesta elettorale.

 

LUCIA AZZOLINA

In realtà, c'è anche il timore che la sconfitta alle urne possa poi rimandare a chissà quando il tagliando dei ministri, perché le regole della politica dicono che nessuna maggioranza di governo dopo aver perso vuole mostrarsi ancora più fragile. Sta di fatto che la questione degli equilibri di genere è il fattore di cui si sta tenendo conto in queste ore.

 

Nel M5S, dove si scalcia per individuare al più presto l'occasione con la quale dare il via al rimescolamento. E nel Pd, dove invece pensano che il mese cruciale potrebbe essere ottobre, dopo il voto, dopo che si sarà sperimentato il ritorno a scuola, e quando le prime influenze stagionali si incroceranno al Covid.

 

Molto dipenderà anche da Matteo Renzi e da quanto la sua richiesta di un ministero in più per Italia Viva si farà pressante. Nel partito non si parla di altro che di Maria Elena Boschi all'Istruzione. La diretta interessata non fa mistero di avere a cuore la scuola, nonostante si stia rivelando una bomba sociale pronta a esplodere.

 

MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

Ne sa qualcosa Azzolina che, a colpi di meme, vignette e fotomontaggi, si è attirata ironia e rabbia dei precari della scuola, e ancora di più nelle ultime ore, dopo aver proposto l'assunzione di «docenti Covid», nell'infelice definizione che è stata data agli insegnanti che non verrebbero pagati in caso di nuovo lockdown. Nel M5S però è Catalfo il nome in cima alle ipotesi di siluramento.

 

nunzia catalfo firma uscita euro

Troppo attenta alle ragioni dei sindacati e poco a quelle delle imprese, sostengono fonti tra i grillini di governo. Su 22 ministri, otto sono donne. Conte sa che sostituirne anche una sola stravolgerebbe ogni buon proposito sulle quote. Già durante il passaggio dai gialloverdi ai giallorossi, il M5S ne sacrificò due, Giulia Grillo e Barbara Lezzi, anche se ne fece entrare altre due, Catalfo e Fabiana Dadone.

 

ANNA ASCANI

Certo, l'ingresso di Boschi aiuterebbe nel bilanciamento, ma la speranza di chi scommette sul rimpasto è di aprire un risiko delle caselle, con qualche uscita maschile. Per esempio se a settembre Vincenzo Spadafora, dopo il confronto con il premier, dovesse dire addio allo Sport.

 

I partiti, comunque, sanno che dovranno farsi trovare pronti con altre candidate. Per il Lavoro è in pole la viceministra Laura Castelli. Mentre, salire di grado all'Istruzione è il sogno della dem Anna Ascani, sempre che il Movimento decida di scambiare il ministero con il Pd. In caso contrario si segnala in ascesa la senatrice grillina Barbara Florida.

LAURA CASTELLI STEFANO BUFFAGNI PAOLA PISANO

 

Sempre tra i 5 Stelle, chi non fa mistero di ambire a un posto sono Stefano Buffagni e Giancarlo Cancelleri. Accomunati dalla stessa convinzione, espressa durante diverse riunioni: «Conte non si tocca». Tutto il resto sì. Segno che i progetti di rimpasto non sono proprio un pettegolezzo. 

 

2 - SE IL PD CERCA IL RIMPASTO IN STILE PAPEETE

Adalberto Signore per “il Giornale”

 

nunzia catalfo giuseppe conte

Un anno fa fu Matteo Salvini a regalarci la più incredibile e scellerata delle crisi agostane. Oggi, esattamente dodici mesi dopo, giusto per provare a non essere da meno, ci pensa il Pd ad ipotizzare uno scenario (...) (...) in perfetto stile Papeete. Il tema non è la crisi di governo, certo. E, dunque, lo strappo improvviso che portò il leader della Lega a mettere fine al Conte 1 resterà saldamente nel guinness dei primati delle mosse politiche più sciagurate.

SALVINI PAPEETE

 

Ma anche arrivare a ipotizzare un rimpasto di governo in piena estate come stanno facendo in queste ore i vertici di Largo del Nazareno non è proprio cosa da tutti i giorni. Soprattutto considerando che il 20 settembre - cioè tra esattamente 44 giorni - si terranno sia le elezioni regionali che il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Due appuntamenti che potrebbero ridisegnare gli equilibri all'interno dell'esecutivo.

papeete su le mani per salvini deejay

 

Insomma, pensare di cambiare ora la squadra di governo - seppure con l'obiettivo di rafforzarla in vista del probabile scossone che arriverà dalle urne - appare davvero una scelta ai limiti della disperazione. Soprattutto considerando una tempistica quanto mai stretta e il fatto che siamo ormai in pieno agosto.

 

Eppure, tanto è l'affanno del Pd che - seppure fra le smentite di tutti i protagonisti - lo scenario in questione è stato davvero valutato. Persino tirando dentro - sempre dalle parti del Nazareno - il nome di Luciana Lamorgese, l'attuale ministro dell'Interno. Che sia Nicola Zingaretti o Andrea Orlando il dem destinato a «rafforzare il profilo politico» del Conte 2, infatti, la pazza idea vorrebbe che a fare il passo indietro possa essere proprio la titolare del Viminale che non è in quota a nessun partito.

NICOLA ZINGARETTI LUCIANA LAMORGESE

 

Ma che, è cosa nota, ha un canale privilegiato con il Quirinale, circostanza che in qualche modo finirebbe per lambire il Colle se davvero questo squinternato proposito di rimpasto dovesse prendere forma. Non è un caso che, appena filtrata la notizia, Zingaretti si sia affrettato a chiamare Lamorgese per rinnovarle la sua stima e silenziare i rumors.

 

ELENA BONETTI LAURA CASTELLI

Alla fine, dunque, è altamente probabile che non ci sia alcun rimpasto, perché sarebbe davvero difficile da spiegare al Paese una simile operazione di Palazzo in piena estate o inizio settembre, con ben altre priorità - crisi economica in testa - e con due consultazioni elettorali alle porte (possibile, invece, che si faccia proprio dopo regionali e referendum).

 

Ma il solo fatto che il tema sia oggetto di confronto - non solo dentro il Pd, ma anche con gli alleati di Italia viva e M5s - la dice lunga sulle condizioni di una maggioranza che sempre più sembra navigare a vista. E che, giorno dopo giorno, soffre un Giuseppe Conte che in questi due anni a Palazzo Chigi ha imparato alla perfezione l'arte dello slalom speciale tra i paletti che gli piazzano sulla strada i partiti che lo sostengono. Una reazione piuttosto scomposta, quella di Zingaretti e dei suoi.

 

conte casalino

Soprattutto in considerazione del fatto che sono mesi e mesi che il premier ha trovato una sua autonomia d'azione che prima, nel Conte 1, non aveva neanche lontanamente. Evidentemente, l'imminenza del referendum sul taglio dei parlamentari deve avere portato come d'incanto tutti i nodi al pettine. Il Pd, infatti, votò il taglio solo in quarta lettura (dopo tre «no» convinti) e solo come tributo alla nascita del Conte 2.

 

In questi mesi, però, non si è vista traccia né dei correttivi promessi dal premier, né della legge elettorale proporzionale che mitigherebbe gli effetti della riforma. E così il Pd ha finalmente preso coscienza del fatto che il referendum rischia di essere un gigantesco boomerang. Non solo perché sarà difficile spiegare all'elettorato dem come votare il 20 settembre, ma anche perché, se dovesse passare (come è altamente probabile), il M5s potrebbe tornare a sventolare una delle sue battaglie populiste a cui tiene di più.

 

ANDREA ORLANDO

Con buona pace del Pd, che potrebbe finire schiacciato nella morsa referendum-regionali. Al momento, infatti, i sondaggi dicono che i dem rischiano seriamente di perdere la Puglia e le «rosse» Marche. Mentre in Toscana i punti di vantaggio si sarebbero ridotti solo a 4-5.

             

andrea orlando

 

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...