matteo salvini silvio berlusconi

RINASCE IL CENTRODESTRA? NÌ – L’ACCORDO SALVINI-BERLUSCONI È CONGELATO: IL TRUCE VUOLE FARE UNA LISTA UNICA CHE SAREBBE UNA MAZZATA PER GLI AZZURRI – IL LEADER DELLA LEGA E IL CAV SI SONO SENTITI VIA TELEFONO, E IN SENATO HANNO FATTO FRONTE COMUNE. PARECCHI FORZISTI SONO SPAVENTATI DALLE ELEZIONI: NON È CHE ALLA FINE CEDONO E RICICCIA LA COALIZIONE “URSULA” CON PD E 5 STELLE?

1 – IL NO DI FI A UNA LISTA COMUNE E SALTA L' INCONTRO CON SALVINI

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

La buona notizia è che il gruppo ha retto, e che il tabellone del Senato ha fotografato - per la prima volta dalla nascita del governo gialloverde - la ricomposizione del vecchio centrodestra: FI, Lega e FdI hanno infatti votato assieme la richiesta di calendarizzare per oggi la sfiducia al governo. La bocciatura era scontata, ma non era così scontato che non si registrassero defezioni o strani movimenti fra gli azzurri che - e questa è la brutta notizia - in parecchi sono spaventati sia dalle elezioni, sia soprattutto dall' andarci con un Matteo Salvini, dominatore della scena e chissà se disposto a lasciare loro spazio vitale nelle liste, identità, ruolo.

 

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

Una preoccupazione ieri alimentata dalla cancellazione da parte dello stesso leader leghista dell' incontro che era previsto in mattinata con Berlusconi. Coinciso peraltro con una nota chiarificatrice di FI in cui si assicurava che il partito era «indisponibile» a qualsiasi alleanza che cancellasse il suo simbolo e annegasse in un listone la storia e tradizione di Fi. Il listone che, secondo varie ricostruzioni, sarebbe stato offerto da Salvini a Berlusconi per siglare l' alleanza: niente «attacco a tre» insomma, ma un partito «del sì» da lui saldamente guidato, prendere o lasciare.

anna maria bernini.

 

Dall' entourage dell' ex premier, che comunque nelle settimane scorse non aveva escluso un partito unico, negano che si sia di fronte a un aut aut, assicurano che con Salvini i rapporti sono «buoni», che il dialogo «prosegue», che l' incontro non si è tenuto (anche se qualche dubbio su un possibile faccia a faccia già avvenuto c' è) perché Salvini ha preferito evitare «le telecamere» e concentrarsi sulla strategia da tenere in Aula, ma che «va tutto bene» e i due si vedranno «nei prossimi giorni» visto che è «Salvini che ci ha chiamato per riallacciare i rapporti, perché ha paura dell' isolamento, sia che nasca un governo, sia che si vada a votare».

 

berlusconi salvini

Ma nei gruppi la tensione è palpabile, tanto che non sono pochi i parlamentari che oggi quasi si augurano che nasca davvero un governo Pd-M5S per far andare avanti la legislatura almeno per il tempo necessario a far «sgonfiare» Salvini. È l' ala più centrista del partito, quella meno propensa a gettarsi nelle braccia di un leader «senza scrupoli», uno che «se ha tradito una volta può rifarlo». E raccontano che nelle riunioni riservate lo stesso Berlusconi si sia mostrato preoccupato; più di lui consiglieri come Gianni Letta, particolarmente diffidenti nei confronti di Salvini.

 

renzi di maio

Ad oggi comunque la Maginot del sì al voto regge anche nei gruppi parlamentari, ma domani chissà. Ufficialmente tutti fra gli azzurri si dicono indisponibili a partecipare a un governo di scopo, ma la paura è che, se venisse meno, non sarebbe comunque per la centralità di Forza Italia ma solo per scelta del M5S. E Salvini avrebbe ancora una volta il coltello dalla parte del manico, libero di imporre le proprie regole, i propri numeri, i propri veti. Non a caso, la richiesta di un «patto dal notaio» è ben lungi dall' essere stata accettata dal leader leghista. E i giorni passano senza che FI possa muovere le sue pedine sulla scacchiera.

 

giovanni toti in tuta con berlusconi

2 – CENTRODESTRA, ACCORDO CONGELATO FI-LEGA. CAV SENTE SALVINI: È GIALLO SU INCONTRO

Donatella Di Nitto per LaPresse

 

Accordo congelato. Matteo Salvini prima di impegnarsi in un patto preelettorale con Forza Italia vuole garanzie e lo stesso ha preteso Silvio Berlusconi. La Lega vede con sospetto la spaccatura all'interno del partito azzurro, e benché ci siano state rassicurazioni, Salvini è convinto che l'ex premier non riesca a controllare i suoi gruppi, soprattutto quelli del Sud. Si rincorrono le voci per tutta la giornata di martedì su un incontro a palazzo Grazioli tra il leader della Lega e Silvio Berlusconi. Lo schieramento di giornalisti e fotografi rimanda ai tempi del governo del Popolo delle Libertà, quando il Cav dettatava la linea. Il titolare dell'Interno invece non si fa vedere, anzi, per sfatare ogni dubbio cinguetta di aver passato la mattinata al Viminale a lavorare "per evitare lo sbarco di oltre 500 immigrati a bordo delle navi di due Ong, una francese e una spagnola".

berlusconi salvini meloni

 

Salvini non ha nessuna intenzione di varcare il portone della residenza romana dell'ex premier, per questo i due si sentono telefonicamente. Il giallo scatta quando Berlusconi, dopo pranzo esce da Grazioli per farvi ritorno mezz'ora dopo. Il colloquio faccia a faccia, in un luogo segretissimo della Capitale, viene smentito dallo stesso Capitano che ai giornalisti replica: "Oggi mi avete mandato dal notaio con Berlusconi... Ma non l'ho visto".

 

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

L'accordo pre-elettorale insomma non si chiude. Forza Italia rimanda al mittente la proposta di un listone perché non ha alcuna intenzione di essere fagocitata dalla Lega. "Radicalmente contraria" sentenzia una nota, diramata per mettere a tacere i maldipancia nel partito esplosi, soprattutto tra i parlamentari che fanno capo a Mara Carfagna. Gli azzurri insomma non sono disposti "a rinunciare alla propria storia, al proprio simbolo e alle proprie liste in vista delle prossime elezioni Politiche". Rimandato quindi a data da destinarsi il nuovo accordo di coalizione che, assicurano, sarà sancito anche alla presenza di Giorgia Meloni, ma solo dopo che il governo di Giuseppe Conte sarà definitivamente fuori dai giochi. Intanto Berlusconi ha alzato la posta, vuole percentuali più alte di parlamentari eletti di Fi e soprattutto vuole dei ministeri chiave, richieste che hanno scatenato la base del Carroccio. Cedere Giustizia e Mise "sarebbe un suicidio", dicono fonti leghiste, sarebbe come consegnare all'elettorato l'idea che "aveva ragione Di Maio".

I BACIONI DI GIUSEPPE CONTE

 

Per ora l'unico patto in piedi è quello di essere uniti e far dimettere Giuseppe Conte, il resto sarà discusso molto probabilmente lo stesso 21 agosto quando Lega, Fi e Fdi, che andranno separati, saranno chiamati al Quirinale per le consultazioni con il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

sergio mattarella luigi di maioDAVID SASSOLI SERGIO MATTARELLAgiuseppe conte e sergio mattarella alla commemorazione del crollo del ponte morandi MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI matteo salvini silvio berlusconigiuseppe conte alla commemorazione del crollo del ponte morandi 3giuseppe conte alla commemorazione del crollo del ponte morandi 4BERLUSCONI E SALVINIberlusconi salvini galliani san siroSALVINI MELONI BERLUSCONI giuseppe conte alla commemorazione del crollo del ponte morandi 1

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)