giancarlo giorgetti e matteo salvini

RITORNO AL PASSATO - IL NORD ÜBER ALLES TORNA NELLA STRATEGIA DELLA LEGA: I GOVERNISTI SI SONO ROTTI LE BALLE DEL CARROCCIO CHE PERDE CONSENSI CON SALVINI CHE SI LANCIA IN BATTAGLIE CHE NON FREGANO UNA MAZZA. AGLI STATI GENERALI DEI SINDACI LUMBARD L'ARIA È QUELLA DI ARCHIVIARE L’ESPERIMENTO “NAZIONALE” E TORNARE A RIVENDICARE I TEMI CARI AL NORD (L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA IN PRIMIS) - GIORGETTI CONTINUA CON IL MANTRA: “NON ESISTE UN MIO CARROCCIO”, MA LE SPACCATURE CON…

Mario Ajello per “Il Messaggero”

 

giancarlo giorgetti 2

I leghisti che la sanno lunga raccontano questo di fronte all'iniziativa di Giorgetti degli Stati Generali del Carroccio in Lombardia - «Non un'iniziativa personale ma di partito», precisano i suoi - a pochi giorni dal voto amministrativo: «Nessuna rivalità con Salvini e non esiste che Giancarlo voglia prendere il suo posto. Ma il Nord è il Nord, e al Nord abbiamo il cuore del nostro movimento, il nostro passato e il nostro futuro». Detta così, è una cosa che suona in questo modo: basta baloccarsi troppo con l'idea della Lega nazionale.

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

Anche perché laggiù al Sud, per qualche renziano (Scoma, a cui sarebbe stata promessa la candidatura a sindaco di Palermo) che sale sul Carroccio ci sono esponenti locali leghisti che trasmigrano in Fratelli d'Italia. Torna il Nord über alles nella strategia del partito salvinista ma più che Salvini sono gli altri - anche se «non esiste il partito di Giorgetti» come dice Giorgetti magari dissimulando - a battere su questo tasto. Che è lo stesso per cui la rivendicazione dell'autonomia differenziata, che negli ultimi tempi era sparita e che molti attribuiscono al capo leghista la ragione della sparizione, sta tornando prepotentemente nelle priorità del Carroccio, anche o soprattutto quello a trazione veneta ossia a guida Zaia.

giancarlo giorgetti 1

 

Di fatto, si sono tenuti ieri alle Ville Ponti di Varese, terra giorgettiana, gli Stati Generali della Lega in Lombardia, proprio per approfondire i temi dell'agenda amministrativa, con la presenza degli esponenti di tutti i livelli di governo, da quello nazionale a quello regionale, fino alle amministrazioni locali. Circa duecento i sindaci lombardi presenti e non pochi pur ribadendo la stima per Salvini riferiscono che da quando c'è Draghi è cambiato tutto.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

SVOLTE Già il fatto che non ci sia più Morisi alla guida delle Bestia un segnale di cambiamento lo è. Anche al di là dei gossip che vorrebbero raccontare la fuoriuscita del capo della comunicazione salvinista sui social come una vittoria dell'ala governista e giorgettiana su quella pop e populista rappresentata con successo in questi anni dai maghi dei social media amici di Matteo. Il realismo di Giorgetti, che gioca in casa in quel di Varese, è così formulato: «Avremo vinto nelle urne del prossimo weekend, se avremo aumentato il numero dei sindaci. E perso, se li avremo diminuiti. In politica è così. Dopo di che c'è la grande incognita dell'affluenza, non so dopo il Covid quante persone andranno a votare».

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 8

Ecco, Giorgetti vede una Lega spaesata, consapevole dell'Opa ostile della Meloni, alle prese con la novità sconvolgente del governo Draghi, non più arciconvinta dell'infallibilità del capo (cioè Salvini), e cerca da antico uomo di partito di rianimarla. Mentre Giorgetti fa il Giorgetti ed è in Padania, Salvini fa Salvini ed è a Tor Bella Monaca a Roma. «Fanno il gioco della parti», dicono in molti nella Lega. Ma altri: «Hanno in mente due Leghe diverse, anche se Giancarlo non accoltellerà mai Matteo neppure se glielo ordina Draghi».

 

matteo salvini e giancarlo giorgetti 6

Ma chissà. Giorgetti dixit ieri: «Nessuno ci perdona niente, anzi l'attività preferita è cercare di dividerci. Il copione è sempre lo stesso, ma se ci chiamiamo Lega, e in qualche modo ci rifacciamo alla Lega Lombarda, sappiamo che noi abbiamo un'altra missione, un altro modo di interpretare quello che siamo». Il che significa, appunto, che Salvini non si tocca (per ora, ma se il partito arriva sotto il 20 per cento domenica e lunedì prossimo qualche conseguenza ci sarà) e che però, allo stesso tempo, l'inquietudine in politica nella vita delle organizzazioni di partito non resta mai fine a se stessa.

matteo salvini e giancarlo giorgetti 5matteo salvini e giancarlo giorgetti 2matteo salvini e giancarlo giorgetti 3giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio matteo salvini e giancarlo giorgetti 1matteo salvini e giancarlo giorgetti 4matteo salvini e giancarlo giorgetti 7

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO