RITRATTONE DI PAOLA DE MICHELI BY PERNA: “ENTRA SEMPRE NELLE GRAZIE DEL POTENTE DI TURNO. È NEO VICESEGRETARIO DEL PD E BRACCIO DESTRO DI ZINGARETTI. FU DUE VOLTE SOTTOSEGRETARIO E COMMISSARIO STRAORDINARIO PER IL TERREMOTO DEL CENTRO ITALIA. PERCHÉ LEI? MANCAVANO LE PREMESSE, I TITOLI DI MERITO, IL CURRICULUM. DA BERSANI A LETTA, DA RENZI A GENTILONI E’ LA REGINA DELLE CORRENTI…”

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Giancarlo Perna per “la Verità”

 

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Sono le sfaccettature che prevalgono in Paola De Micheli, rendendola indecifrabile.

La deputata del Pd brucia le tappe, senza che se ne capisca il perché. Ora, è neo vicesegretario del partito (l'altro è l'opaco Andrea Orlando) e braccio destro di Nicola Zingaretti. Fu due volte sottosegretario in passati governi e commissario straordinario per il terremoto del Centro Italia. Perché lei? Mancavano le premesse, i titoli di merito, il curriculum. Eppure è stata nominata, ha fatto le sue cose ed è in corsa per altro. Insomma, Paoletta qua, Paoletta là, De Micheli oggi è ovunque.

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Soprattutto, in tv dove la multifaccialità del personaggio raggiunge il massimo.

Sono cinque anni che la vediamo ogni giorno. Talvolta, inguainata in abiti sexy, stivaletti tacco 12, niente frustino. Altre volte, appare come un prezzemolino su tutto. Altre ancora, è un'Orietta Berti dei tempi d'oro, con le guanciotte paciose e la quieta cadenza piacentina. Personalmente, la trovo gradevole.

 

Non scende mai in polemiche gridate. Anzi, pare strizzi l'occhio all' avversario, per dirgli che dopo si va a cena insieme. E i canali se la contendono. Ha tali capacità di galleggiamento e propulsione che sorge spontanea la domanda: dove arriverà?

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Io, che non sono la Pizia, so solo da dove viene. Paoletta è una democristiana che si è avvicinata agli ex comunisti facendo il cammino inverso di Piacenza, la sua città, considerata un' oasi bianca nel rosso romagnolo.

 

De Micheli, che in settembre avrà 46 anni, è sbocciata in una famiglia di pii agricoltori, titolari di una bella impresa dei luoghi. A 17 anni, studentessa di liceo (classico), era già nella direzione della Dc piacentina. Crollata la Dc con Tangentopoli, la giovinetta, che nel frattempo si era iscritta a Scienze politiche alla Cattolica di Milano, prese a guidare i giovani del Ppi, che del partito defunto indossò brevemente le spoglie.

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SUGO ANDATO A MALE

Fin qui, un'adolescenza segnata da una precoce intraprendenza politica che annunciava le future ambizioni della ragazzina. Una mattina però Paoletta si sveglia e getta all' aria politica e studi per darsi all' imprenditoria. Ghiribizzo? Sfaccettatura? L'enigma De Micheli si complica. Cominciò a farsi le ossa nell' azienda di famiglia, passò a un' assicurazione ramo agricoltori, e approdò alla sua grande esperienza, l'Agridoro, coop di trasformazione del pomodoro in sughi.

 

Dal 1998 al 2003, Paola ne fu il presidente e l' ad, ossia tetto e fondamenta. «Agridoro è stato lo scopo della mia vita. Non c' era altro per me. Sono un' idealista che vive per i suoi valori», disse una volta da Bruno Vespa, rievocando quegli anni. Se avesse anche aggiunto come finì, e non lo fece, il lirismo sarebbe apparso stonato.

paola de micheli renzi paola de micheli renzi

 

BARATTOLI CINESI

Nel suo quinquennio, infatti, la Coop si dissolse, finendo in liquidazione coatta, con un buco di 5 milioni e spicci. Qualche mese prima del naufragio, la capitana aveva lasciato la nave ma ebbe egualmente una scia di guai. Stando alle cronache, Il tribunale di Piacenza la indagò e le inflisse una multa di 2.000 euro per una trascuraggine: 188 fusti di pomodori verminosi e dall'«odore nauseabondo» erano stati accatastati vicini ai prodotti destinati al mercato, anziché in area separata.

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Addirittura, inizialmente gli investigatori dubitarono che i putrefatti stessero per essere venduti anziché smaltiti. Il sospetto si sgonfiò e Paoletta, almeno sotto questo profilo, fu risparmiata. Intanto, con un bel po' di ritardo, la ragazza, ormai donna, riprese gli studi milanesi, laureandosi dopo nove anni. Vuoi per la frustrazione manageriale che per il riaccendersi dell' antica passione, Paoletta tornò alla politica e stavolta a tempo pieno. Si legò alla Margherita, che del Ppi era l' erede, e confluì col nuovo partito nel Pd appena nato (2007).

 

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Mentre faceva comizi, i fantasmi dell' antico fallimento si affacciavano sotto il palco in forma di contadini coi forconi. Erano i soci-coltivatori che, rimasti sul lastrico, minacciavano sfracelli contro l' ex presidentessa responsabile dei loro guai. In realtà, la sventurata aveva colpe relative. A sconfiggerla era stata la concorrenza pomodoresca cinese che aveva buttato l' Agridoro fuori mercato. Io un pizzico di rancore verso il Celeste Impero l' avrei avuto. De Micheli, no. Tanto che, poco dopo la batosta, soggiornò in Cina per fornire ai concorrenti di colà una consulenza su pomodori, loro imbarattolamento e cose così. Strana donna.

paola de micheli con enrico letta paola de micheli con enrico letta

 

FIUTO PER LE POLTRONE

Nel triennio 2007-2010, De Micheli fu assessore alle Finanze e Risorse umane del Comune di Piacenza. Aveva un legame di ferro con il sindaco, Roberto Reggi, anch' egli del Pd. Lui grintosissimo, al punto da scalare il campanile del Duomo per farsi notare dagli elettori, lei con le dieci dita in pasta sulle cose della città.

 

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Entrambi erano in concorrenza con il loro quasi concittadino, Pier Luigi Bersani. In vista delle elezioni del 2008, si accordano tra loro per una staffetta: Reggi a Montecitorio, De Micheli, sindaco al suo posto. Ma alla Camera, per non so quale maneggio, ci andò Paoletta. Fu il primo dei proverbiali scatti con cui spiazza chiunque. Lei va al sodo: entra nelle grazie del potente di turno.

 

REGINA DELLE CORRENTI

Tra i suoi agganci celebri, Bersani, l'avversario d' antan, diventato segretario. Da lui, colmato di servigi, ottenne: a) la cooptazione nel dipartimento di economia del Pd, b) la conferma del seggio alla Camera nel 2013. Salito in auge Enrico Letta, nominato premier nello stesso anno, Paoletta ci si asserpolò.

 

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Organizzò a Piacenza la presentazione della corrente lettiana, ospitandola in pompa magna al Teatro municipale. Per amore di Letta, si inimicò l'insidioso Matteo Renzi accusandolo di tramare nell' ombra. Quando Enrico, col celebre «stai sereno», fu defenestrato, De Micheli pianse. Ma in un pugno di mesi la ritroviamo sottosegretario all'Economia al fianco dell'usurpatore fiorentino. Poiché non era, né indispensabile, né Adamo Smith, si pensò che l'incarico fosse dovuto all' arte di insinuarsi. La faccio breve.

 

LA SCOLLATURA DI PAOLA DE MICHELI LA SCOLLATURA DI PAOLA DE MICHELI

Entrò anche nel governo Gentiloni, come sottosegretario alla presidenza, e in quota Renzi. Fu poi Commissario al terremoto in veste di bersaniana, poiché bersaniano era Vasco Errani al cui posto si era insediata. Lascio agli storici il compito di darle i voti nei ruoli ricoperti. Intanto, lei è già oltre. Ha messo le ali nello zingarettismo, il vento nuovo che spira a sinistra. È la vice del capo, la donna più in vista del Pd, ha l' ultima parola su tutto. Torniamo così, senza scioglierlo, all' interrogativo iniziale: dove finirà?

 

DNA NAZARENO

A 40 anni, e con questo concludo, Paoletta convolò a nozze nel giugno del 2013, quando era semplice deputato, impalmando Giacomo Massari, uno come me. Eppure, mezzo mondo si mosse in direzione Piacenza. Dall' aeroporto militare, in lungo corteo arrivò il premier Letta con la first lady, Gianna Fragonara. La basilica di San Sisto blindata, accolse la sposa in abito bianco e coda, piangente per l'emozione.

 

ENRICO LETTA PAOLA DE MICHELI ENRICO LETTA PAOLA DE MICHELI

Letta in persona lesse la Lettera ai Corinzi. Tra gli invitati, col Gotha del Pd, un florilegio trasversale, dal leghista Giancarlo Giorgetti, al berlusconiano Fedele Confalonieri, che, parlando della sposa, esclamò estatico: «Ce ne vorrebbero di politici così». E con questo mi pare di avere detto molto. Dimenticavo: dal 2016, Paoletta è anche presidente della Lega volley.

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