ROMA CAPOCCIA! GLI UFFICI DELLA REGIONE IN PIENE FERIE GIOCANO UN BRUTTO SCHERZO A ZINGARETTI: BOCCIATO IL PIANO PER IL NUOVO STADIO DEL PALAZZINARO PARNASI, TANTO CARO AL GOVERNATORE

Il nuovo ponte sul Tevere finisce nella sconosciuta Tenuta dei Massimi, ma l'area è classificata “di grande interesse ambientale”. Il progetto va rifatto, in pochi giorni. Intanto la renziana Bonaccorsi va all’attacco dei furbetti dello stadio: “La proprietà sia della società sportiva e non dei soci americani, dopo l’uscita di Unicredit non ci sono più scuse…”

Condividi questo articolo


Ernesto Menicucci per “Il Corriere della Sera – Roma

 

Nicola Zingaretti Nicola Zingaretti

Dove non arriva il Comune, ecco la Regione. Lo stadio della Roma (o meglio di James Pallotta...) subisce un brusco stop, ad appena una decina di giorni dalla valutazione finale del Campidoglio sull’interesse pubblico dell’opera (il termine scade il 27 agosto). Ma a mettere i bastoni tra le ruote non è tanto il Campidoglio — che pure si prepara ad una serie di «prescrizioni e condizioni» piuttosto robusta ed articolata — ma sono gli uffici di via Cristoforo Colombo. ?

 

Studiando il progetto, infatti, i tecnici della Regione hanno scoperto un limite al momento «insormontabile»: il ponte sul Tevere, con annesso svincolo autostradale, che dalla Roma-Fiumicino dovrebbe portare all’impianto di Tor di Valle e che serve a «decongestionare» il traffico sul viadotto della Magliana, insiste su un’area protetta. Si tratta della Tenuta dei Massimi, finora forse sconosciuta ai più, ma zona definita «di grande interesse ambientale» e «anche storico».

 

REGIONE LAZIO REGIONE LAZIO

Perché lì, su quel terreno, c’era anche la Villa dei Papi, ai piedi dell’Ospedale dei Cavalieri di Malta. E la Regione, col parere inviato venerdì sera in Comune, ha posto il suo veto: «Occorre indicare una soluzione alternativa», si legge nel carteggio. E, di fronte a questo, anche la giunta Marino (che, pur tra mille distinguo, non è a prescindere contro il progetto-stadio) alza le mani.

 

«Quella — spiega l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo — è una condizione imprescindibile, essenziale. Abbiamo chiesto al proponente (cioè Parnasi, ndr) un’integrazione, con l’indicazione di un nuovo progetto. Altrimenti non possiamo chiudere l’istruttoria». Tradotto: o si trova un’alternativa per lo svincolo, oppure salta la dichiarazione di interesse pubblico e di conseguenza tutto lo stadio. Caudo spiega: «I problemi sono due: oltre ad essere un’area protetta, c’è già un piano del parco approvato in consiglio regionale. Per vicende di questo tipo, in passato, si sono date diverse deroghe. Ma la Regione ha detto no». Curioso intreccio del destino.

GIOVANNI CAUDO GIOVANNI CAUDO

 

A mettere i «bastoni fra le ruote» al progetto Parnasi è proprio l’amministrazione di Nicola Zingaretti, finito nell’occhio del ciclone per aver perfezionato — da presidente della Provincia — l’acquisto dallo stesso costruttore del palazzo dell’Eur (per 263 milioni), come nuova sede dell’istituzione ora commissariata. Parnasi, ora, ha una decina di giorni per risolvere il problema: «Ci stiamo già lavorando. Giovedì presenteremo l’alternativa», dice il costruttore. L’idea è rifare lo svincolo a Parco de’ Medici, ma i costi potrebbero lievitare. ?Superato questo ostacolo, restano tutte le altre «prescrizioni».

 

ignazio marino ignazio marino

«Nel conteggio delle opere pubbliche — dice Caudo — sono stati messi anche 21 milioni per il parcheggio vip... Ecco, quella non è un’opera pubblica, secondo noi». Poi i dieci milioni per il prolungamento della metro B (chiesto sia dalla Regione che dalla Sovrintendenza) che bastano «si e no a mettere un cartello: per arrivare a Muratella ne servirebbero 160», l’Autorità di bacino che vuole «la messa in sicurezza del fosso di Vallerano, con un’arginatura di almeno un metro» e il potenziamento della Roma-Lido, altra condizione indispensabile per il Comune, anche a scapito della rete stradale (Ostiense e via del Mare). E il milione di metri cubi previsti, con 220 milioni di compensazione?

 

Sede Unicredit Sede Unicredit

Sono troppi o no? «Noi partiamo dalle opere, non dai metri cubi», dice Caudo. Tradotto: rispetto alla proposta Parnasi, si prende la matita rossa e si depenna. Questo sì, questo no, qui servono più soldi. O si aumentano le opere pubbliche o si tagliano i metri cubi. In mezzo, le fibrillazioni politiche. Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio, va all’attacco: «Le manovre intorno alla filiera di società che detengono il controllo della As Roma necessitano di immediati chiarimenti da parte del Comune. Il sindaco Marino dia certezze ai tifosi e garantisca che la proprietà del nuovo stadio sarà della società sportiva, a maggior ragione dopo l’uscita di Unicredit». Una spina in più, oltre a quella della Regione. ?

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO" SI FACEVA SESSO SENZA REMORE, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA I GENERI SESSUALI: ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA IN UNO SPETTACOLO AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLA: “AO' SPEGNETELE!”. E IO: “MA SEI MATTO, C'È PINA BAUSCH...”. E LEI: “MA IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

DAGOFILOSOFIA: ‘’IL PENSIERO DEBOLE” SPIEGATO AL POPOLO - ADDIO SCUDO CROCIATO, IN SOFFITTA FALCE E MARTELLO, BENVENUTI NEGLI ANNI OTTANTA. SI È CHIUSO IL CICLO DELLA POLITICIZZAZIONE. A CHE SERVE, ARMATI DI SACRA IDEOLOGIA, SCAVARE ALLA RICERCA DELLA “VERITÀ” QUANDO POI, UNA VOLTA RISALITI IN SUPERFICIE, QUELLA “VERITÀ” NON CI SERVE A UN CAZZO, VISTO LA VELOCITÀ DEI CAMBIAMENTI NELLA SOCIETÀ? LA REALTÀ VA FRONTEGGIATA CON “DEBOLEZZA”, A MO’ DI UN SURFISTA CHE SA BENE CHE AFFRONTANDO L’ONDA FINIRÀ A GAMBE ALL’ARIA, MEGLIO CAVALCARLA E ARRIVARE ALLA RIVA…

DAGOREPORT! GIORGIA IN AMBASCE: E ADESSO, CHE SI FA CON LA PITONESSA? SCARTATO IL RIMPASTO DI GOVERNO, CON SALVINI E TAJANI CHE NON VEDONO L’ORA DI REGOLARE I CONTI, PER LA DUCETTA LA VIA PIÙ SEMPLICE È SOSTITUIRE L’ESUBERANTE MINISTRA. SE NON RASSEGNA LE DIMISSIONI, GIÀ È PRONTA UNA MOZIONE PARLAMENTARE DI SFIDUCIA DA PARTE DI PD E M5S - CONVINCERE LA “CRUDELIA DE MONA” A FARSI DA PARTE NON SARÀ UN’IMPRESA SEMPLICE: GODE DELLA PROTETTIVA AMICIZIA DELLA SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA E LEI SA BENISSIMO CHE, IN CASO DI DIMISSIONI, LA SUA VITA POLITICA VERRÀ INGHIOTTITA IN UN CONO D’OMBRA PER SCOMPARIRE TRA GLI OMBRELLONI-CHIC DEL TWIGA A FARE LA BAGNINA - L’IRA DELLA DANIELONA CI STA TUTTA. MA NON È IL CASO DI BUTTARLA SUL COMPLOTTISMO: IN POLITICA L’ARROGANZA NON PAGA MAI, PRIMA O POI LA RUOTA GIRA E QUEL FASCICOLO CHE STAVA ABBANDONATO IN UN CASSETTO DELLA PROCURA, MAGARI PERCHÉ NON SI TROVAVA MAI IL TEMPO DI SEGUIRLO, DI COLPO RICOMPARE BELLO E SPOLVERATO SULLA SCRIVANIA DEI PM…