beppe grillo luigi di maio

ROUSSEAU NON DIR DI NO! IL TERRORE PER CONTE E GRILLO DI UNA BOCCIATURA SULLA PIATTAFORMA SI E' CONCRETIZZATO IERI, TANTO CHE IL PREMIER ''SUPER PARTES'' (DE CHE?) HA DOVUTO FARE UN APPELLO AGLI ISCRITTI: ''POTREMO REALIZZARE IL NOSTRO PROGRAMMA'' - POCO DOPO TOCCA A DI MAIO, ESAUSTO E SCONFITTO, CHE...

Ilario Lombardo per la Stampa

 

BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO

Giuseppe Conte si rivolge agli italiani, per parlare in realtà a solo 110 mila attivisti. Nelle loro mani è racchiuso il destino del governo giallorosso. Oggi alle 18 tutto potrebbe precipitare se la maggioranza dei militanti del M5S dovesse piantare due lettere, No, sul cammino che sta portando all' alleanza impensabile fino a qualche giorno fa tra i grillini e il Pd.

 

Il presidente del Consiglio incaricato, avvocato e docente universitario, con passione per la filosofia, non avrebbe mai immaginato di dover registrare un video-appello per sminare la possibile catastrofe derivante da una piattaforma intitolata a Jean Jacques Rousseau, ideatore del contratto sociale come formula di convivenza tra gli uomini.

Grillo e Di Maio

Qui invece non c' è alcun contratto: non c' è quello ha legato fragilmente la Lega e il M5S per 14 mesi. In teoria c' è un programma, condiviso, pieno di «consonanze» come le chiama Conte, tra Pd e 5 Stelle, che però non trova traccia nel quesito messo in votazione sul sito gestito dalla Casaleggio Assoociati.

 

Già poco dopo le 23 di domenica sera il terrore corre sul filo dei telefoni, tra i grillini, nel Pd, a Palazzo Chigi. La formula scelta - volete un nuovo governo, assieme al Pd, guidato da Giuseppe Conte - stringata e gelida come il post di presentazione sul Blog delle Stelle, tradisce tutta la mancanza di entusiasmo dei vertici per un patto con chi fino all' altro ieri era considerato il diavolo. I parlamentari entrano nel panico. Il sospetto punta verso lo staff di Luigi Di Maio, riluttante sin dall' inizio all' ipotesi di finire con i dem.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Il bersaglio sono due collaboratori del leader: Pietro Dettori e Max Bugani. Siedono a lato di Davide Casaleggio nell' Associazione Rousseau e sono a libro paga nella squadra di Di Maio a Palazzo Chigi. Quella che evaporerà dopo aver rinunciato al posto di vicepremier. Bugani e Dettori, assieme a Casaleggio Jr e Alessandro Di Battista, sono i più scettici sull' alleanza con i democratici, quelli che più spingono verso il voto. Soprattutto Dettori è sospettato di aver deciso la domanda. Sul fronte opposto, a tifare per il Sì c' è Beppe Grillo.

 

Il confronto con la votazione del maggio 2018 sul contratto con Matteo Salvini, agli occhi di deputati e senatori che compulsano furiosi su WhtassApp, dice tutto. Un anno fa un video sorridente di Di Maio dava una chiara indicazione di preferenza, senza mai citare la Lega. In questa occasione invece il Pd - «il partito di Biabbiano» con cui il capo politico a fine luglio diceva che mai si sarebbe alleato - è lì in mezzo, impossibile da scansare. Allo stesso modo in tanti rievocano lo stratagemma con cui la Casaleggio e i vertici del M5S costruirono il quesito per veicolare il voto sul caso Diciotti, quando i militanti furono chiamati a decidere le sorti del ministro dell' Interno Salvini. E quando di fatto bisognava votare No per dire di Sì, e viceversa.

di maio grillo casaleggio

 

Ma è stato ieri mattina che nel M5S e nello staff di Conte è diventato chiaro quanto fosse probabile il rischio bocciatura. I commenti sul blog sono tutti orientati contro il Pd e l' ipotesi di fare un governo assieme. La comunicazione dà l' ok ai parlamentari per esprimersi pubblicamente e dare una precisa idnicazione di voto. In massa convergono sul sì. Anche tra i più vicini a Di Maio, come Manlio Di Stefano, che fa un elenco di tutte le sfide ancora da affrontare (ambiente, economia circolare) che verrebbero perse se il governo non dovesse nascere. Molti suoi colleghi invece sono ancora più espliciti e senza inoltrarsi in troppe riflessioni lanciano il loro endorsement con banner da tifoseria e con video a sostegno del Conte Bis. Solo Gianluigi Paragone, senatore-giornalista, cita Vasco Rossi e conferma la linea: «C' è chi dice no».

Grillo Di Maio Di Battista

 

All' ora di pranzo circola già la voce di un video di Di Maio, per promuovere il voto favorevole. Non sarà così. Qualche ora dopo è il premier, a sorpresa, a prendere la parola in una diretta Facebook e a spiegare quali motivi dovrebbero spingere i sostenitori del M5S, sfamati per anni dal blog e dai loro parlamentari contro il Pd, a stringere un accordo. Conte ricorda l' impegno del Movimento, nel caso non avesse raggiunto il 51%, ad allearsi con chiunque facesse valere il programma. Una mossa irrituale per un premier incaricato: una registrazione dalle stanze di Chigi che di fatto accredita la supremazia della democrazia dei clic del M5S. E che per i dem certifica la sua leadership tra i grillini, contro la tesi di essere super partes.

grillo di maio

 

Pochi minuti dopo tocca a Di Maio. Il video in cui annuncia di aver rinunciato alla vicepremiership è la conferma della sua renitenza: «Non esiste voto giusto o sbagliato». È arrabbiato e stanco. Per l' ennesima volta lui, che per ben due volte con la Lega ha sfiorato il sogno di essere premier, deve fare un sacrificio, sotterrato dai post e dalle lettere di Grillo che lo sovrasta e si riprende l' anima del M5S. Il garante e il leader si sentono al mattino. La lettera al Fatto, in cui il comico fa uno sfottò sui punti programmatici grillini paragonandoli a quelli della Standa - raddoppiati da dieci a venti in poche ore - lo ha mandato su tutte le furie. «Non è giusto Beppe, hai sbagliato, così mi fai solo del male...».

grillo di maiogrillo di maio casaleggioGRILLO DI MAIO

 

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…